mercoledì 15 giugno 2016

Traumi da scrittore: la sinossi

Sinossi… *corre a piangere in un angolino*

Seriamente: la odio.

Ho un difetto da sempre, dai tempi dei riassunti alle elementari: non mi riescono. Non riesco a stringere, io adoro i dettagli, io adoro ogni virgola di quello che leggo… almeno quando leggo qualcosa che mi piace. Nella mia testa qualsiasi cosa lo scrittore abbia voluto raccontarmi merita attenzione, quindi i classici compiti nello stile “riassumi il testo in un massimo di 25 parole” son sempre stati degli incubi.

Ora, sempre e comunque, a uno scrittore viene richiesta la sinossi che non è altro che un riassunto della sua storia dall'inizio alla fine in un massimo di due pagine, se son meno anche meglio. Certo più accattivante è, meglio è… se sembra la lista della spesa capirete che nessuno è invogliato a leggere il libro per intero.

Io ne ho scritte in tutto ben 13, e nessuna accettabile. Non ci riesco proprio e dire che ne ho lette tantissime per farmi un'idea. Dopo la tredicesima mi sono fermata e ho smesso di pensarci. Ok, tanto se voglio provare a pubblicare per conto mio non mi serve, ma mi scoccia non essere riuscita a tirarla fuori. Così spero che lasciando passare del tempo tra il periodo in cui ho scritto la storia e quello in cui scriverò la sinossi, riuscirò a riassumere solo le cose più importanti tralasciando tutto il resto.

Penso sia la cosa più difficile da fare per me, persino per i concorsi, dove c'è un numero massimo di caratteri o di cartelle, solitamente io strabordo e poi devo cominciare a tagliare e, purtroppo, spesso si nota. Penso sia un difetto, ma non riesco a correggerlo o forse non voglio. Mi basterebbe controllarlo, lasciar fluire tutte le parole solo quando posso e trattenermi quando invece ci sono dei limiti.

La scocciatura è che, come nei vestiti, mi è relativamente facile stringere quello che ho scritto, ma mi è impossibile riallungarlo. Ci ho provato, a volte mi sarebbe stato comodo ma è come se, una volta deciso che è finito, lo sia definitivamente. Posso rileggerlo, correggerlo, renderlo più scorrevole, ma non allungarlo nuovamente.

In ogni caso ognuno ha il suo scoglio più grande dove si trova il suo maggior difetto/carenza, e il mio è senza dubbio la sinossi, anche se la lettera di presentazione viene subito dopo…

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