lunedì 20 giugno 2016

La Colonna di Antanacara - Avvento

Penso di aver già scritto dell'impatto visivo che ha avuto su di me il cartellone enorme di questo libro al Pandino Fantasy Books. Tu giri e improvvisamente i tuoi occhi si posano su questo poster enorme con un serpentone scuro dagli occhietti rossi. Era fighissimo, era inevitabile indagare ed è stato inevitabile comprare il libro.
Ci hanno mandati anche ad ascoltare la presentazione, ma purtroppo siamo arrivati che la trama era stata già spiegata. Però quello che ho avuto modo di ascoltare l'ho riscontrato poi leggendolo e mi ha fatto una sorta di strano piacere.
Prima di passare al commento vero e proprio, c'è da dire che da subito ho provato una sorta di affinità con i due autori. Prima di tutto mi sono sentita meno sola nel pensare che scrivere un libro in due, con entrambe le parti che scrivono fisicamente il testo, fosse una cosa strana, quanto difficile, quanto utopistica da rendere eterogenea. Secondo perché boh… non lo so. Non ci ho parlato eh! Avrò detto sì e no “ciao” e “grazie” non per forza in questo ordine. E’ stato Luca ad andare a chiedere informazioni, ha chiesto lui la dedica… insomma, io al solito (timidezza del menga) fissavo fuori dalla finestra o ero persa ad ammirare i bellissimi dettagli del pavimento, del muro, del mobilio…


Il primo pensiero, aprendo il libro, è stato: oddio che pagine lisce (porgendolo poi a Luca) ‘more, senti che pagine liiiiisce! *^*
Sì, sono abbastanza scema, ma il primo pensiero sul libro, solitamente, viene dal responso di uno dei cinque sensi. Di norma è un pensiero sulla copertina, sulla carta, sull'odore che ha, sull'impaginazione… poi inizio a leggere.

I punti di vista nella storia sono principalmente due: uno incentrato su quattro Eroi e uno sugli abitanti di un paesino sul mare.
I primi, a inizio storia, sono a nord, tra la neve, con l'incarico, appena compiuto, di recuperare Neileus, figlio di un Duca alla capitale, Kilarkos. Si stanno riposando prima di partire proprio verso Kilarkos per consegnare questo ragazzo spocchioso che verrebbe voglia di tirargli un ceffone persino a chi legge, figuriamoci ai poveri quattro sfortunati che se lo devono portare dietro! E infatti il ragazzo si mette nei casini già la sera stessa, mentre gioca a dadi con tre abitanti del posto.
Dall'altra parte non c'è eroismo di sorta. La vita al villaggio è incentrata per lo più sulla sopravvivenza, sulla pesca e sul caldo maledetto che rende tutto arido.

Il primo punto di vista si suddivide tra Mydion, Akim, Lyda e Sadhyen, i quattro eroi (un mago, un chierico, una nana e un guerriero), mentre il secondo varia tra Seymour (aspirante mago), Jake (figlio dell'unico uomo che possiede una spada al villaggio e che si occupa della sua sicurezza), Isyl (la prescelta, destinata a diventare paladina a difesa del Monastero che incombe sul villaggio, abitato da una manciata di monaci) e Padre Novizio (quasi coetaneo di Isyl, l'unico monaco giovane con cui la ragazza fa amicizia).
Non ricordo adesso se inizialmente ci siano stati altri pov oltre quelli citati, ma questi sono sicuramente i principali, a parte un altro ancora che, però, non fa parte dei capitoli (intesi proprio come capitoli numerati). Quest'ultimo è composto da pensieri in prima persona e si capisce a chi appartengono solo a un certo punto.

Per maggiori dettagli sulla trama potete spulciare online, o il loro sito (www.antanacara.it) perché non saprei riassumerla in breve senza spoilerare roba a destra e a manca.
Il primo pensiero è stato riguardo ai nomi. Mi son trovata a pensare che fossero atipici, quanto articolati e, talvolta, difficili da ricordare correttamente. Inizialmente, poi, ne hai una carrellata tutta insieme e mi son quasi sentita nel panico col pensiero di confonderli tutti, ma in realtà son riuscita a ricordare bene praticamente tutto.
Ormai i nomi stanno diventando un pallino. Anche a me viene detto continuamente che ce ne sono tantissimi. In realtà da quando hanno iniziato a dirmelo faccio caso (involontariamente) ai nomi di tutti i romanzi che leggo. In realtà quasi tutti ne hanno una mole non da poco, ma non lo dico per difendermi. Trovo che sia del tutto normale avere molti nomi in un romanzo e va da sé che alcuni siano fondamentali ed altri di contorno. Poi a me capita di ricordarne alcuni col il suono (che spero sia la pronuncia corretta XD) altri per la forma visiva che ha l'insieme dei caratteri.

Passata la faccenda dei nomi, non chiedetemi perché, la cosa fa ridere pure me, la mia testa ha associato Neileus con Kuzko (sì, quello delle Follie dell'Imperatore, solo che Neileus non fa ridere). In generale la cosa che subito mi ha lasciata interdetta (non in senso negativo) è stato l'immaginare un mondo dalla foggia non tipicamente medievale. Non so perché, ma mi veniva facile immaginarmi alcuni dettagli delle strutture e del vestiario di ispirazione orientaleggiante o di civiltà antiche (tipo maya, inca e compagnia). Impressione mia eh, in fondo ogni lettore si immagina le cose a modo suo. Forse ha contribuito a questo il suono particolare dei nomi delle città… non saprei.

Dopo aver sedimentato ben bene anche l'impatto “visivo” del mondo, è sopraggiunto un nuovo, divertente, pensiero: vorrei tanto fare una sessione di D&D con questi due! (riferito agli autori)
Penso sia la prima volta che mi capita di voler dare una pacca all'autore per il botta e risposta tra personaggi. I miei stregoni/bardi/ladri hanno molto del carattere di Mydion (anzi, alcuni sono andati oltre, partendo per la tangente, ma li ricordo volentieri proprio per la loro cretinanza, capace poi di mascherare abilità di tutto rispetto).

La partenza è lenta, vuoi perché devi assimilare dettagli del mondo, vuoi perché la storia deve scaldarsi, dare tempo di presentare personaggi e situazioni, ma appena si innesca, scivola via che è una meraviglia (e se vedeste le occhiaie e lo stato comatoso in cui sto scrivendo, capireste: ho fatto le 7.30 di mattina con il dire “dai, ormai manca poco, lo finisco”).
E’ scritto in maniera scorrevole e molto descrittiva. Lo scorso post parlavo delle misteriose “descrizioni formidabili” (o qualcosa del genere) di Shadow Dance… ecco: volete delle belle descrizioni? Qui ci sono!
Ho trovato qualche errore solo dalla metà in poi. A parte il mio personale fastidio nel vedere l'articolo “un” sillabato in u-n, manca un accento (e dico un perché è uno, a quello che ricordo) e a un certo punto la stessa frase è scritta due volte (mi pare a pagina 373?) con la differenza di un vocabolo alla prima maschile, alla seconda femminile. (Non so se sia voluto… ma non ne vedevo il senso)
Inoltre capita in qualche dialogo che al posto delle virgolette basse ci sia il trattino o, in un caso solo, nulla. Sviste eh XD ma lo dico solo per far notare il minimo quantitativo di sviste su quasi 500 pagine (quando poi in libri tanto pubblicizzati ogni pagina c'è qualcosa…)
Vi direte: ma tu li leggi i libri o li correggi?
Eh lo so… ma mica lo faccio volontariamente. E’ una cosa ormai radicata e non di facile soluzione. Gli occhi cercano da soli e leggere richiede una concentrazione ancora maggiore per seguire la trama.

In sostanza credo che sia un libro davvero bello e avvincente, mai scontato e che ti dà tutto il tempo di congetturare la tua idea delle cose prima di scoprire come siano in realtà (e poi non si sa comunque, perché ha un finale aperto). I personaggi sono così diversi tra loro che potresti amarne uno e odiarne un altro (ma io sono buona, odio solo Neileus).

Non avevo mai avuto a che fare con la Gainsworth prima del Pandino, ma devo dire che le parole che ci hanno detto al banco le trovo tutte rispecchiate in questo libro. C'è una cura di fondo palpabile e un impegno e un amore degli autori verso il loro lavoro davvero ammirevole.

*°* SPOILER TIME *°*

Ringrazio il mio cervello per averci visto giusto sulla questione temporale del libro. Già a metà m'era venuto il dubbio che i due pov fossero in tempi diversi e c'ho visto giusto. Bravo piccolo neurone che a notte fonda ancora fai il tuo lavoro come si deve!
Klamath. La sua fighezza m'è arrivata come una freccia. Per un attimo ho anche pensato che potesse essere un cattivo redento… ma no, è un cattivo coi contro cazzi, figo e stronzo. Come si fa a non amarlo? (e odiarlo).
Gli autori si son messi d'impegno a rendere Neileus una cosa insopportabile e, nel momento che speri di essertene liberato, ecco che torna. Piattola schifosa! Quante volte gli ho augurato di morire… e quando è morto mi son bloccata a bocca aperta. Non ci credevo! Oh autori, vi amo per la morte del cavolo che s'è meritato! Leukas, non far miracoli per lui, ti prego, lascialo morto dov'è!
Il serpente in copertina è strafigo. Punto. Lì per lì, quando lo fan fuori, pensi che sia finita così, che fosse una sorta di guardiano, ma solo alla fine riesci a capire quel senso di inquietudine che ti lascia la faccenda. Oh Akim, c'avevi visto giusto…
Gli Eroi muoiono >,< cosa che rende lo strafigonzo (da figo+stronzo) Klamath meno amabile. Ora io come faccio senza le loro ciance e le battute di Mydion? No, parliamone…

*°* SPOILER TIME END *°*

Voglio il seguito. Come minimo, lo so, lo avrò al Pandino del 2015 (che è il 24 maggio se ricordo bene). Nel frattempo ve lo consiglio. Ha sfiorato davvero le cinque stelle, cosa che mi fa pensare che le avrà il secondo. Non è solo bello a vedersi, ma anche a leggersi. Mi ero promessa di leggerlo subito appena comprato, incalzata dalla dedica degli autori che volevano critiche, ma alla fine avevo una pila di roba sul comodino impressionante…
Ogni tanto mi sento affine a certi autori (anche se io sono self e loro con casa editrice) perché non lo so, sento un punto in comune, da qualche parte, nei nostri modi di vedere le cose o di scriverle. Impressioni.
Adesso devo farmi una dosa di caffè o stramazzo.
Era da tanto che non facevo giorno leggendo… che bella sensazione (un po’ meno quando devi svegliarti…)

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