Premettendo che dopo Twilight ho sviluppato una sorta di orticaria per i vampiri (e dire che li ritengo una delle creature più affascinanti su cui scrivere) trovarmi per le mani una trilogia dedicata a Dracula mi ha vista vittima di un grande scetticismo in merito a quello che mi attendeva. Non è stato un mio acquisto, bensì un qualcosa che viene dalla libreria del mio compagno.
Onestamente non conoscevo nemmeno l’esistenza di questi libri, ma seguendo il mio obbiettivo di voler leggere tutti gli arretrati dimenticati in libreria, ecco che un mese fa è toccato a questo e, benché nella mia immane lentezza io ci abbia messo un mese a leggerlo, devo dire che mi è piaciuto.
Trama:
Partendo cinquant'anni prima dell'inizio del romanzo di Stoker, I diari della famiglia Dracula svela l’esistenza di un antico e segreto accordo che lega il primogenito di ogni generazione della famiglia Tsepesh al crudele principe Vlad, meglio conosciuto come Dracula, l'impalatore.
Giunto in Transilvania dalla lontana Inghilterra, Arkady, pronipote di Vlad, oserà ribellarsi al suo tragico destino e sfidare il prozio, per il bene della famiglia. La sua appassionante battaglia contro Vlad prosegue tra colpi di scena, tradimenti e scontri all'ultimo sangue, finché spetterà ad Abraham Van Helsing cercare di porre fine all'atroce patto. Le brucianti passioni che irrompono senza veli e il sangue che scorre inesorabile tra le ombre in un mondo oscuro e inquietante danno nuova linfa a un mito mai dimenticato: con quest'opera Jeanne Kalogridis è entrata di diritto nell'olimpo dell'orrore.
Tutti e tre i romanzi narrano la storia in prima persona alternando le annotazioni sui diari di molteplici personaggi. Il mio preferito, benché all'inizio non mi avesse preso molto, è proprio Arkady Tsepesh che comunque già a metà del primo libro mi piaceva, specie se paragonato alla sorella Zsuzsanna o alla moglie Mary. Il primo libro è proprio quello che mi è piaciuto di più, alla scoperta del mondo oscuro del vampiro, del patto, del mistero.
Il secondo è quello che ho letto più lentamente. Odiavo Zsuzsanna, anche se potevo capire quello che provava, il perchè dei suoi atti, ma ancor di più mi è rimasto un po’ indigesto il primo periodo in cui Van Helsing diventa il Van Helsing che tutti conosciamo, il cacciatore di vampiri. Il suo “addestramento” mi è risultato così fuori dal mondo rispetto all'atmosfera che fino a quel momento il libro aveva mantenuto, così rapido, che non mi ha preso più di tanto. Un bel problema, dato che nel terzo libro è proprio Van Helsing la voce principale assieme al dottor Seward…
Il primo libro, benché contenga scene di passione, non arriva certo ai livelli del secondo. L’entrata in scena, poi, di Elisabeth Bathory dà il via a un bagno di sangue e lussuria piuttosto rilevante.
Ciononostante, l’autrice ha un modo di scrivere che mi piace e il fatto che Van Helsing mi sia rimasto pesante è proprio per il suo atteggiamento, per il modo in cui persegue la sua strada. Certo, è un uomo devastato, che ha perso molto a causa dei vampiri, ma fra i due preferisco di gran lunga Arkady. Ho un debole per i personaggi come il suo, devo ammetterlo… quell'animo buono e tormentato.
Solo in ultimo ho rivalutato Zsuzsanna e, devo dire, che mi sarei aspettata un finale diverso. Per la verità, arrivata all’ultime boh… venti pagine, ho avuto il terrore, dato il corso degli eventi, che il romanzo finisse senza un vero e proprio finale, ma in realtà gli atti finali son così rapidi, un fluire ovvio verso lo stesso punto, che tutto scivola via molto velocemente, con un finale che non mi ha delusa.
Storicamente parlando, non mi pronuncio. Non sono mai stata appassionata di Dracula, della sua storia e del suo mito, pertanto non saprei dire quanto possa essere verosimile questo romanzo. A me è piaciuto, l’ho preso come un romanzo di fantasia come ce ne possono essere tanti altri. Non ho letto (e neanche visto per intero) Dracula di Bram Stoker, quindi il fatto che questo romanzo venga posizionato 50 anni prima non è per me qualcosa di significativo.
Ammetto che è da un po’ che voglio vedermi il film, ho anche il dvd, ma il mio compagno non ne ha mai avuto voglia… me lo guarderò in solitaria un pomeriggio.
Certo è che se vi volete immaginare un Dracula tendenzialmente buono o capace di sentimenti d’amore, vi sconsiglio questo romanzo. Qui Dracula il suo nominativo di Tsepesh/Tepes (Impalatore) se lo merita e vede bene anche di non farlo sbiadire nel tempo. Il tempo passa, ma non per lui, che rimane lo stesso nei decenni, nei secoli, a differenza dei vampiri più giovani.
Per essere partita scettica, devo dire che questi romanzi mi hanno offerto diverse ore piacevoli, di solito a notte fonda, vittima dell’insonnia.
Ora un classico XD mi leggo il primo volume della saga di Lupo Solitario! Iniziato questa sera, prima di rendermi conto che tanto non avevo proprio sonno e che, quindi, valeva la pena di venire al pc a fare qualcosa di costruttivo… spero…
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