venerdì 3 novembre 2017

La Vita di Konrad Lorenz di Alec Nisbett

Da quando lessi L'Anello di Re Salomone rimasi affascinata da questo signore che descriveva animali semplici con grande maestria ed entusiasmo, con un linguaggio accessibile anche a una bambina di dieci anni. Me lo regalò la mia madrina e non so come, adesso ho scoperto di averne pure due copie... vabbeh! Ad ogni modo, stavo spulciando vagamente i libri al mercatino dell'usato in una sezione dove di solito guardo poco perchè non sono avvezza ai saggi... noto, però, che c'è L'Anello di Re Salomone e me ne compiaccio e, subito accanto, ecco questo libro.
Dato che, lo ammetto, nonostante l'adorare quel libro da anni, ero molto ignorante riguardo alla vita e al percorso di Konrad Lorenz, ho preso l'occasione come un segno del destino e mi sono messa alla lettura.


E' stata una lettura molto lunga. Certo, il periodo non è stato dei migliori, però comunque non si tratta di un romanzo e se all'inizio scorre un po' più veloce perchè è la vita di Konrad, quando i suoi studi si fanno più articolati ed accademici, i capitoli centrali e finali sono abbastanza pesi. Trattando del suo lavoro, si fanno molto tecnici e parlano di argomenti di etologia e non solo, dei contrasti con altri campi della scienza e dei confronti con i colleghi.
Ammetto che sì, è stata una lettura pesante che però ho affrontato volentieri perchè l'etologia mi piace e apprezzo quest'uomo che, fondamentalmente, credo sia stato soprattutto un gran testone. Si evince un carattere non facilissimo, ma il modo di affrontare il suo lavoro lo rende ammirabile.

In wish list ho messo la sua autobiografia, sono curiosa di vedere come lui racconta di se stesso perchè credo che potrebbe essere una lettura divertente, anche perchè, specie agli inizi, tutte le sue osservazioni sono state fatte nella casa dei genitori e la sua stessa casa era uno zoo.
La cosa che mi colpì all'epoca del mio primo incontro con questo etologo è che parlava di animali comuni, noti a tutti, cose che chiunque avrebbe potuto osservare e verificare.

Se uno ci pensa, alla tv, quei pochi documentari che si vedono (ovviamente non prendo in considerazione canali dedicati e paytv) parlano sempre delle solite bestie, con un certo ripetersi di leoni e savana. A 10 anni, poi, io cosa potevo vedere? Super Quark, Geo&Geo, Alle falde del Kilimanjaro... non ricordo che altro... Insomma: in sostanza mi chiedevo perchè fosse così raro un documentario su animali più comuni. Ho sempre adorato i cavalli, ma un documentario decente e dedicato non è stato facile da trovare e ricordo che quando ne trovai uno in tv sugli ultimi cavalli selvaggi, rimasi stupita (e attaccata allo schermo con occhi brilluccicosi).

Il bello di Lorenz è che parla di cose comuni. Sono famosi i suoi studi sulle oche e spesso viene ritratto con questi animali a cui ha dedicato anni di vita. Paradossalmente, non ho mai visto documentari su di lui... anzi, ho scoperto con questo libro che ce ne sono e ho approfondito anche il panorama delle sue opere andando a cercarmene qualcuna da mettere nella mia infinita wishlist...
Se siete amanti dell'etologia, non potete non conoscere Lorenz e questo libro è sicuramente molto approfondito, specie dal lato dell'uomo di scienza più che dell'uomo in sé, cosa che forse mi è un po' mancata. Traspare comunque il suo carattere, ma ciò che predomina è il Lorenz etologo e i suoi trascorsi accademici in un periodo dove la sua scienza non era nemmeno riconosciuta.

Adesso torno al fantasy. Ho anche rimesso a posto una stanzetta con l'aggiunta di altre librerie per sistemare al meglio tutti i libri che abbiamo... sicuramente le letture non mi mancano, se poi trovassi anche la concentrazione necessaria, sarebbe perfetto...

venerdì 29 settembre 2017

Dragon's Crown di Atlus e Yuztan

Era molto tempo che non leggevo qualche manga e ieri Luca è rientrato con la miniserie di due volumi di Dragon's Crown. Avevo visto che era uscito mentre aggiungevo ad Anobii l'artbook che abbiamo preso assieme al gioco per ps4.
Partiamo dal fatto che, nonostante tutto, il disegno del manga è già più proporzionato di quello del gioco. Non è incapacità di disegnare, è uno stile voluto anche perchè l'autore delle illustrazioni è evidente che sappia il fatto suo. D'altronde, la prima cosa che insegnano quando fai scuola di disegno (di vario genere, indifferente) è che per saper disegnare personaggi con uno stile deformed (che siano tette enormi, spalle enormi, muscolatura eccessiva o l'estremo contrario) serve conoscere più che bene l'anatomia corretta, altrimenti il personaggio non sembrerà volutamente disegnato con uno stile magari estremo, sembrerà semplicemente sbagliato.
Tornando a noi, io apprezzo le idee, i colori, lo stile, ma bisogna dire che questo manga/gioco offre quintali di fandom con queste donne in pose ammiccanti, seni enormi in abiti succinti... e che dire degli uomini? Io apprezzo moltissimo i loro volti, ma l'ampiezza delle spalle sminuisce la mania delle CLAMP di fare questi uomini che non passano dalle porte...


La trama del manga ricalca quella del gioco riassumendola velocemente in due volumi. Persino la meccanica è la stessa del gioco, nel senso che ogni missione ricevuta viene svolta da un certo party e alla fine ci sono delle mini vignette che mostrano gli avventurieri rimasti alla taverna.
Purtroppo la linea della storia secondo me è abbastanza confusa, probabilmente proprio per la necessità di abbreviare, l'autore stesso dice che non ha avuto molto tempo per questo lavoro e, nonostante tutto, i disegni appaiono sempre molto curati.
Ribadendo che deve piacere lo stile (o che, come me, si evita di soffermarsi sui dettagli che non piacciono) è un manga palesemente fatto per gli amanti del classico rpg fantasy, cosa più che voluta, ovviamente. Il gioco stesso è un richiamo ai giochi vecchio stampo dove il party di eroi riceve missioni dalla gilda di avventurieri, ammazza mostri, sale di livello e alla fine si troverà invischiato in un problema di dimensioni gigantesche, grandi quanto un leggendario Drago.


Il titolo, Dragon's Crown, è il fulcro della storia in quanto questa corona pare permetta di risvegliare questo antico Drago e di dominarlo. Di per sé non è affatto brutto; certo, non originale, ma non è l'originalità che andavano cercando, ma il riproporre un classico e direi che ci sono riusciti.
Delle illustrazioni adoro i colori (cercando online ne trovate molte giacché anche il gioco ne è pieno e l'artbook è davvero bello) e i personaggi son tutti belli anche se non sono un'amante di queste tettone e coscioni con gambine secche e piedini minuscoli. Il mio preferito tra gli uomini è il mago, ma sotto l'elmo anche il guerriero non è male. Le donne, secondo me, han tutte dei volti molto belli, ma nel manga la principessa Vivian vince perchè è proporzionata... o forse è merito del vestito? In realtà alla fine mi piacciono anche l'Incantatrice e l'Amazzone in abiti alternativi.
Ah, giusto! I personaggi non hanno un nome vero e proprio. Anche fra loro si chiamano Elfa, Nano, Incantatrice, Mago, Guerriero, Amazzone... alcuni dei secondari invece hanno dei nomi, come Lucain e Rolan. Penso sia una scelta sempre dovuta ai vecchi rpg dove i personaggi avevano quel che di neutralità, ognuno poteva chiamarli come voleva, forse anche per immedesimarsi.

In definitiva, è piacevole e se amate il genere di disegno, anche molto, molto piacevole in quantità di ammiccamenti e scene provocanti (la chierica mezza morta stesa a gambe aperte vince...).
Non ho in programma altri manga ammesso non arrivino per caso, però ho tanti libri, alcuni anche iniziati. E' un periodaccio... ma confido che passerà.

lunedì 18 settembre 2017

Altri mesi di silenzio...
Effettivamente sono ferma con le letture e solo dai prossimi giorni riuscirò a tornare a scrivere.
Sono stata molto presa dal fare fiere, partendo con la Festa delle Fate a Garda, poi il Narsilion a Grazzano Visconti, quindi Signoria in Festa a Firenze per concludere con il Celtic Festival a Guastalla.
Ho creato, cucito, imbottito e perlinato raccogliendo, peraltro, ottimi risultati nonostante non credessi affatto nelle mie capacità. In realtà ci credo ancora poco, però i mercatini mi piacciono a patto che riesca ad avere dei momenti in cui isolarmi nel cucito affidando lo stand agli occhi del mio compagno.
Lui è l'uomo dalle mille idee, scarsa voglia, perfezionismo, accidenti, ma poi quando fa, fa bene e raccoglie la sua dose di soddisfazione, per non dire che ci sa fare col pubblico a differenza mia...
Se non fosse che lui sta passando un periodo in cui non è più sicuro di nulla, io un per sempre ce lo vedrei bene.
Speriamo sia un periodo.

La salute non esiste. Dolori e vertigini sono all'ordine del giorno, la sensibilità è poca in molte parti del corpo, mani comprese.
Bisogna abituarsi anche perché in ospedale non danno grande peso al fatto che io creo... per loro ovviamente è un hobby rinunciabile, io dovrei avere una pensione d' invalidità... il fatto è che neanche l'ho chiesta. Dovrei fare l'aggravamento da boh... un anno o più, ma continuo a rimandare... Non so se sia vergogna, orgoglio o demenza, ma fatto sta che loro la relazione me l'hanno data, la psichiatra continua a dirmelo e io boh... non so capirmi.

La delusione più grande è essermi resa conto che mi stanco anche a far niente. Ultimamente se mi sveglio prima di mezzogiorno, dopo pranzo crollo per almeno un'ora; diversamente latito nel coma.
L'orario in cui riesco maggiormente a trovarmi è svegliarmi alle 14 e andare a dormire a notte fonda. Non è un granché, lo so... vita da vampiro.
Fare live è quasi più una presa di posizione che altro. Mi stanco subito, di conseguenza diventa tutto pesante, non riesco a fare cosa vorrei ed essere come vorrei... mi sento solamente un peso e nel momento in cui perderò il personaggio che ho attualmente, credo che ci metterò una pietra sopra.
Piuttosto investiró energie per aiutare negli eventi di amici e lascerò liberi gli stessi dai miei malesseri.

È un periodo torbido... soddisfazioni materiali e tanti problemi a livello emotivo.
Vedo il mio castello farsi instabile e pare che io non possa far niente per rimediare. Posso solo stare a guardare e cercare di fare meno rumore possibile per paura di rompere questo fragile vetro che fino ad ora mi era parso solido come acciaio.
Faccio finta di nulla, poi crollo, annego nei pianti e quindi rinizio da capo, sperando che un giorno tutto torni a splendere...

lunedì 31 luglio 2017

Da aprile che non scrivo?! Incredibile...
Con le letture sono effettivamente ferma causa mancanza di tempo e di attenzione.
Ho iniziato a fare fiere con le mie creazioni e ciò implica che devo creare e quindi ho meno tempo per leggere.
La salute fa schifo, questo weekend è stato l'apice. Ovviamente ero andata a provare un nuovo live e forse era meglio se avessi ascoltato quella vocina che continuava a dirmi che era meglio di no.
Fatto sta che il pomeriggio del primo giorno ero già stesa in camera e che la sera mi sia fatta riportare a casa.
Era un personaggio che poteva svilupparsi in diversi modi e che avrei avuto piacere di vestire con mille fronzoli, ma ora come ora l'idea che ricapiti di star male mi fa propendere per stare buona, buona a casa.
La scrittura continua ad essere un trauma... Ho le idee, ma faccio fatica a stenderle, mi distraggo con niente...
Contando che l'anno scorso ad agosto dicevo che a Natale sarebbe uscito il terzo, quest'anno alla stessa fiera avrei voluto almeno averlo... ma dato che manca meno di un mese e devo fare anche costumi e peluche oltre che accessori per i personaggi che anche quest'anno mi accompagneranno, diciamo che lo trovo improbabile.
Il fatto è che anche adesso non riesco a fare nulla... Sono stesa a letto dopo aver spazzato la cucina, neanche avessi corso una maratona. Se è colpa del ciclo in arrivo spero sia un caso e non una nuova routine!
Questo mese ho anche la visita di controllo... due cicli di cortisone che a parte uccidermi non hanno portato molti benefici, specie alle mani che continuano a formicolare e ad avere scarsa sensibilità. Spesso ci rido su, ma cucire così è spesso snervante.
Mi restano di buono gli amici, ma di questo passo starò ad ascoltarli mentre parlano di live a cui non vado e finirà che stare a casa sarà meno frustrante...

venerdì 28 aprile 2017

La Figlia del Drago di Catherine Archer

Non so come e quando sia arrivato da me... forse mi aveva ispirato il titolo? Ovviamente i Draghi non c'entrano niente, stiamo parlando di un harmony! Se non altro è un harmony storico, ambientato in Inghilterra nel 1200, quindi medioevo (comprensibile anche solo guardando la copertina se qualcuno non è avvezzo alle date).
Non ho mai letto nulla di quest'autrice, anche se il suo nome è più grosso del titolo, ma dopotutto non sono un'appassionata di harmony e romanzi rosa in generale, ma mi sono riscoperta romantica leggendo questa storia.


Trama:
Rowena, la giovane e bellissima guaritrice di un minuscolo villaggio sulla costa della Scozia, decide d'impulso di portare nella casa in cui vive sola un giovane che ha trovato esanime sulla spiaggia. Dopo giorni di delirio, finalmente lo sconosciuto riprende conoscenza e, presentatosi come Sir Christian Greatham, le rivela di essere alla ricerca di Rosalind, la figlia del Drago, un valoroso cavaliere nei cui confronti lui ha un grosso debito di gratitudine. Basandosi su alcune informazioni raccolte durante la convalescenza, Christian inizia a sospettare che la donna che sta cercando sia proprio Rowena, e dopo lunghe discussioni riesce a convincerla ad accompagnarlo in Inghilterra per chiarire il mistero che circonda la sua infanzia.
La trama è piuttosto chiara e ovviamente s'intende che tra i due nascerà qualcosa. Sarà un rapporto abbastanza tormentato, vuoi perchè Christian è molto legato al suo ruolo e dovere verso il padre e la sua terra, sia perchè Rowena non vuole prendere realmente in considerazione l'idea di essere questa Rosalind.
Christian, poi, sceglie sempre i momenti peggiori per ricordarle che lui non può stare con lei, che il suo posto è a Bransbury mentre lei è destinata a Dragonwick o, mal che vada, a tornare in Scozia.

Una buona parte del romanzo vede esclusivamente il rapporto tra di loro, il viaggio verso Avington e le riflessioni, ma ci sono anche diversi personaggi d'accompagnamento che formano un quadro piacevole, uno sfondo che tiene ancorati alla realtà questi due giovani innamorati che sembrano destinati ad amarsi un attimo e quello dopo stanno già discutendo finendo col non parlarsi proprio. Come già detto, Christian ci mette del suo... o forse sono io che come donna prendo le difese di Rowena? Beh, insomma, se il vostro uomo dopo aver avuto la sua parte vi dicesse che però non può stare con voi, che deve tornare ai suoi doveri? Chiunque avrebbe diritto di offendersi!

Ad ogni modo è una lettura piacevole e scorrevole in cui i cattivi sono un'ombra importante fin dall'inizio ma che si concretizzano solamente verso la fine e mi hanno rivelato anche un finale che non mi aspettavo, almeno non completamente diciamo.

E' presente del sesso con descrizioni abbastanza esplicite ma non volgari; sono comunque brevi parentesi che non disturbano e non possono renderlo un romanzo erotico. Mi son trovata a sorridere e indignarmi più volte, riscoprendo un animo romantico e femminile che forse spesso non ho tempo di assaporare con altre letture. Ogni tanto ci sta lasciarsi a fantasticare sull'amore ideale verso un cavaliere bellissimo che sa dimostrarsi dolce quanto deciso, forte e gentile. Un principe azzurro, anche se, appunto, è proprio un genio con le sue uscite fuori luogo ogni tanto.

S'intende che essendo un romanzo per donne la trama sia uno sfondo al tema principale che è l'amore, quindi non aspettatevi chissà quali combattimenti avvincenti, trame articolate o fantasmagoriche innovazioni, però quel che è scritto è scritto bene, pertanto è assai apprezzabile! E ora torno al fantasy!

martedì 4 aprile 2017

Se non fosse per gli Amici... di Rosie Rushton

L'ho preso al supermercato per un niente, vinta dalla nostalgia. Ricordo di aver letto diversi libri della serie delle Ragazzine quando ero più piccola. Alcuni miei, molti in prestito dalle amiche, e ho voluto regalarmi un tuffo nel passato prendendone uno. Non sapevo neanche ci fossero ancora in giro, a dirla tutta... e ho scoperto adesso che questo dovrebbe essere tipo il sequel di un altro. Non mi sembrava proprio... meglio così, anche perchè altrimenti sarebbe stato assai complesso leggerlo senza sapere nulla di quello precedente!


La serie è sempre stata caratterizzata da questi colori vivaci, fosforescenti (la foto non rende l'idea dei colori sparaflashati che ha), disegni semplici e stilizzati che mettevano allegria. Sono letture dai 9 anni, quindi bambine e ragazzine, ma io ugualmente l'ho letto con immenso piacere, divorandolo. Non sono letture complesse e lunghe, d'altronde si rivolgono a un pubblico che sta imparando il piacere per la lettura, quindi non devono annoiare né presentare trame troppo complesse.
Non sono nuova a letture per bambini e ragazzi, anzi: non manco mai di guardare tale sezione della libreria che, spesso, riserva dei bellissimi libri anche per i più grandi.

La storia è narrata dai punti di vista di un gruppo di ragazzi di 15-16 anni che frequentano la stessa scuola e hanno alle spalle vissuti e situazioni diverse. Chloe, benestante figlia di una star televisiva; Sanjai, per metà indiano, chiuso in se stesso con genitori che progettano per lui un futuro all'università; Jasmin, una delle sole tre ragazze di colore di tutta la scuola i cui genitori hanno appena aperto un locale in città; Sinead, la cui famiglia a seguito di una miracolosa eredità, si è trasferita nei quartieri ricchi; Nick, abituato a vivere nel lusso e ora costretto ad alloggiare con sua madre dalla nonna.

La particolarità di questi libri è che affrontano eventi e situazioni verosimili in cui ci si può riconoscere o che possono far riflettere sugli atteggiamenti di alcune persone che magari non ci siamo mai fermati ad analizzare. Sono quei libri che consiglieresti volentieri da leggere, specie in età scolastica dove queste situazioni si vivono tutti i giorni. Certo, in questo caso fa quasi strano non leggere di sms e social e sembra anche strano che non tutti abbiano un pc da cui inviare una mail, ma ovviamente parliamo di un libro scritto quando non era così ovvio avere questi oggetti con sé. Forse per questo mi ha fatto tanta nostalgia e mi rivedo facilmente, anche se a 16 anni avevo sia cellulare che computer (anche se ero lungi dall'adesso... il cellulare era ancora un telefonino, non uno smartphone XD)

La vita scolastica è lo sfondo di questa storia, il punto d'incontro dei ragazzi che scopriranno che a volte basta poco per trovare degli amici dove meno ci si aspetta. A volte le persone basta conoscerle un po' di più per capirle ed apprezzarle e certe volte lo scontro aiuta, ma soprattutto aiuta la perseveranza.
Ovviamente l'età è quella in cui si ha lo scontro con i genitori, dove si passa dall'essere bambini all'essere grandi; si inizia a comprendere il mondo a uscire dalla bambagia e si scopre che non tutto è semplice, non tutto è facile, ma al contempo non si ha tutta questa padronanza di sé e della realtà da riuscire bene a dosare le proprie energie o ad affrontare le cose con logica piuttosto che alla mercé delle proprie emozioni.

L'imbarazzo per i propri genitori, spesso una costante in questi libri, è uno degli aspetti in cui maggiormente mi riconosco. Spesso mia mamma fa cose e dice cose che mi fanno sospirare e mi chiedo: perchè? Ma perché?! *facepalm*
E niente, archiviato anche questo, mi prendo un harmony che ho pescato non ricordo dove. Non ricordo neanche di cosa parla, ma il fato mi ha portato per le mani quello, quindi vedremo un po' come sarà!

giovedì 30 marzo 2017

I Colori della Magia di Terry Pratchett

Era inevitabile che comprassi il primo libro di questa saga storica che, pur non sapendo manco cosa fosse, quando fosse uscita, quanti libri la componevano e via dicendo, anche io avevo sentito di questo fantomatico mondo piatto sostenuto sulla schiena di quattro elefanti a loro volta sopra una gigantesca tartaruga che vagava nel cosmo. Di per sé era talmente assurdo che più volte mi ero chiesta chi avesse avuto questa trovata e come... e allora appena è stata fatta questa ristampa, caricata dalla curiosità e dai commenti super positivi di amici, ho comprato il primo volume e mi sono data alla lettura.


Trama:
In un mondo sorretto da quattro elefanti magici che poggiano sul guscio di una tartaruga gigante, comincia la più stramba, scatenata ed esplosiva delle avventure: il primo libro della saga di Mondo Disco, dove tutto ha inizio.
L'ho voluta inserire solo per farvi capire con che premesse si presenta questo romanzo. Praticamente ti presenta l'assurdo e ti fa domandare: ohibò, ma che libro potrà mai essere? Sembra assurdo...
Ed è assurdo. Principalmente i protagonisti sono due: Scuotivento, un mago non proprio brillante, e Duefiori, un turista accompagnato da un particolare Bagaglio che gli zompetta dietro.
La storia inizia di colpo, mi sono chiesta anche più volte se questo fosse davvero il primo libro della saga perchè si dava per scontata un sacco di roba. Alcuni personaggi sembravano vecchie conoscenze, tanto che (dopo essermi assicurata che questo fosse davvero il primo libro) ho ipotizzato potessero far parte di altri racconti o libri di questo autore. Purtroppo, benché sia un nome noto, io come al solito non ho mai letto nulla di Pratchett prima di questo libretto. Libretto perchè è abbastanza breve e non stento a credere che qualcuno lo abbia letto in ben meno tempo rispetto a me, ma io qualche difficoltà l'ho avuta, ma andiamo per punti.

Scuotivento vorrebbe tutto tranne che avere a che fare con questo tipo strambo che fa fatica a rapportarsi con la gente del posto, vedendo risse e pericoli come qualcosa di... folkloristico. Dopotutto è venuto in visita proprio per vedere tutto ciò. Strano no? E per di più il suo Bagaglio ha dozzine di zampette con cui si muove e lo segue... tranquilli, è tutto merito del legno con cui è fatto. Che poi ogni tanto si ingoi qualche malcapitato son solo dettagli...
Ma non solo: lo straniero dispensa oro come niente fosse... e questo complica ulteriormente le cose.
Vi dico solo che tutto inizia con una città in fiamme e Scuotivento che se la fila con Duefiori, Bagaglio trotterellante annesso. In seguito capiremo le dinamiche che hanno portato a questo inizio turbolento, che è, appunto, solo l'inizio delle assurde avventure che porteranno questo sfigato mago alle prese con draghi, terroristi, navi, troll e lanci spaziali...

Sembra un mix assurdo... sembra? No, no! Semplicemente è quello che è. Dopo poco che stavo leggendo ho notato una certa somiglianza con la Guida galattica per autostoppisti e devo dire che, come quest'altro classico comico che ho letto secoli dopo la maggior parte della gente, io non ho trovato tutta questa spiccata e superba comicità. Non dico che sia scritto male, anzi: l'autore sa scrivere, è palese (e il traduttore ha fatto sicuramente un ottimo lavoro probabilmente), ma a me non ha suscitato più di qualche sorriso qui e là, cosa che mi ha portato a metterci un mese nella lettura quando mi sarei aspettata di divorarla in ben poco tempo.

Sono fermamente convinta che sia io a non apprezzare il genere, il paragone tra i due libri me lo conferma. Io li trovo simili come stile, solo che la Guida è fantascienza e qui è predominante l'aspetto fantasy, anche se si parla comunque di un mondo con le sue leggi e una conclusione tutt'altro che tale. L'apertura verso il seguito è palese, ma non so se comprerò i rimanenti volumi... forse se li troverò a un ottimo prezzo potrei valutare la cosa.
Tra l'altro, oltre la visione terrena ad opera dei nostri bizzarri personaggi, si hanno parentesi divine, dove è palese come questi Dei giochino con i destini dei nostri disgraziati e Morte appare piuttosto spesso dato che le anime dei maghi vengono prese direttamente da lei in persona.
E a proposito di maghi, il titolo non è messo a caso. I colori dell'arcobaleno sono otto: l'ottavo, l'ottarino, è il colore della magia che, se ben ricordo, Scuotivento identifica come un porpora cangiante verde.

La magia ha tutte le sue regole e il numero... 4+4, 6+2, quello dopo il 7, ha una notevole importanza e non deve essere nominato. Ci sono personaggi che sono veri e propri classici delle avventure fantasy, con tanto di dungeon, muscoloni, spade parlanti e ovviamente, come sopra detto, draghi.
Il problema è che ci sono salti temporali che ho faticato a capire (se c'era qualcosa da capire). Forse sono io che faccio fatica a prendere le cose come vengono, senza perchè.
Ho trovato alcuni dettagli, alcune creazioni davvero geniali e interessanti e non fatico a credere che l'autore si sia guadagnato la sua fama, ma purtroppo non posso ritenere questo primo volume un capolavoro, nel suo complesso.
Io più di una media di tre stelle, connubio di trama e genio creativo, non potrei dargli.
Non è che sia la prima volta che mi trovo a non percepire tutta la meraviglia data dalla promessa di grandi titoli globalmente super mega apprezzati, ma forse qui ero mossa anche dallo stimolo di commenti di amici che lo avevano adorato... e per questo non nego una certa delusione. Mi ero preparata a correre a comprare tutti gli altri, mi ero preparata a ridacchiare divertita nel leggere questo classico comico... ma niente.
Eh vabbeh, sarà per la prossima volta.

Adesso mi dedico a letture impegnatissime! Uno dei tanti librini fosforescenti della collana che, se ricordo bene, un tempo era Le Ragazzine, adesso non sono sicura sia sempre tale, ma la grafica fosforescente con scritte dinamiche è un carattere distintivo e io li vorrei tutti. Non brillano spesso per originalità, ma sono letture veloci e leggere e non di rado mi hanno divertita e, data l'età odierna prossima ai 30, ormai mi fanno sorridere con quel moto di nostalgia... ah, i bei vecchi tempi.

martedì 7 marzo 2017

Dungeon Food di Ryoko Kui

Scorri la bacheca di facebook, come al solito. Scroll, scroll, mi piace, scroll, condividi, fai un test scemo... e poi vedi una copertina e un titolo che ti fa fermare: Dungeon Food. Il primo volume, fresco di uscita. Sarà più di un anno che non compri manga e ne hai talmente tanti da concludere che iniziarne uno nuovo sembra stupido, ma non resisti. Condividi, tagga l'uomo, e il gioco è fatto.
Tempo pochi giorni, Dungeon Food è arrivato in casa.


Il disegno non era il motivo della scelta, semplicemente da bravi giocatori di ruolo, l'idea di un manga fantasy che parlasse di cibarie in un dungeon sembrava interessante. Tempo di aprirlo e leggerne nemmeno metà, è sopraggiunta una delusione talmente grande che due stelle gliele ho date con la coscienza che rimarrà il primo e l'ultimo della sua serie a occuparmi posto in casa.
In patria sono 4 volumi, serie in corso... mi chiedo come si possa arrivare a quattro volumi con una trama inesistente, o quasi.

Fare l'avventuriero, in questo mondo, è cosa assai diffusa ed esplorare questo enorme dungeon è all'ordine del giorno, ma solo le compagnie migliori si spingono fino ai livelli più bassi. E' il caso dei nostri che conosciamo durante lo scontro con un enorme drago rosso che li mette KO e si mangia la sorella del bell'imbusto in copertina; prima di essere ingoiata, però, teletrasporta tutto il party all'esterno. Qui due delle donne del gruppo, manco presentate, danno le dimissioni e tanti saluti.
Vi direte: miseria, che inizio tragico!
Ovviamente no. Come nel migliore giochino, la morte è solo una parentesi! Basta un incantesimo di resurrezione e tutto è risolto... certo però se il corpo viene digerito, la faccenda si complica... e allora i nostri, in soli tre (guerriero, mago e ladro), tornano subito nel dungeon, ma le loro finanze ristrette li portano a una scelta drastica: cibarsi dei mostri.

Ma vi pare che sia così semplice? Ovviamente bisogna sapere quali parti usare e come. In questo viene loro in aiuto un tipo strambo, un nano esperto in cucina di mostri che insegna loro i trucchi del mestiere e li seguirà, interessato all'idea di assaggiare un drago.
E così seguiamo i nostri eroi che ridiscendono nel dungeon alle prese con mostri da mangiare, dalle bestie alle piante alle melme. Tutto (o quasi) pare commestibile e squisito se si sa come trattarlo.

Toriko, dove sei? Non so se conoscete quest'altro manga, ma praticamente sono simili. Toriko caccia bestie e cerca cibi rari e preziosi per un mercato gourmet e 'ste bestie son tutt'altro che normali, ovviamente. Poi anche lì la storia si incasina e prende pieghe ancora più irreali, cosa per cui dopo i primi volumi ho smesso di leggere anche quello.

Alla fine di questo primo volume di Dungeon Food pare ci sia il "colpo di scena" che dovrebbe spingerti a proseguire, ma che a me ha lasciato solo una smorfia, quasi ci si rendesse conto che così com'era la storia non aveva grandi potenzialità e allora si è inserito questo elemento che dovrebbe far pensare: oddio, e adesso? Se ne accorgeranno? Cosa combinerà?
Per me rimarrà un'incognita e dormirò bene uguale.

In più mi aspettavo un fantasy classico, di ispirazione dungeons&dragons per capirsi, e invece pare più un mmorpg, con dungeon affollati, aree di ristoro che paiono le piazzette di smercio e chat, "niubbi" che crepano contro mostri di livello troppo altri (e li chiamano davvero niubbi). Altro punto a sfavore. Non ho nulla contro gli mmorpg, anzi, ne ho giocati diversi, ma qui proprio stona, come se fosse una via di mezzo che non sa né di carne né di pesce.

Peccato. Un po' ci speravo in una serie carina, leggera e divertente da seguire senza troppe pretese, ma è stato deludente e non vale proprio il suo costo (6,90 cocuzze a volume). Ciao ciao Dungeon Food, a mai più rileggerci.

mercoledì 1 marzo 2017

I Giorni della Sposa di Kaoru Mori

Kaoru Mori era arrivata in Italia con Emma, ma io ne ero all'oscuro e a quel manga non avevo prestato grande attenzione. Quando è arrivato I Giorni della Sposa (Otoyomegatari) era il 2011, sfornato dalla JPOP che ha visto negli anni molti dei nostri soldi. Sono passati già 6 anni e siamo a 8 volumi in Italia (9 in patria, in corso) e non mi stancherei mai di leggerlo.
Negli ultimi tempi abbiamo praticamente smesso di acquistare manga e fumetti, ma ieri Luca voleva trovare il nuovo Dungeon Food e con l'occasione gli ho chiesto di trovarmi i volumi dal 5 all'8 e così stanotte/stamattina mi sono rimessa in pari!


La cura dei disegni, con millemila dettagli sia nei costumi che negli sfondi, mi ha fatto adorare questo seinen manga (ovvero un manga rivolto a un pubblico femminile adulto) ambientato nel XIX secolo nell'Asia, in regioni dai costumi particolari e bellissimi. L'autrice fa spostare la storia in varie regioni, facendoci conoscere storie di donne diverse, anche se Amira (quella in copertina) è la protagonista che vedremo più spesso ed è la prima sposa che conosciamo, unita in matrimonio a un ragazzo che ha 8 anni meno di lei (20 lei, 12 lui) e che appartiene a una tribù molto diversa.
Amira è una cacciatrice provetta, l'arco è l'arma prediletta dalla sua gente così come i cavalli la loro ricchezza. Sa ricamare, cucinare... è la moglie perfetta! Ma la sua vita non sarà molto serena, alle prese con una famiglia tutt'altro che facile.

Il mio defunto personaggio del live si voleva ispirare, dopo un primo momento, a questi costumi, ma alla fine non ho mai trovato il tempo e la concentrazione per farmi un costume come volevo... con "come volevo" intendo che avevo intenzione di ricamare laddove non fossi riuscita a sopperire con le passamanerie. Sarebbe stato un lavoro lungo e probabilmente sprecato per un live... per non dire che avrei potuto rovinarlo fin troppo facilmente. Allo stesso modo, Azer (il fratellone figone di Amira) era l'ispirazione per il personaggio del mio compagno e... quanto è figo Azer. Nel sesto volume si vede un sacco e io sbavavo. Prima o poi mi piacerebbe comunque realizzare uno di questi costumi!

L'autrice disegna una mole di bestie impressionante e con una certa cura. E' la cura di tutto l'insieme che mi rende la lettura piacevole; le scene di quotidianità, dal cucire al cucinare, dai preparativi delle nozze alle varie usanze dei popoli, tutto ha un'atmosfera particolare che mi rende questo manga assolutamente gradevole. Dopo averlo letto, di solito continuo a sfogliarlo per un bel po' godendomi le immagini. Mi piacerebbe essere capace di una tale pazienza e precisione, ma ultimamente tendo a tirare via i disegni, specie in fase di colorazione... tanto che adesso preferisco colorare quegli album di disegni per adulti (ho quello dei Mandala, anche se doveva essere di Luca).


Non so quanto dovrà passare prima di avere il nono volume, sob, ma nel frattempo continuerò a godermi questi, sfogliandoli e immaginandomi di fare un costume come quelli... e che probabilmente non farò mai XD
Lo straconsiglio se vi piacciono le storie di vita ad ambientazione storica, senza nulla di strano, senza chissà quanta azione. Vita normale con usi e costumi a noi forse estranei, ma interessantissimi!

martedì 28 febbraio 2017

La Battaglia di Aquirama - Giorno di Andrea Zanotti

Di ebook ne ho tantissimi e li leggo poco. Avevo già messo sul comodino il nuovo cartaceo da leggere, poi ho avuto in ritardo di un'ora per la risonanza e allora ho aperto Google libri e ho scelto questo che era da un po' in libreria, ma adesso che l'autore è divenuto socio S.E.U. ho avuto un motivo in più per leggerlo! Sono partita con passo pesante, incerta del fatto che potesse piacermi, ma mi sono presto ricreduta e l'ho divorato con piacere, anche se è solo la prima parte...


Trama:
Orde di cavalieri selvaggi del Quarto dell’Aria da una parte, Legioni del Quarto della Terra dall'altra e Aquirama nel mezzo.
La città Stato capace di mantenersi indipendente dalla sua fondazione, che la leggenda vuole sia avvenuta per opera del divino Dragone Rosso Stige, è sull'orlo del baratro. Riuscirà il Drakoi, suprema guida spiritale e militare, ad avere la meglio sui nemici esterni e su quelli che tramano all'interno stesso delle mura cittadine?
In un giorno e in una notte la storia millenaria della città potrebbe essere sconvolta.La Battaglia di Aquirama è un military fantasy autoconclusivo che vi farà vivere ora per ora gli sviluppi di questo scontro in un crescendo di violenza e drammaticità che nell'arco di un giorno e una notte deciderà le sorti di migliaia di persone.
Ribadiamo che ho letto solo la parte relativa al giorno e che quindi mi manca la conclusione (al momento non ho l'ebook completo, quindi conto di aggiornare poi la recensione con il quadro intero in un secondo momento).
Di solito non sono una fan dei fantasy che includono molte battaglie e soprattutto battaglie campali. Anche quando gioco di ruolo non sono un'amante degli scontri, preferendo la parte più descrittiva, introspettiva, relegando alle armi lo spazio necessario e non di più, ma questo ebook ha vinto la sfida di farsi leggere e farsi piacere anche a me.

I personaggi sono tanti e non c'è modo di ovviare al problema se vuoi seguire una campale divisa tra due assedianti e gli assediati al cui interno ci sono diversi fronti piazzati strategicamente. Le mappe aiutano molto a capire gli spostamenti e le battaglie in corso. Ogni tanto ho fatto confusione sulle fazioni, ma sono bastate poche righe per ricorreggere l'idea, anche perchè il pov è specificato e probabilmente se siete più avvezzi di me con gli ebook, ripescare la mappa da tenere a portata d'occhio vi sarà facile. Io sono abituata a tenere il dito nella pagina con la mappa XD ma sono sicura che ci sia anche la versione virtuale del segnalibro fisico.

Violenza, sangue, sesso e crudezza sono elementi abbondanti in questo libro, ma non li ho trovati abusati o opprimenti, tutt'altro: trovo che la scelta di descrivere in maniera molto concreta renda questo fantasy verosimile, privo di quella patina eroica tipica dei cappa e spada, del classico sword&sorcery. Qua le spade non mancano, ma benché l'atmosfera sia d'impatto low fantasy, in realtà c'è anche la parte "sorcery" con i mastri dei Quarti capaci di evocare creature elementali a sostegno dei loro eserciti, seppure non sia cosa semplice e di facile riuscita.

Tornando ai personaggi, ce ne sono molti e diversi, dal comandante fiero a quello più istintivo, fino al principe inesperto ed arrogante toccato in sorte a una legione sfigata che rischia di finire male sotto la sua "guida". Sono ben caratterizzate le differenze tra gli stili (sia di combattimento che di vita) dei Quarti assedianti, mentre Aquirama si focalizza tra il dio denaro e il culto di Stige, questo fantomatico Dragone Rosso che tutti invocano come protezione ma che, in fin dei conti, nessuno vede da chissà quanto. A tal proposito, la figura del Drakoi, nominata anche nella trama, è sicuramente uno dei pov maggiormente di spicco, colui che conosciamo fin da subito, all'alba di questo giorno di battaglia, quando la decisione viene presa e con essa si alzano i vessilli di guerra.

A parte forse qualche virgola e qualche refuso, la lettura scorre velocissima e questo sicuramente aiuta in un genere che potrebbe sembrare pesante anche solo per definizione. Lo credevo io stessa un genere di nicchia che non avrei apprezzato molto, invece, come dicevo all'inizio, mi sono dovuta ricredere. Con gran piacere l'ho finito stamattina/stanotte (dipende da come vogliamo chiamare certe ore...) e ho preferito scrivere subito un commento a questa prima parte, quasi del tutto convinta che non cambierò idea nel concludere la storia. Anzi, sono abbastanza curiosa.
Ho anche gli altri ebook gratuiti dell'autore coperti di polvere virtuale nella libreria di Google, a questo punto posso ben sperare di avere una riserva di buone letture in caso di ritardi (all'ordine del giorno) nel buco sotterraneo dell'ospedale dove attendo per la risonanza magnetica, ahahah!

giovedì 23 febbraio 2017

Hania - La Strega Muta di Silvana De Mari

Ci ho messo davvero tanto a finirlo e oggi mi sono imposta di leggere le ultime pagine! Purtroppo non mi ha presa quanto speravo, nemmeno paragonabile all'entusiasmo con cui ho concluso il primo. Lo stile dell'autrice lo ha sollevato da un voto sotto la media per la trama che in alcuni punti ristagna fin troppo in una sorta di limbo prima di nuovi eventi che portano avanti la storia di poco, o meglio: di tempo ne passa molto alla fin fine, a singhiozzi, salti temporali in cui mi sono un po' persa fino a portare Hania e suo fratello a un'età "utile" affinché anche quest'ultimo possa divenire ingranaggio utile alla trama.


Trama:
Il Regno delle Sette Cime è in subbuglio. È ormai di dominio pubblico che la principessa Haxen abbia protetto Hania, la figlia che l'Oscuro Signore ha concepito nel suo grembo, e che poi, aiutata dal figlio del fabbro, Dartred, sia riuscita a raggiungere la Valle degli Zampilli, dove si trova la fonte dell'Acqua Sacra. Certo, Dartred è stato catturato e adesso lo attende la forca per il tradimento di cui si è macchiato. Madre e figlia, però, non sono state ancora trovate e a quanto pare la bambina ha poteri malefici straordinari, oltre ad apparire più grande della sua età. Ma la verità è ben altra. Hania è sì, per metà, figlia dell'Oscuro Signore, ma per l'altra metà è umana e possiede libero arbitrio. Haxen attraverso la narrazione delle storie del Cavaliere di Luce è riuscita a far nascere in lei una coscienza. E alla fine la bambina ha scelto di difendere la madre, nella battaglia contro il Signore Oscuro. Il mondo, però, non è pronto per capirlo, e madre e figlia devono ancora nascondersi. Naturalmente non prima di aver liberato Dartred...

La trama è un riassunto di quanto si sa nel primo libro e il secondo riprende proprio dalla liberazione di Dartred. Si aggiunge un nuovo punto di vista fornito da un bambino, Gari, che diviene poi un giovane soldato leale al regno e che, suo malgrado, con l'innocenza e la verità di cui fa vessillo, aiuterà la parte sbagliata del fronte cercando poi di rimediare votando la propria esistenza alla salvezza di un reame che ormai è sull'orlo del crollo.
la mancanza di Haxen e il nuovo governo salito al trono ha ridotto le Sette Cime a un ammasso di povertà e gioco d'azzardo dove pare che gli ideali siano morti e sepolti. Ma la nostra nuova poco allegra famigliola è fuggita oltre i suoi confini, oltre il deserto fino al mare.

Hania è cresciuta e questa nuova Hania deve ancora plasmarsi. Non mi ha convinta appieno, ma come questo volume è il cuore della saga, anche Hania è in periodo di transizione, alla ricerca di una nuova se stessa che deve divenire cavaliere.
Rois, figlio di Haxen e Dartred, diventa per lei un grande appoggio, un alleato, ma dalla sua nascita la trama rallenta e ristagna in una vita quasi ordinaria dove passano anni come niente fosse. Ho perso il conto degli anni trascorsi, si capisce solo che Hania è ormai una ragazzina e il fratello ne ha... sei? Non ricordo bene. La parte che si svolge sul mare mi è sembrata molto lenta, pesante e occupa una buona parte del libro, tanto che alla fine la maggior parte di questo mese di lettura si è arenato lì.

Per forza di cose, l'autrice finisce col ribadere fin troppo spesso gli stessi concetti e le stesse cose in questo periodo narrativo, tanto che distraendomi saltavo pure qualche riga, al che mi dicevo che non era il caso, chiudevo il libro e la sera dopo non avevo molta voglia di riaprirlo. Peccato, perchè in realtà l'inizio di questa trilogia mi era piaciuto ed ero molto curiosa anche se il continuo già mi convinceva poco.

Pare, dal finale, che questo periodo transitorio sia finito e la situazione si sia assestata e rimessa in carreggiata. L'obiettivo pare chiaro, non facile, ma promette un risollevamento narrativo, se non altro. Sono ancora più convinta che quest'autrice, per il suo stile, non sempre può piacere rispetto allo stile più diffuso che si ritrova nel fantasy. Lei è più diretta, più semplice... a volte più "ignorante", specie nei dialoghi, nel come le persone parlano. Lo trovo molto diverso dagli standard, più terra terra.

E niente, diciamo che sono abbastanza delusa rispetto a ciò che mi aveva lasciato il primo e guardo al terzo volume con un misto di speranza e rassegnazione. Non so come finirà, ma so che se non fosse stato per l'affetto verso l'autrice e il suo modo di raccontare la storia, avrei dato due stelle e non è che io le dia molto spesso.

Adesso mi leggo Il Colore della Magia. Me ne han parlato così bene di questa serie famosa... che io assolutamente non conoscevo. Ho preso il primo volume con grande curiosità. Spero non sia anche questo una delusione...

martedì 21 febbraio 2017

BUK Festival 2017

Terzo anno, secondo in cui faccio presenza due giorni su due da mattina a sera, montaggio e smontaggio compreso allo stand del S.E.U.
Due anni in cui questa fiera ci ha sempre messo in dei posti talmente sfigati che, mentre il corridoio centrale era invivibile, da noi c'erano forse dieci persone. E si paga tanto quanto gli stand che stanno nel corridoio principale, solo che di vendere si hanno ben inferiori possibilità. Nonostante tutto, ce la siamo cavata e abbiamo fatto i salti mortali per promuovere l'associazione e dare visibilità ai nostri autori, riuscendo a vendere un po' di tutto.
Per fortuna avevo buona compagnia e ci siamo comunque divertiti nonostante la stanchezza e lo sfinimento, complice il caldo soffocante del Foro Boario di Modena.

Nello stare lì, vi giuro che tutte le volte avrei voglia di scrivere un libro... avete presente People from Ikea (o qualcosa del genere)? Ecco, io vorrei scrivere People from Book Festivals perchè vi assicuro che ne verrebbe qualcosa di davvero molto curioso e divertente.
Ci farò davvero un pensierino, qualcosa di leggero e carino dedicato alla convivenza con i colleghi, tra sintonia e guerra delle vendite, con il popolo che viene in fiera e i suoi perchè (e i perchè che lascia a noi dall'altra parte); ma dopotutto io stessa bazzico le fiere, per cui ci inserirei anche l'altro punto di vista, perchè non è che solo i passanti sanno essere strani, a volte anche oltre lo stand si nasconde qualcosa di curioso.
People from Book Festivals... sì sì, devo farci un pensierino (come se non avessi abbastanza progetti in cantiere...)

Adesso ho la casa invasa dai pacchi e devo ancora sistemare tutto. Ieri sono morta a letto tutto il giorno XD ero troppo distrutta. Domani mi serve un po' d'ordine che abbiamo sessione e non posso confidare nel pomeriggio perchè devo andare a fare una risonanza magnetica (che gioia) e quindi o domattina o stasera... e ho pure stoffa e cartamodelli sul tavolo! Insomma, sono in mezzo al caos... però volevo scrivere due righe memoria sulla fiera.
Niente, adesso mi metto al lavoro, sennò non ne esco... *sospiro*

giovedì 9 febbraio 2017

Un po' di musica con due chiacchiere #6


Uno ha già una giornata non proprio allegra, poi ci si mette la riproduzione causale a tirarti su... eh...
Comunque oggi bellissimo risveglio con giramenti di testa e intorpidimento agli arti. Che gioia... per stendere i panni mi sembra di aver fatto una maratona. Vorrei scrivere, come sempre, ma con la testa che sembra galleggiare nel limbo non è tra le cose più semplici, inoltre sono in uno di quei periodi di mega scoraggiamento dove ti chiedi chi te lo fa fare e perchè non funzioni questo o quell'altro fattore.
Esattamente come dopo l'euforia di vedere che almeno l'ebook gratuito è stato scaricato centinaia di volte, ti prende male perchè di recensioni non ne arrivano...


Certo, io stessa di ebook gratuiti ne accumulo un sacco (no, siamo sinceri: io accumulo anche cartacei...) però su tutta questa moltitudine, possibile aver avuto solo un paio di riscontri? E' un po' avvilente in verità. E sicuramente non ti dà la spinta a scrivere ancora con entusiasmo e voglia di rincorrere un sogno ormai di molti, molti che non sempre comunque ci riversano il giusto impegno perchè, bisogna dirlo, di libri brutti ne esisto e ne esisteranno. Non crediate che sia solo merito del self-publishing perchè contribuiscono a questo anche le case editrici a pagamento e quelle che non fanno alcun tipo di editing, preferendo far numero che produrre qualità!


Ho voglia di cucire, ovviamente nulla per me e neanche voglio fare l'abito ai miei per il matrimonio. Al momento sarebbe solo un rigirare il coltello nella piaga, quindi dato che ho della stoffa di un'amica da un po' per farle qualcosa, penso proprio che mi dedicherò a quello, magari funziona, magari mi dà una spinta a uscire dal pantano. A volte basta cominciare per riuscire a fare e, dato che probabilmente ho una fiera in programma per conto mio, potrei iniziare a cucire qualcosa da portare là, tipo qualche draghetto dato che non ne ho pronti in casa.


In realtà ho una malsana idea in testa da un po'... quella di modellare la creta. Non sono mai stata amante delle ore di plastica, però se mi piaceva quello che dovevo fare, me la cavavo e ho fatto un paio di anni dove mi sono divertita un sacco col cernit, quindi boh, avevo quest'idea di modellare qualcosa, partita anche dal fatto che raramente trovo delle statuette di draghi che mi piacciono (e se le trovo, di solito le prendo, ammesso non vengano un rene). Prima o poi mi compro un bel panetto di creta e vediamo cosa ne esce... al massimo avrò buttato qualche euro e del tempo (come se non ne buttassi già abbastanza).
Per ora l'unica cosa certa su cui mi sto arrovellando è la cena di San Valentino dove vorrei portare a termine un menù da quattro portate e farmi trovare tutta in tiro (anche se so già che il ciclo ritarderà a sufficienza da martellarmi le ovaie tutto il giorno rendendomela un'impresa insormontabile).


Ultima songa! Devo dire che oggi proprio non mi vuole risollevare l'umore... ma vabbeh! Intanto sto raffreddore mi uccide e io volevo imparare a suonare il mio nuovo flauto nativo americano, ma se non respiro diventa proprio un'ardua impresa! Adesso ho commissionato un altro regalino, stavolta di coppia, per me e per il mio amoruccio che tanto gli anelli non li porta, però ho visto che i ciondoli sì, quindi attenderò con ansia da Etsy il lavoro che puntavo da quando ho visto quei pendenti a Camden Town, solo che costavano davvero troppo... Ah vero, son stata a Londra! Ne parlerò un'altra volta.

mercoledì 1 febbraio 2017

Cercando di organizzare un matrimonio non tradizionale - parte terza

Avete presente quelle delusioni immense, quelle che ti colpiscono come una mazzata, quelle che poi non sai nemmeno come comunicarle al prossimo... tipo che il matrimonio slitta di un anno.
Ciao mamma, ho una novità: quest'anno non ci sposiamo.
Non puoi far altro che buttarla lì con tutta la leggerezza del mondo, un po' come dire: sai che ti dico, mi prendo più tempo, così faccio le cose con più calma.
Certo, peccato queste siano considerazioni che riesci a fare a freddo o che ti racconti per cercare di frenare le lacrime, la rabbia e la voglia di uccidere qualcuno nel momento in cui scopri che la location ha dato la data a qualcun altro.

Ogni volta parlarne mi urta... ma praticamente una combo tra banca e location ha fatto sì che il nostro matrimonio saltasse. Tanto per cominciare, devo capire a cosa serve l'omino allo sportello della banca se alla richiesta "devo fare un bonifico" lui ti indica il totem dove fai da solo. Totem che ti rilascia un foglio inutile, ma che comunque noi abbiamo mandato alla mail della location come prova.
Per settimane la location non ci ha risposto nè per mail nè per telefono, neppure la banca si è degnata di dire nulla in merito a 'sto bonifico. Fatto sta che i soldi non sono arrivati e la location ci ha scritto per dirci che aveva dato via la data. Non si son scomodati prima a rispondere o a farci notare che il bonifico non era arrivato, magari avremmo controllato e cercato di capire cosa era andato storto... semplicemente: arrivederci, arrangiatevi.

Grazie merde, grazie.
Adesso, ovviamente, la tentazione sarebbe quella di mandarli a quel paese e cercare altro, ma vogliamo qualcosa di ugualmente bello o anche meglio, cosa non facile. Gireremo mille posti nella speranza di poterlo depennare dalla lista con un "a mai più rivederci".
In tutto questo, pare che i genitori l'abbian presa bene. Delusi, sospettosi a tratti, quasi si immaginassero un motivo differente. I nostri testimoni invece son rimasti saldi e son partiti alla carica dicendo: gireremo mille castelli e ne troveremo uno migliore! Lo spero... la gestione di quello che avevamo scelto lascia davvero a desiderare.

Digerita la notizia (ma ancora brucia) cosa fai? Cerchi pensieri positivi... del tipo: ho più tempo per confezionare gli abiti, ho più tempo per organizzarmi autonomamente per gli allestimenti, ho più tempo per pensare a tutti i dettagli e posso dilazionare alcune spese.
Magra consolazione, ma che vogliamo farci? Aspetteremo che anche il 2000 sia maggiorenne, magari era destino che non fosse il 2017. Prendiamola da fatalisti insomma, anche se comunque è sempre triste. Quasi ormai ci avevi fatto l'idea a chiamare il tuo uomo non compagno/fidanzato ma piuttosto marito, ad avere un anello sempre fisso all'anulare... e invece nulla.
Certo, se ci si ama non cambia nulla, ma son quelle cose che danno fastidio, specie quando succedono perchè l'organizzazione altrui non funziona, che sia la location, che sia la banca del menga.

Adesso mi metto l'anima in pace e continuo ad accumulare stoffe, pizzi, passamanerie per gli abiti. Continuo ad allargare l'album e le wish list di idee per l'allestimento e confido di trovare una nuova location di cui innamorarmi nella speranza di non dover avere di nuovo a che fare con gente che non risponde e sparisce per settimane!

lunedì 23 gennaio 2017

La Ragazza Fantasma di Sophie Kinsella

Avevo comprato questo libro corposo assieme a I Love Shopping che era grande un terzo. Lo avevo preso chiedendomi: ma a parte I Love Shopping... come scrive la Kinsella? Bene direi, scorrevole e capace di intrattenere con un continuo di sorrisi, scene assurde, nervoso e imbarazzo. Le sue protagoniste magari tendono ad assomigliarsi, ma se uno vuole staccare la spina e leggere qualcosa di leggero e divertente, questi libri sono perfetti!


Trama:
A ventisette anni, niente funziona nella vita di Lara. Il fidanzato l'ha lasciata, ma lei non si arrende e lo perseguita con messaggi e telefonate, la società di cacciatori di teste che ha aperto con la sua migliore amica non decolla, la socia ha pensato bene di trasferirsi a Goa lasciandola in un mare di guai e la sua famiglia la considera un po' picchiatella... Quando si trova costretta dai genitori ad andare al funerale di una vecchia prozia di centocinque anni che non ha mai conosciuto, Lara sente di aver toccato il fondo. Durante la funzione, però, succede qualcosa di incredibile: le appare una ragazza bellissima, diafana, vestita con l'accurata ed eccentrica eleganza degli anni Venti, che le chiede con insistenza: "Dov'è la mia collana? Voglio la mia collana!". Chi è questa ragazza? Di quale collana parla? E com'è che solo lei tra i presenti al funerale la vede? Insomma, va bene lo stress, ma addirittura avere le visioni! In effetti l'immaginazione di Lara è sempre stata molto fervida, ma quello che da questo momento le accadrà sorprenderà anche lei. Ciò che ancora non sa è che la misteriosa ragazza comparsa dal nulla, capricciosa, pungente e stravagante, vestita con meravigliosi abiti vintage, diventerà la sua guida, la sua amica più cara, la confidente perfetta, e che la ricerca dell'agognata collana si trasformerà per entrambe in una sorprendente avventura.
La trama è precisa e non serve aggiungere molto. Non nutro mai aspettative alte nei confronti di generi che non sono il mio perchè mi rendo conto che potrei non apprezzarli proprio per tale motivo. In questo caso, però, mi sono divertita dall'inizio alla fine, sorridendo, ridendo, mettendomi una mano sulla fronte e alla fine ho avuto anche un po' di magone.
Il bello di questi libri è che, nonostante i casini vari, c'è un fondo di energia positiva che ti ricarica e ti spinge a chiuderli dopo l'ultima pagina con una certa soddisfazione.

Certo, le situazioni descritte in questi libri sono spesso un po' al limite dell'inverosimile, ma se si vogliono libri di vita vissuta con disgrazie e casini verosimili, allora bisogna scegliere un genere diverso. Prendendo la trama di questo romanzo, scrivendolo in un altro modo, si potrebbe avere un risultato angosciante sull'orlo del drammatico, persino dell'horror! In fondo abbiamo un fantasma assillante e non tutti i fantasmi sono buoni, non tutti ti obbligano solo a imparare a ballare il Charleston e a vestirti anni '20! Effettivamente a volte alcune trame, scritte per essere un altro genere, potrebbero diventare davvero interessanti...

Sadie è un fantasma buono. Arrogante oltre ogni limite, ma buono. Un vero angelo custode in certi casi, in altri una palla al piede che complicherà non poco la vita di Lara che già di per sé non è rose e fiori. Certo, lei stessa vive di convinzioni sbagliate, si è fidata delle persone sbagliate e forse manca di un po' di autostima. Incontrare un fantasma che la vede in modo molto diverso a volte è una fortuna, anche se è difficile rendersene conto mentre questa ventenne eterea ti urla nelle orecchie mentre tu cerchi di portare avanti una discussione lavorativa...

In questo romanzo c'è un po' di giallo, molto blando, dopo una buona parte, quando la ricerca di questa collana inizia a prendere forma, quando capisci che esiste e recuperarla non sarà facile e tutto questo casino porterà a una buona conclusione, una di quelle che ti fa sentire in pace col mondo perchè tutti i tasselli si incastrano e i buoni vincono sempre. Perché sì, questi romanzi hanno sempre quei bei finali da fiaba col vissero felici e contenti. Ogni tanto fa bene leggerli, lo dico io che di solito non leggo il genere.

E a proposito di genere, torno al fantasy col secondo volume di Hania. Ecco, lì di buonismo ce n'è poco XD ho apprezzato proprio la cattiveria della piccola Hania che sta crescendo. E proprio la crescita era il mio dubbio, quindi andrò a scoprire come se la cava...

mercoledì 11 gennaio 2017

Luce di Ninfa di Luca G. Airale

Mi sa che era quasi il mio compleanno o comunque la data era vicina. Arriva un pacco da Amazon non certo preso da me e, aprendolo, mi trovo questo libro. Tutta felice, scatto una foto, la posto su Facebook ringraziando per il regalo e cercando il mittente, convinta che questo si sarebbe fatto avanti tra i miei amici più stretti... e invece no. Delusa, ma incuriosita dall'alone di mistero, mi riprometto di leggerlo quanto prima, ma sono sommersa di letture programmate, così quel giorno è arrivato a quasi un anno di distanza.
Ora che l'ho letto, se tu misterioso mittente leggerei queste parole, sappi che mi hai fatto un regalo meraviglioso che vorrei far leggere ad altre mille persone!


Non sapevo cosa aspettarmi perchè non ero andata nemmeno a leggermi la trama. Conosco l'immagine usata per la copertina perchè l'avevo già trovata in giro, ma non è che fosse molto risolutiva... mannari? Lupi? Mah, in realtà mi importava poco. Ero tutta presa dal mistero di chi me lo aveva spedito ed ero curiosa di scoprire se avesse o meno centrato i miei gusti. Invero, è stata una lettura nuova per me, ma in qualche modo giunta nel momento perfetto perchè ho imparato ad apprezzare le atmosfere nordiche e la relativa mitologia negli ultimi anni, giocando di ruolo in un'ambientazione a pantheon asgardiano.

Trama:
Dopo 500 anni, nel villaggio di Luviatar torna a ergersi la minaccia dei mangiauomini. La ninfa Iluvia e il santo Khodral, vissuti più di 5 secoli prima, erano gli unici a poterli affrontare, ma ora non ci sono più. Ad opporsi al male sarà il gruppo più improbabile di eroi: Hrotgar, predone vichingo; Yanik, mercenario borioso; Kyrk, principe decaduto; Serphent, cavaliere esiliato; Deokar, nano pazzo e infine Ha'Sharin, ladro fuggiasco. Eppure, chiunque può far pendere l'ago della bilancia nella lotta tra il bene e il male. Disse la ninfa Iluvia: - Come il male corrompe il bene più puro, anche il bene può germogliare dal male più abietto. Il fiore più bello nasce nel mezzo dello stagno fangoso, non nel giardino del re. Siate quel fiore, in questo giorno -. Nel frattanto, misteriosi individui dotati di grandi poteri manovrano nell'ombra, aiutando tanto i mangiauomini quanto il gruppo di inverosimili eroi. Qual è il loro gioco?
Solo dando un'occhiata ad Amazon noterete che è recensito benissimo e anche per me son state cinque stelle meritate perchè, a parte forse inizialmente il dover prendere confidenza con i pov dei vari personaggi, qualche refuso qui e là, la trama prende così tanto che questo libro viene divorato. Certo, se non vi piace il nord, non vi piacciono i fantasy crudi, beh, allora forse non vi piacerebbe, ma io l'ho trovato davvero ben fatto. I personaggi son belli, possono risultare più o meno antipatici ma sono coerenti a loro stessi fino alla fine. Non so se definirlo low magic perchè la magia c'è e a livelli divini soprattutto, ma diciamo che rispetto ad altri mondi, questo è molto più reale e verosimile, tanto che l'ambientazione ricalca la storia del nostro mondo, con i greci (ellenici), i romani (aureliani), barbari del nord e popolazioni anglosassoni.

Ammetto che fino ad oggi mi ero tenuta un po' distante da tutto ciò che concerneva i licantropi, un po' perchè preferisco i vampiri (che non brillano), un po' perchè ormai approcciarsi ai titoli da libreria relativi a creature fantastiche, significa quasi sempre trovarne una storpiatura per adolescenti e... no.
Qui c'è sangue, c'è violenza, c'è sesso ma c'è anche amore, lealtà ed eroismo. Viene da una campagna di gioco di ruolo, ma diversamente da altri libri di simile origine, qui non è così evidente. La sola ira del barbaro viene spiegata in modo assai più naturale, talvolta mistico e non stona nell'insieme, anzi... sembra qualcosa di naturalmente tramandato di padre in figlio, qualcosa di simile a un dono (e così viene chiamato).

Ho scoperto che c'è già anche il secondo libro, ma che dopo questo, l'autore non autoprodurrà gli altri ma cercherà un editore. Beh, dati i riscontri positivi ricevuti, credo che sia un'ottima scelta e spero che non farà fatica a trovarne uno pronto ad accettare un'opera che, in tutta sincerità, è davvero bella e ben scritta. Spero, piuttosto, che non gliela storpino. Ecco, questo sarebbe davvero ingiusto, perchè secondo me funziona molto bene già così com'è.

In realtà poi parlare di licantropi è un po' riduttivo. Dalla trama si evince che i nostri "eroi" dovranno affrontarli, ma non è così semplice, soprattutto le origini di queste bestie (in questo caso legate ai druidi del villaggio). Qualcun altro muove più ampiamente i fili e questo dovrebbe rassicurarvi sul fatto che i libri seguenti (non so quanti siano, ma è comunque al plurale) non saranno poveri di intrecci perchè molte cose iniziate in questo libro non hanno conclusione, anzi. I personaggi che preferivo sono tutti in piedi, quindi sono curiosa, molto. Misterioso mittente, trovami anche il secondo che Amazon non ce l'ha!

Personalmente ho trovato questo mix tra fantasy e realtà davvero perfetto, un'alchimia piacevole che ti rende facile immedesimarti e immaginare l'ambiente. Forse il fatto di avere a che fare con il gioco di ruolo da tavolo e dal vivo (tra l'altro in ambientazione simile) ha facilitato ulteriormente il seguire questo intreccio, ma credo fortemente che tutti possano affezionarsi ad almeno uno dei personaggi. Per i più allergici alle razze insolite che spesso si incontrano nei romanzi di genere, vi assicuro che per lo più qua abbiamo omaccioni per tutti i gusti, dal biondo al moro. Gli unici strani che abbiamo con noi sono un nano (e guai a chiamarlo tale) e un sidhe oscuro (che poi pronunciandosi shii non so mai che articolo usare...). Potrei dire che è un libro sia per gli amanti del low magic che del fantasy high magic, e so che risulta strano a dirla così... ma vi assicuro che potrebbe piacere ad entrambi!

Nel complesso penso che il mio personaggio preferito sia Hrotgar... mi dico da sola che è abbastanza strano perchè di solito non mi piacciono i barbari del nord, biondi-occhi chiari, e avrei giurato, fin da subito, che il mio preferito sarebbe stato Kyrk (il/lo sidhe oscuro, appunto). E invece no! Riescono a farmi piacere un barbaro... insolito, ma curioso. Questo libro mi ha fatto ricredere su un sacco di cose, evidentemente per come è narrata la storia o per come vengono presentate alcune particolarità... chissà.

E niente, devo rimanere a bocca asciutta perchè il secondo non ce l'ho e al momento nemmeno Amazon può trovarmelo... aspetterò di trovarlo sugli scaffali di una libreria, son sicura che prima o poi ci arriverà!

Nel frattempo, onde non beccarmi delusioni da impatto sul fantasy, mi metto a leggere tutt'altro genere riproponendomi la Kinsella; e ora scappo a fare le valige che stanotte vengono a rapirmi mauahhaha X'D

martedì 3 gennaio 2017

Arrivò il 2017

Quest'anno è passato nella nebbia e quando il 31, mentre andavamo dagli amici per la cena e i festeggiamenti, Luca mi ha fatto l'elenco delle belle cose di questo 2016 ormai andato, giuro che proprio io non ne sarei stata capace, sopraffatta da tutto ciò che, invece, era andato male.
E già il 31 vedeva delle belle cose per il 2017. Matrimonio a parte (che probabilmente mi porterà comunque una mole di stress enorme) io non sapevo bene cosa identificare come punto fisso bello in questo anno appena iniziato, ma pare che lui ne abbia diversi...
Io so solo che ho iniziato il 2017 con una contrattura che mi ha fatto piangere dal dolore... si spera che non sia una cosa da ripetere troppo spesso...

L'oroscopo per tutto dicembre mi diceva di tenere duro, che nel 2017 mi aspettavano tante opportunità lavorative. Invero, il 6 dovrei consegnare alcune bozze di illustrazioni per un libro. Alla fine tornerò a lavorare più disegnando che scrivendo? Beh, che poi non ho mai lavorato scrivendo, secondo il letterale significato del termine lavoro. Il più è riuscire ad adattarmi a uno stile che non è proprio il mio, ma proverò ad accostarmi alla richiesta. In fondo si tratta di ri-illustrare un libro che aveva già visto una pubblicazione, ma non è assolutamente mia intenzione copiare. Ho sempre odiato copiare.

Copiare è il miglior modo per imparare, ma quando inizi a prenderci la mano, se veramente vuoi disegnare, devi lasciare che questa prenda il sopravvento. Non credo di avere uno stile molto marcato nel disegnare, ma so perfettamente riconoscere i miei limiti, ciò che non mi piace e ciò che non mi riesce. C'è la filosofia che per soldi si fa tutto quello che viene richiesto... ed è il motivo per cui son stata felice di aver abbandonato grafica pubblicitaria: ciò che non mi piace, non mi riesce.

Per la scrittura non fa differenza. Lo vedo anche io cosa riempie gli scaffali delle librerie, ciò non vuol dire che io mi debba adattare alla corrente. Piuttosto remo contro, ne subisco le conseguenze, ma non mi vergognerò mai di ciò che ho fatto. Probabilmente morirò povera, ma almeno sarò soddisfatta e orgogliosa di me stessa per aver avuto la forza di credere nei miei sogni, realizzandoli nel modo in cui li ho partoriti.

Non so quanto a breve, mi attende un viaggio, tre giorni con tre amiche splendide. Addio al nubilato a sorpresa. Io ho chiesto la sorpresa perchè da tanto tempo non ricevo belle sorprese e allora ho voluto così. Non so cosa abbiano tramato... so solo che mi han dato valigia e bagaglio a mano, devo calcolare che farà freddo e cammineremo molto. Dove mi porteranno le pazze? E in tutto questo al momento ho un cellulare con una fotocamera schifosa... non potrò fare le foto che vorrò e ciò mi fa abbastanza amarezza. Il mio Asus dorme abbandonato, ancora Luca non lo ha portato a far vedere almeno per chiedere quanto costi cambiargli lo schermo... La garanzia chissà che fine ha fatto, e questo è tutto merito del suo ordine...

Penso di aver fatto il giro di boa nel libro, adesso sto viaggiando verso la fine di questo terzo volume con le idee abbastanza chiare, godendo come una matta a scrivere di morte e distruzione, viva i pazzi! Sto tenendo tutti i miei filini che iniziano ad accorciarsi nell'arrivare ai nodi cruciali dove li fermerò nella speranza di giungere a un finale chiaro senza punti lasciati senza risoluzione. In questo i beta reader aiutano un sacco! Con la memoria che mi ritrovo, avere dei lettori attenti e fedeli aiuta un sacco. Se proprio devo sperare qualcosa nel 2017... spero in qualche recensione dato che continuano a scaricare, ma di commenti 0... che amarezza...

E niente... staremo a vedere. Per ora stress, ma spero che passi e che in qualche modo questo 2017 possa essere migliore, ci vorrebbe davvero poco...