lunedì 20 giugno 2016

Ricordati di Atlantide

Ogni tanto mi capita di raccattare libri usati a un niente e qualche mese fa ho trovato diversi libri dell’Urania Fantasy che, ovviamente, son diventati subito miei. Con quelle copertine vintage, così sciupacchiati che devono aver viaggiato in borse, zaini, tasche e magari tra diverse mani prima delle mie.
Finito il libro precedente, sono andata nella stanza dove ho una delle librerie e mi sono detta: cosa leggo? E mi è capitato questo in mano.
Di solito le copertine in questo stile non mi attirano molto, ma certo da una copertina così non mi sarei aspettata la storia che proteggeva…


Ha una certa serietà no? Bene, la storia no!
Le vicende vengono narrate in prima persona da Hoptor il Vinaio, cittadino della bella Atlantide e narra di come questo mitico regno ha avuto fine. Il fatto è che il nostro Hoptor non è uno stinco di santo e il suo commercio non è propriamente in vini che tutti potremmo immaginare… il nostro beniamino, infatti, commercia pregiate ragazze per signori e nobilotti se non che, sfiga vuole, che durante una consegna, Hoptor s'imbatta nel vecchio Babylos che sta profetando la sciagura per Atlantide.
Di lì a poco il il Generale Pytho arriva coi suoi uomini per far sgombrare la piazza.
Capirete che per Hoptor è il caso di toglier le tende, ma l'asse del carro cede, si ribalta e ne rotola fuori il barile di pregiato vinello… che si rompe e rivela al suo interno una bella ragazza: Aphrodisia.
Questa poverina è innamorata cotta di Hoptor e per lui farebbe di tutto, tanto che crede alle sue continue, rimandate, promesse di matrimonio.
Indignata per l'ennesimo affronto, la ragazza inizia a lamentarsi a pieni polmoni, rinfacciando al suo protettore delle promesse mancate e il suo lamento attira l'attenzione dei soldati.

Da qui nasce tutto, perchè la combriccola che si formerà (Hoptor, Babylos, Aphrodisia e poi il barbaro del nord, re Conax) sarà grande frequentatrice di celle. I personaggi sono assurdi e ci si immaginano perfettamente. Son quasi ovvi e le loro estremizzazioni li rendono perfetti per le gesta narrate.
Il libro di per sé, si dirà, non è un capolavoro, ma io me lo sono goduto con un perenne sorriso sulle labbra.

Per chi poi, come me, è avvezzo al gioco di ruolo, troverà in questo libro l'assurdità di ragionamenti e piani rocamboleschi che spesso, pur di salvare la pelle dall'ennesima sciagura, si intavolano davanti a schede pregando nel tiro miracoloso di dado.
L'autore, nell'introduzione, dice di essersi ispirato ai musicals oltre che alle classiche vicende di cappa e spada e, se devo essere sincera, non mi risulta difficile immaginare questa storia trasposta in musical.

La cosa più assurda è che, oltre alla sfiga terrena di Hoptor e compagnia, alla fine Babylos un po’ di ragione ce l'aveva perchè la natura si scatena sopra Atlantide, ma in tutto questo caos che scatena panico e sommosse, ci sono anche gli Alieni! Davvero, sul serio! Zoropiani per l'esattezza.
Poveracci, alla fine sono sicura che chiunque l'abbia letto abbia pensato che avrebbero fatto meglio a scendere da qualche altra parte sulla Terra…
Non vi svelo perchè siano dalle nostre parti, ma ovviamente sarà Hoptor a scoprirlo. Mi pare ovvio! Perdonerete il micro spoiler, ma mi pare scontato che sia lui a essere preso dagli ufo e portato a bordo!

In conclusione: non so quanto sia conosciuto. Ho dato un'occhiata vaga su Anobii prima di mettergli le stelline e non tutti lo hanno apprezzato.
In fondo è un libro che sta benissimo come pausa relax tra libri più seri e intricati. Questo regala proprio qualche ora di svago e va preso così come viene, senza troppe pretese. Scorre bene, è anche piuttosto breve e quindi, per me, è stata un'ottima adozione!

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