domenica 30 settembre 2018

Il Mondo dall'Altra Parte di Fosco Del Nero e Michela Salotti

Quando in libreria trovo fantasy italiani editi da case editrici poco conosciute, ho sempre una gran curiosità e ammetto che, anche se la trama non è originalissima, tendo a preferirli, forse in funzione di quella sensazione di solidarietà tra autori sconosciuti. In questo caso la copertina, poi, mi piaceva davvero un sacco e quindi il libro è venuto a casa con noi salvo poi restare parcheggiato in libreria per un bel pezzo. Fino ad oggi. Sarò sincera: tornassi indietro, lo lascerei in libreria con il consiglio di non metterlo in mezzo ai fantasy perchè poi è normale che un lettore che si aspetta un fantasy rimanga deluso e scontento.


Il libro parte come un urban fantasy, con Lorenzo, un ragazzo quindicenne che ha avuto finalmente accesso alla soffitta di casa dove scopre un sacco di cose interessanti, ma niente di eclatante come si era aspettato. D'altronde la soffitta è il deposito di mezza famiglia, tra cui lo zio Emanuele che un giorno ha deciso di sparire in giro per il mondo lasciando presunti tesori in quella soffitta. Lorenzo cataloga tutto ma, a parte tanta polvere, trova solo vecchi oggetti normalissimi fino a quando, praticamente seppellita dietro ad altra roba, scorge una specchiera antica e decide di tirarla fuori.

Questa specchiera ha un cassetto con incisa una frase in latino, ma, a parte questo, non ha null'altro se non un aspetto molto antico e, apparentemente, di valore. Lorenzo scoprirà poi che l'oggetto è in realtà un collegamento tra luoghi e tempi diversi, un collegamento che lo porterà a conoscere Celeste, una ragazza di un altro mondo misterioso. Purtroppo, a parte vedersi, i due non possono interagire giacché non possono udire le rispettive voci; Celeste, però, par sapere come funziona l'oggetto e, a gesti, riesce a far capire a Lorenzo la cosa sorprendente di quel semplice cassetto: i due possono parlarsi tramite messaggio scritto che viene "trasferito" da un mondo all'altro, perfettamente leggibile.

Ecco, bene, il fantasy finisce qui. Peccato che siano i primissimi capitoli di questo libro che, seppur breve, diventa noioso e ripetitivo.


*** SPOILER ***

Dopo l'incipit che poteva sembrare interessante, il libro diventa piatto e monotono. La parte narrativa si riduce all'osso sostituita da uno scambio di missive giacché i due non si incroceranno mai più allo specchio, limitandosi a una fitta corrispondenza. Un capitolo - una lettera, in alternanza Lorenzo - Celeste. Vabbeh, rinunciamo alla narrazione e ai dialoghi e seguiamo la storia in un alternarsi di punti di vista? No, perchè non esiste una trama vera e propria da sbrigliare dato che, se normalmente uno può pensare che tramite le lettere conosceremo i personaggi e il mondo misterioso dall'altra parte, in realtà tutto questo occupa ben poche righe perchè tutto il resto è un percorso spirituale di evoluzione.

Ora: precisiamo che mia madre è appassionata di esoterismo, religione e spiritualità e che io nulla ho contro diversi punti di vista sulle regole che governano il mondo, sul destino, sulla reincarnazione o qualsiasi insegnamento la propria religione o il proprio pensiero possano prevedere, ma non è fantasy. Se questo è fantasy, allora nel fantasy possono essere esposti anche libri sacri delle religioni, pensieri filosofici e percorsi interiori che, di norma, sono tutti raccolti nelle sezioni religione o esoterismo.

E per molti potrebbe essere pure offensivo pensare che simili libri vengano definiti "fantasy".

Fatta questa premessa, ho finito questo libro per principio ma, avendolo io comprato come fantasy, è uno dei peggiori che io abbia letto negli ultimi tempi. Tralasciamo i refusi o la scrittura che magari può piacere o meno a seconda del gusto, ma, se cercate una storia, evitatelo. Volete un libro atipico che vi presenti una filosofia di pensiero e di crescita interiore? Può essere che questo lo sia, ma se davvero vi interessa, allora recuperatevi qualche testo veramente incentrato su questo e sicuramente avrete modo di riflettere in maniera più fluida, continua e congruamente esposta.

Non dico che qui se ne parli a casaccio perchè, dalla biografia degli autori, sicuramente sanno di cosa parlano, ma secondo me hanno scelto il modo sbagliato con questo libro, o forse hanno scelto il pubblico sbagliato puntando a un fantasy che di fantasy ha poco.

Non mi esprimo sui contenuti concreti dei messaggi perchè sono puramente soggettivi. Credere o meno nella reincarnazione, nell'evoluzione di un'anima, nelle esperienze programmate da essa agli albori della sua esistenza, un filo conduttore per cui tutto succede per un preciso motivo... sono cose che ognuno deve affrontare personalmente. Ma, a mio parere, non con un libro simile.

Per ribadire che non sono avversa a certi argomenti, io ho anche partecipato a incontri con persone che insegnano, guidano in certi percorsi. Ho partecipato a canti curativi e di trance e trovo affascinanti molti aspetti di questi pensieri pur magari non condividendo appieno alcune cose, che possono essere la dieta vegetariana/vegana così come l'individualità del proprio cammino in ogni suo aspetto, ma non per questo giudico chi la pensa diversamente.

Il problema sta tutto nel fatto che io ho comprato un fantasy, volevo leggere un fantasy e mi sono trovata davanti un libro che, personalmente, tratta argomenti che adesso non mi interessano, affrontati in un modo che neppure ritengo immediato e adatto. Parere personalissimo, ma d'altronde se si parla di un libro, di un film, di un gioco... l'opinione è sempre personale.

*** FINE SPOILER ***


Lo consiglio come fantasy? Assolutamente no. Lo consiglio come libro di introspezione/esoterismo/percorso interiore? No, trovate sicuramente di meglio, magari negli stessi libri scritti dagli autori.

Copertina molto bella, scritto in maniera accettabile sorvolando su alcune sillabazioni non proprio piacevoli e punti messi un po' a caso a spezzare discorsi dove magari un punto e virgola stava meglio... o almeno non iniziare puntualmente frasi con ma, anche e compagnia bella... Ok, ogni tanto può starci per dare enfasi, come iniziare con la e dopo il punto, ma non può essere la regola!

Tra l'altro, ciliegina sulla torta, il finale non è proprio un finale che ripaga la pazienza della lettura e arriva piuttosto improvviso, quasi a un certo punto si fosse deciso che il libro era lungo abbastanza. Non dico sia insensato il momento a livello di "trama", ma per come accade, sembra un po' buttato lì...

E niente, adesso mi dedico al primo di una trilogia per ragazzi che, ho scoperto a mio spese, sia introvabile! Avevo il secondo libro e ci ho messo tantissimo a trovare il primo (e il terzo) pescandoli casualmente a una fiera del libro d'epoca dove non c'entravano niente, ma il banco li aveva da vendere per conto della figlia del proprietario XD e manco a farlo apposta aveva il primo e l'ultimo! Casualità? Forse no, magari era destino.

mercoledì 19 settembre 2018

Il Tesoro del Bigatto di Giuseppe Pederiali

Ormai entrare in libreria è meno frequente di prima perchè so che non posso spendere quanto vorrei e comprare scaffalate di libri, ma ogni tanto cedo alla tentazione e vado a spulciare nel mio reparto preferito: fantasy. Spazio tra fantasy, gothic, ragazzi e dintorni di solito; ci son tante cose interessanti, ma devo farmi convincere solo da ciò che realmente mi attrae e così l'ultimo giretto in libreria mi ha vista uscire con tre libri: uno che cercavo e due casuali scoperte. Questo fa parte degli ultimi due.
Mi ha attirata perchè si ambienta ai tempi di Matilde di Canossa nella zona della bassa e, sentendomi ormai parte del posto (anche se non vivo proprio nei paesi toccati), ho deciso di comprarlo perchè, a parte territorio e periodo, mi ispirava la trama che però, partita bene, mi ha un po' annoiato.




Trama:
Anselmo, l'eremita della Pietra di Bismantova, riceve l'incarico di portare a compimento una delicatissima missione segreta per conto di Matilde di Canossa ma, scoperto il piano e la destinazione finale, il Diavolo in persona decide di ostacolarlo in ogni modo. L'incontro col giovane re Vitige, pronto a partire per una grande avventura nel tentativo di salvare il suo popolo dalla carestia, induce Anselmo a cambiare i propri piani di viaggio, e di conseguenza a confondere il suo rivale... In un'inedita Pianura Padana fantastica dell'Undicesimo Secolo, un manipolo di coraggiosi ma sgangherati eroi affronta una brancaleonesca avventura irta di pericoli lungo il corso del fiume Po, ricco di miti e creature leggendarie della tradizione folclorica italiana.
Parlare di fantasy, per i canoni a cui siamo abituati oggi, forse è un po' fuorviante. E' una lettura di genere fantastico scritta negli anni 80 e usata anche come lettura scolastica (e io avrei voluto leggere questo piuttosto che altre cose noiosissime che mi son capitate...). Wikipedia mi dice che potrebbe essere il secondo di una trilogia, ma in realtà non si sente il bisogno di un primo né di un terzo libro.

La prima parte l'ho trovata carina e divertente (anche se si apprezza a pieno con una conoscenza basilare del dialetto della zona per cui mi sono avvalsa dell'aiuto di amici di qua XD) fino a quando Anselmo s'imbarca sulla Gogamagoga assieme alla sua sgangherata ciurma di personaggi strambi, ma da lì in poi diciamo che è un susseguirsi di eventi e incontri che non portano avanti la trama anche se mostrano creature ed eventi caratteristici della zona. Tutto sommato, comunque, non ho fatto fatica a leggerlo tutto, complice anche il fatto che la scrittura è semplice, scorrevole e i capitoli sono piuttosto brevi.

Il personaggio di Anselmo risulta simpatico, con quella vena che ricorda un po' Don Camillo che, anche se prete, era prima di tutto un cristiano, inteso come uomo terreno. La sua controparte, il Diavolo in persona, è in egual modo apprezzabile nella sua malignità mai troppo marcata per come presentata. Di tutti gli altri personaggi di contorno, sinceramente, non mi sento di spendere apprezzamento o odio particolare per nessuno: sono tutti abbastanza insapori, scarsamente utili come spalla, spesso solo macchie di colore o espedienti per portare avanti gli avvenimenti (e a volte nemmeno quello).

E' un libro da leggere? Se si è della zona, secondo me, lo si può apprezzare, perchè ci si riconosce e si capiscono al volo molte cose. Diversamente, lo trovo un libro un po' di nicchia, leggero, carino, ma che non ti lascia nulla di particolarmente impresso se non alcuni nomi stupendi e arzigogolati che devo appuntarmi da qualche parte per farci personaggi assurdi da giocare magari in qualche campagna breve o one shot di gioco di ruolo da tavolo XD