venerdì 17 giugno 2016

Ogni volta che comunico col mio banchiere è come spegnere il sole… ed è tutto dire contando la giornata uggiosa che c'è fuori dalla finestra.

I soldi muovono il mondo, ed è orrendo constatare come lo condizionino, come CI condizionino. Non ho ancora visto nessuno dei miei amici parlare di soldi con un sorriso o con spensieratezza. Ci appesantiscono, ci creano problemi, ci rabbuiano le giornate e aprire il portafoglio è uno sforzo. Quando poi lo si deve aprire per qualcosa ritenuto “futile” il sorriso che hai appena fatto davanti a una cosa che ti piace si spegne nell'osservare quei pezzi di carta che se ne dovrebbero uscire per quel sorriso da portare a casa, ma che uscendo potrebbero portarti tanti grattacapi nei giorni a seguire.

Il costo di un sorriso, di un momento di spensieratezza, spesso è proibitivo per tanti e ciò contribuisce a renderci tutti più tristi, più indisponenti e nervosi e a vivere questa vita come se fosse un dovere e non un piacere.

Se per sopravvivere si deve rinunciare al sorriso, non si può pensare che tutti siano disposti a farlo. C'è chi non ce la fa, c'è chi non ha una luce da seguire ed è triste. E’ grigio. Non è nero, come si può pensare, è tutto penosamente grigio. Il nero può essere la notte, nel nero si può accendere una stella. Il grigio è nebbia, il grigio è fumo ed è il grigio il colore che si sta diffondendo ingoiando tutto quanto. E non è brutto? Non lo è?

Ho compassione della società, di quella società grigia.

Ed è forse per questo che, nonostante tutto, vedo il mio sogno come qualcosa di buono, di colorato e ricco di ossigeno che mi dà la forza di avanzare, di crearmi uno spazio libero e di seguire l'idea di un'oasi libera da questo grigio asfissiante che spinge l'estro a rinchiudersi in un angolino per conformarsi ai requisiti di un mondo asettico.

Non voglio generalizzare, non sarà sempre e ovunque così. Il mio è uno sguardo generale in un momento in cui alzo gli occhi dal mio mondo per guardarmi intorno.
E non voglio giudicare. C'è a chi può piacere questo grigio, chi deve farselo piacere, chi mal lo digerisce ma deve conviverci. Ma tanti ci stanno annegando, tanti non lottano anche se vorrebbero. Perché non hanno più niente in cui credere, qualcosa da inseguire… e purtroppo non è la società a darci queste cose. Dobbiamo crearcele.

Quindi che posso dire… costruitevi un sogno. Pezzettino per pezzettino. Collezionate i pezzetti utili a realizzarlo, che sia grande o che sia piccolo, che sia utopia o che sia concretezza, serve qualcosa da inseguire. Inseguire qualcosa ci rende capaci di muoverci anche quando sembra impensabile.

Quando tutto sembra brutto è il caso di uscire, fotocamera/cellulare alla mano, e fermare ogni cosa che ci sembra bella, che sia un gesto o un oggetto e poi rivederseli. Costruirsi la propria collezione di bello, di luminoso, di colorato… e rifugiarcisi quando serve. Come attaccarsi alla maschera dell'ossigeno quando ormai si sentono i polmoni bruciare.

Lo dico io che ho vissuto una vita condita dal pessimismo. Non è irrealizzabile, non è impossibile. Può sembrare difficile all'inizio, ma basta trovare la cosa giusta, il proprio ossigeno personale, quella cosa che dà forza all'anima e ci spinge avanti.

Nessun commento:

Posta un commento