mercoledì 15 giugno 2016

Le Copertine: l'occhio vuole la sua parte, forse troppo...

Premessa: io stessa sono vittima di questo, una vittima cosciente come quasi tutti.

Ho studiato grafica pubblicitaria e nelle ore di progettazione, quando ti spiegano la psicologia delle immagini, del colore e compagnia bella, capisci come la mente umana sia manipolabile attraverso l'uso di luce, colore, un certo modello ideale.
E’ la storia vecchia quanto il mondo del perché nelle pubblicità delle macchine spesso ci son delle belle donne. Risale ancora ai tempi in cui era l'uomo che gestiva la famiglia, l'uomo che gestiva gli acquisti importanti e così chi deve attirare la pubblicità? L'uomo.

La pubblicità è fatta per attirare, dare le informazioni più accattivanti e le altre te le scrive in caratteri lillipuziani nella speranza che tu non ci posi manco l'occhio, ma che vai direttamente in concessionaria e ti informi, dove troverai venditori pronti a sfornare la loro parlantina brillante per convincerti.

In fin dei conti diciamocelo… ci son pubblicità di profumi magari bellissime, te compri quel profumo perchè fa figo, poi magari in commercio ce ne sono altri mille con fragranze cento volte migliori che costano anche meno.

Via torniamo sul seminato.

Dicevamo dell'occhio che vuole la sua parte. Non parliamo di bellezza delle persone, ma di una passeggiata in libreria. Io solitamente passeggio in tutta la libreria guardando cosa c'è, ma ammetto che il mio interesse va tutto nella sezione fantasy, gothic e ragazzi.
Quest'ultima forse è da lasciar fuori dall'argomento, perchè i libri per bambini, da quando mondo è mondo, sono illustrati e vivaci per invogliare il bambino ad avvicinarsi alla lettura che è un piacere che si deve innescare, mentre quello che gli occhi offrono è lì da sempre e tutti i giorni.

Ultimamente nelle due sezioni precedenti c'è stato un cambiamento generale nelle copertine, sempre più belle, sempre più accattivanti, epiche, brillanti, oppure misteriose, enigmatiche. Lode a tutti i grafici che lavorano in editoria, non è una critica al loro lavoro che, anzi, è pienamente riuscito.
Ma, diciamocelo, adesso perché si prende un libro in mano? Non neghiamo che è l'occhio a comandare la scelta (si lascino da parte i libri di autori a noi cari, ovviamente, che pur se hanno una copertina orrenda li amiamo lo stesso).

Mia mamma colleziona libri, ne ha ovunque. Se guardo i suoi libri, quelli a lei più cari che leggeva da ragazza, quelli ancora con le copertine rivestite in stoffa… ecco, son tutti uguali. Cambia il colore forse, ma tutti sono libri pastello con i titoletti stampati in oro. L'occhio lì non c'entrava niente.

Adesso ci sono libri che offrono copertine degne di un videogioco… per carità, io le amo, così come amo le copertine rigide con sovracoperta piuttosto di quelle morbide, ma mi è già successo di non trovare niente dietro tanta bellezza. Il contenuto non rispecchia sempre le promesse che l'occhio estrapola dalla copertina. A volte ci sono anche copertine che non c'entrano una mazza con la storia.

Molti di voi pensaranno: eh vabbeh, io apro il libro e leggo la quarta di copertina. In realtà mi è già capitato di trovare in libreria persone che hanno preso in mano il libro commentando la figaggine della copertina e… stop. Ammirati dal lavoro del disegnatore/grafico lo hanno preso, senza pensare che lui/lei non c'entra un piffero con l'autore e che disegnare e scrivere, pur partendo forse dallo stesso punto, son due cose molto diverse.

Chi ci rimette in tutto questo? Quei libri che, seppur meravigliosi, magari non hanno una grafica che attira e rimangono lì, nascosti dalla luce folgorante di altri mille dal disegno curatissimo, dalla grafica ricercata… e niente. Va così. 

Come ho detto da subito, io stessa mi riconosco nell'errore di essere sopraffatta da tutto ciò che è bello all'occhio e a volte rendendomene conto, mi sforzo di fermarmi, lasciar da parte la moltitudine di informazioni ammiccanti dirette ai miei occhi, e frugo anche il resto. Più spesso capita che trovo una recensione di un libro promettente gironzolando sul web e poi vado a cercarlo, scoprendo nella copertina il motivo per cui non lo avevo notato.

Forse l'universo dei libri si sta avvicinando a quello del fumetto per certe scelte.
E dalla copertina in certe sezioni si capisce anche il genere, ci avete fatto caso? Il fantasy punta molto sull'illustrazione e sulla grafica, mentre il gothic (dove ora rientrano di solito vampiri, angeli, demoni, sirene, fate e tutto l'urban) ha queste copertine scure con grafica minimale e con fotografie struggenti rielaborate al computer. Su DeviantArt è pieno di artisti che offrono gallerie di queste foto e, se si cerca, si trovano molti degli autori dei lavori che si trovano su tali copertine.

La fantascienza poverina è racchiusa in un buchino sempre più anonimo. In Italia forse è vero che non abbiamo un gran repertorio di autori fantascientifici, ma è anche vero che nessuno fa niente per promuovere la fantascienza in libreria (lasciamo da parte l'Urania ovviamente, che ne ha sfornata tanta di fantascienza. Mi sa che il premio Urania ci sia ancora no? Me ignurante in materia fantascienza)

E poi c'è la fetta di libri che io, personalmente, non ho mai avuto occasione di leggere: quelli che si vendono basandosi sulla copertina. Non per la copertina stessa, ma perché sono scritti da gente che fa leva sulla propria immagine per vendere, ovvero tutti i famosi di tutti i campi possibili, dalla tv allo sport che, prima o poi, finiscono con lo scrivere un libro.
Per carità, liberissimi, ma a mio parere se devi mettere la tua foto in copertina, vuol dire che non ti fidi troppo del contenuto e punti di vendere a tutti coloro che sono già tuoi fans, non al popolo dei lettori che da una vita compra e legge libri.
Scelte… per loro son solo entrate in più probabilmente.

Gli unici che forse hanno tutto il diritto di farsi guerra a suon di copertine, sono quei libroni, spesso cari arrabbiati, che puntano tutto su foto e illustrazioni. Sono libri stupendi, ne ho alcuni sugli animali, ma ce ne sono di moda, di musica, di arredamento, di natura, di storia… sono vere e proprie raccolte di chicche per gli occhi, dove la parte scritta è minima e dovuta per spiegarti ciò che vedi e far sì che tu, affascinato dal ricordo ottico, ti infili in testa qualche nozione, giusto per non fare il bambino ignorante (nel senso puro del termine) che guarda solo le figure.

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