giovedì 16 giugno 2016

Scrivere per se stessi

Fare qualcosa per passione spesso vuol dire farla per se stessi, per migliorare, per accendere l'autostima, per rilassarsi, per passare il tempo e per tante altre cose che non implicano la condivisione di questa passione con qualcuno. Se ne gode nell'intimo tra io, me, me medesimo, me stesso, nome, soprannomi vari…

Poi arriva quel momento in cui, caricati dall'autostima e dalla soddisfazione ricavata da tale processo, decidiamo di condividere queste cose con il mondo.

E’ una scelta combattuta e che spesso comporta una sonora musata contro la realtà, che non sempre è il giudizio negativo, perché le critiche si accettano, specie se costruttive. Si accettano i pareri, si accettano i commenti, si accetta tutto perché ciò comporta, comunque, l'aver condiviso. Qualcuno ci ha letti/visti e ha detto la sua.
No, la cosa peggiore contro cui andare a sbattere è l'indifferenza.

Se il tuo lavoro non raccatta né critiche, né commenti, né attenzioni vuol dire che è come trasparente, grigio, non suscita nessun interesse. E fa male.

Eccome se fa male.

E a quel punto che fare? Ritentare o tornare a chiudersi nel proprio universo compiacendosi nel condividere qualcosa solo con se stessi, convinti che siamo i soli a saper davvero apprezzare il nostro lavoro?

Non critico questa scelta, perché protegge da ferite e colpi che possono davvero far male, ma optando per tale cammino la nostra passione non può che rimanere tale e, se si aspira a qualcosa di più, è inutile dire che scriviamo per noi stessi.

Scriviamo per gli altri e quando gli altri non prestano attenzione a ciò che abbiamo fatto per loro monta su la delusione, la rabbia e la frustrazione. Eppure, anche in questo modo, gli altri ci spingono a ritentare ancora, e ancora, fintanto che non poseranno gli occhi su di noi, fosse anche solo per uno schietto “ fa schifo”.

Se i complimenti caricano l'autostima, le critiche innescano la sfida.

Si può sempre migliorare, e il confronto con il prossimo è l'unico modo per migliorare nel modo più giusto e temprante.

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