domenica 31 luglio 2016

L'Occhio del Dragone di Dave Morris

Ah quei tempi in cui era più facile trovare qualcuno che giocava leggendo piuttosto che attaccato a una console o, per stare al passo coi tempi, al suo smartphone.
Vi ricordate (anche no) che secoli fa parlai di un librogame che avevo messo da parte dopo aver fallito per 8 volte in 8 modi diversi? Ebbene, eccolo qui e... ho rifallito altre 7 volte pur col sostegno nelle scelte del mio compagno quindi, dopo quindici tentativi finiti male, per me questo libro game è finito!


Serie Golden Dragon, metodo di gioco molto semplice, ma se cercate un librogame difficile, questo fa per voi. Già all'inizio viene presentata come un'avventura difficile e viene suggerito di annotarsi i vari tentativi e le varie scelte di modo da non ricommettere gli stessi errori perchè, come prevedibile, morirete tante di quelle volte che non riuscirete a tenere a mente tutte le scelte che avete fatto.

Siamo mandati in una città abbandonata, Thalios, maledetta dagli Dei e per questo sommersa dal mare. Adesso le sue rovine sono ancora là, raggiungibili fino a quando la marea non si alza, ma sono infestate dai Kappa, creature marine che sembrano fatte di corallo. Dobbiamo trovare Mastro Giru, arrivato alla città per le sue ricerche assieme a delle guardie e al suo apprendista. Lo studioso ha trovato il famoso Occhio del Dragone, ma ha bisogno di un potente mago (si, siamo noi) per aprire lo scrigno in cui è custodito.

La maggior parte delle volte siamo morti senza nemmeno arrivarci da mastro Giru e, una volta arrivati, abbiamo fallito perchè non avevamo niente di ciò che serviva... non è frustrante? Per recuperare tutti gli oggetti utili dovete davvero infilare ovunque, provarle tutte... e morire mille volte, perchè va sempre a finire che ti scoprono, ti sentono, chi sembrava amichevole non lo è, non c'è niente di innocuo (o quasi) e l'unica è tentare, tentare e tentare... sperando anche nella fortuna dei lanci di dado.

Ero tentata di segnarlo abbandonato, ma in realtà 15 tentativi non si possono definire abbandono. Ho concluso con l'andarmene dalla città a mani vuote, ma almeno vivo e vegeto, anche se bellamente e notevolmente ammaccato, ma per lo meno non sono morto per qualche oscura ragione (ammazzato, avvelenato, spiaccicato...).

Se vi piacciono le sfide difficili e avete un pomeriggio per leggere, provatelo. Prendetevi un foglio e segnatevi tutte le scelte e dove morite, cercando di evitare gli sbagli precedenti e... buona fortuna!
Torno a finire la mia lettura "standard"...

sabato 30 luglio 2016

Il Salone del Libro di Torino si sposta a Milano?


Probabilmente se non avete tra gli amici persone che scrivono, leggono, pubblicano, allora forse la cosa potrebbe esservi anche passata inosservata, ma nelle ultime settimane c'era un gran fermento per la questione Salone del Libro.
L'Aie (Associazione italiana editori) ha infatti deciso che uscirà dalla Fondazione del Libro e saluterà Torino, decidendo di fare una nuova fiera a Rho (MiBook potrebbe essere).
Ha vinto una maggioranza di 17 su 32 votanti a cui sono seguite le dimissioni di diversi editori indipendenti che non hanno assolutamente apprezzato la decisione presa. Ovviamente anche all'interno sono rimasti editori che non vedono la cosa come una scelta propriamente buona.
Diciamo che è la stessa opinione che ho io: perchè scegliere e mettere Milano contro Torino? Non si poteva organizzare una seconda grande fiera a Milano e lasciare intatto il Salone di Torino? Boh.

Ovviamente manco la Fondazione e Torino han preso bene la cosa e non rinunceranno certo al Salone solo perchè l'Aie ha pensato di spostarsi a Milano (dove mi pare abbia anche sede). L'idea è quella di rivedere l'organizzazione del Salone e renderlo un evento ancora più bello con una parte fieristica e una più festival.
Il Salone è sempre stato un grande appuntamento per l'editoria italiana, con tantissimi eventi, presentazioni, opportunità. Una vetrina enorme a cui anche con l'associazione abbiamo partecipato ricavandoci un posticino tra le case editrici maggiori e le più piccole, tutte riunite in una fiera che faceva sentire ancora speranzosi per un'Italia amante della lettura e del sapere.


Su facebook ho letto numerosi messaggi da case editrici che davano la loro opinione in merito alla scelta fatta e, soprattutto, c'è molto malcontento anche tra la gente comune, autori e lettori che da trent'anni vedono il Salone come un evento annuale da segnarsi in calendario. La trentesima edizione sarà al Lingotto, poi si vedrà... La cosa continua a sembrarmi assurda. Perché farsi la guerra e fare due eventi contemporaneamente? Perché non aggiungere un altro evento durante l'anno destinato a farsi un nome?

L'Aie dice che la nuova fiera di Milano prenderà come esempio la Più Libri Più Liberi di Roma, fiera che da quindici anni va avanti e che, però, noi non abbiamo mai sperimentato perchè ha dei prezzi molto alti sebbene si rivolga alla piccola e media editoria.
In realtà pare che con i nuovi accordi di Milano i prezzi potrebbero essere inferiori a quelli di Torino... ma diciamo anche che potrebbe essere vero in funzione di una fiera che, in fin dei conti, sarà alla prima edizione e dovrà farsi un nome.


Non so... Io non posso dirmi un'affezionata di Torino perchè comunque non ci sono mai andata e come associazione ci siamo stati solo per due anni, ma comunque ritengo davvero assurdo guerreggiare su fiere incentrate sulla cultura e lo svago intelligente. Diciamo che in sostanza potrei definirmi perplessa e amareggiata al pensiero che ci siano più interessi personali che altro alla base della scelta e che l'interesse per il pubblico e il significato/apporto culturale della fiera in sé siano stati messi in secondo piano.

Non resta che aspettare e vedere come la cosa verrà portata avanti. Se alla fine si optasse per due grandi fiere in momenti dell'anno diversi, secondo me sarebbe la scelta più saggia senza inutili rivalità che magari continueranno a esistere (come tra Reggio-Emilia e Parma tipo) ma non su questioni come le fiere del libro che non possono che far bene alla gente, che qui l'ignoranza dilaga in maniera disarmante!

venerdì 29 luglio 2016

Un po' di musica con due chiacchiere #2


Pur non essendo il mio genere, devo dire che la trovo particolarmente adatta e rilassante da ascoltare ogni tanto. Poi City Hunter lo adoravo, penso che Rio sia stato il mio primo grande amore XD e adoravo la sigla italiana di Stefano Bersola.
Oggi è una giornata uggiosa e appiccicaticcia. Ieri tirava un bel venticello, oggi è giusto un refolo caldo che non aiuta la mia voglia di non far niente. Il ciclo in ritardo (come al solito) fa dannare l'anima... le figliuole mi capiranno. Io son convinta che il pre-mestruo sia vero, io per lo meno sono piuttosto nervosa, soprattutto lunatica, e lo riconosco.
Stasera vorrei continuare a far qualcosa per il 27 agosto e dovrebbe darmi una mano anche l'omo, si spera... così ha detto, ma anche lui è un campione nel procrastinare le cose...
A me non viene mai molta voglia di lavorare da sola... eppure mi piace lavorare da sola, nel senso che non sono mai completamente convinta di farmi aiutare perchè tanto so che non verrà mai la cosa come dico io, però la compagnia intorno, anche se la persona sta a fare altro, mi fa venire voglia di combinare qualcosa. Quindi, se alla fine non vuole far nulla, che si metta al computer qui con me e mentre lui gioca o spippola io cucio!


I Gregorian, un tempo li ascoltavo molto di più. Piaccion un sacco a mia mamma, a me alcune canzoni più di altre. Alla fine sono cover di pezzi famosi rifatti in stile canto gregoriano. Sono rilassanti.
Facebook mi ricorda che tre anni fa arrivò il paccone delle prime 100 copie di Leodhrae - Il Risveglio dell'Alchimia! Ricordo il casino per riuscire a portare in casa il bancale, perchè il corriere me lo scaricò sul marciapiede e ciao... quindi dovetti richiamare il mio ragazzo da lavoro per portarlo in casa. Non potevo certo lasciarlo lì, tra l'altro pioveva... solita sfiga XD
Le prime 100 copie regalate dalla mamma, per fortuna. Adesso stanno arrivando 31 copie del secondo per Grazzano perchè le avevo esaurite e, ok, magari non ne venderò 30, ma andare senza mi pareva un attimo da scemi...


Ma sarà bello questo brano? Adoro, l'avevo già detto che mi piace questa musica con le voci, vero?
Sto leggendo un fantasy italiano, un urban fantasy... young adult. Diciamo che non è proprio il mio genere e anche qui mi sto chiedendo dove fossero i correttori di bozze della casa editrice. Possibile che ci siano così tante case editrici medio-piccole che non fanno un lavoro decente con i testi? Boh... sono abbastanza delusa e amareggiata. Non ho referenze e non ho studiato per fare questo, ma mi vien da pensare che sarei un correttore di bozze meglio di tanti altri, evidentemente...


Anche oggi dopo una partenza di ricordi la mia riproduzione casuale si sta assestando sullo stesso filone dell'altra volta. Vero anche che una buona parte delle scelte sono su questo genere, quindi le probabilità sono alte... però insomma, l'altra sera il mio portatile ibernato aveva avuto un guizzo di vita proponendoci Hamtaro nel bel mezzo di uno scontro contro un mostrone in D&D... siamo rimasti tutti un attimo perplessi prima di capire da dove arrivasse la musichetta XD computer burlone!
Mi ero detta di pubblicare il terzo di Leodhrae entro la fine dell'anno, ma di 'sto passo la meta mi sembra sempre più utopistica. Non riesco a scrivere nulla... Ora poi il caldo non aiuta, il trasloco di mia mamma non aiuta, la salute non aiuta... troppa roba in sospeso!


E ovviamente parlando di Leodhrae salta fuori Reign of Chaos, la canzone con cui è nata Aghadralia. Un po' mi sento colpevole, devo ammetterlo. Ho abbandonato i miei personaggi e li sento abbastanza indignati dalla mia pigrizia e mancanza di concentrazione, come se fossero lì, nella sala d'attesa del mio cervello, impazienti di continuare a raccontarmi la storia perchè io la trascriva... ma io non riesco a concentrarmi, a prestar loro la dovuta attenzione e quindi per ora il terzo volume è fermo a boh... circa 200 pagine mi pare. Sto ancora ragionando sul trovare un modo per sbloccare la situazione, ma nonostante diversi tentativi, non ho ancora trovato una soluzione... Datemi i soldi e la possibilità per andare in vacanza su un cucuzzolo una settimana... magari funziona... uffa!

martedì 26 luglio 2016

I Love Shopping di Sophie Kinsella

Io ovviamente arrivo sempre per ultima, però a 'sto giro non si parla nemmeno di mie letture abituali, quindi sono giustificata, no? Non conoscevo la Kinsella fino a qualche mese fa quando, leggendo alcuni estratti di associati, mi era stato detto che era il genere chick lit. Chick lit? "Ma sì, quelli tipo la Kinsella?" Kinsella? Io cadevo dal pero. Non sono una lettrice di rosa in generale e i sottogeneri non li conosco e così mi sono informata e ho capito. Grazie Wikipedia!
Il primo approccio è stato casuale: ho trovato un piccolo ebook gratuito per caso. I Love Shopping a Venezia mi era sembrato carino e mi aveva incuriosito; una mia amica che di solito è abbastanza stretta di giudizi mi aveva confermato che era una serie carina e così, passando al mercatino dell'usato, mi son trovata davanti a diverse edizioni del romanzo e me ne sono presa una con copertina rigida, compatta e carina.


La mia non è questa qui sopra, ma non trovo la foto (e su Anobii è un francobollo), ma non fa differenza. La trama è molto semplice:
Rebecca Bloomwood - Becky per gli amici - è una giornalista economica della rivista "Far fortuna risparmiando". Vive a Londra, insieme a Suze, con cui divide entusiasmi, fantasie, progetti per il futuro. È carina, piena di inventiva, determinata. E ha un'irrefrenabile passione: lo shopping. Irrefrenabile al punto da diventare una sorta di malattia, che la spinge a comprare abiti, accessori, cosmetici, ma anche dolci, biancheria e articoli per la casa, a dispetto di una reale necessità. Perché in ogni negozio o grande magazzino, in ogni catalogo di vendite per corrispondenza c'è sempre, per Becky, l'occasione da non perdere, l'oggetto irresistibile di cui non può assolutamente fare a meno. Niente e nessuno riescono a trattenerla: non le pressanti lettere di sollecito delle banche per i suoi molti conti in rosso, non i manuali che insegnano a risparmiare, non i buoni propositi di contenere le proprie spese.
Una trama che di per sé è la cosa più lontana in assoluto da me che non seguo la moda, di solito evito tutto ciò che è firmato perchè il mio budget per il vestiario si limita a due cifre. Tra l'altro i soldi per me sono una continua fonte di stress e non riesco assolutamente a ignorare le bollette che scadono, il condominio da pagare e le telefonate della banca se il conto rimane scoperto. Beata Becky X'D ma da una certa parte anche no: lo shopping compulsivo è un serio problema!
Ovviamente il romanzo, narrato in prima persona dalla protagonista, è divertente, verosimile nei pensieri e nelle fantasie, anche se bisogna ammettere che Rebecca è una bugiarda patologica! Come fa a uscirne non si sa!
Sicuramente non è una persona da prendere come esempio per sopravvivere senza problemi, ma anche lei avrà il suo riscatto e alla fine è una persona buona, solo che deve ancora prendere le misure con la vita e unire la sua passione per l'acquisto compulsivo a una situazione economica che possa soddisfarla (e tutti vorremmo una tale situazione economica...).

Io volevo staccare dal fantasy dopo una lettura pesante e sicuramente questo è il diretto opposto: leggero, divertente, ti fa sorridere ed è scritto in modo molto semplice e coinvolgente, un modo in cui ci si riconosce, tanto che a volte ti senti in imbarazzo per la protagonista e le sue colossali figure di...

Curiosa, ho scoperto che ne è stato fatto anche un film e così stamattina mi sono cercata il trailer su YouTube... ed è stata un'amara delusione.


Certo, il libro ovviamente presenta una protagonista fissata, proprio malata di shopping tanto da ignorare le lettere della banca e spendere comunque cifre assurde, ma qui sembra isterica... diciamo che sembra molto più imbranata, incapace e frivola di quanto non sia nel romanzo. Ma in generale tutte le donne maniache dello shopping mi sembrano un'esagerazione inutile che vuole far ridere più del dovuto. Se ho intuito bene dal trailer, anche Suze non è come nel libro... La mia amica citata sopra che mi aveva parlato bene dei libri, non ha apprezzato il film. Questa mi pare una conferma sufficiente a farmelo evitare.

Adesso torno al fantasy italiano. Della Kinsella ho anche un altro romanzo (di cui ora non mi sovviene il titolo) ma non altri della serie di I Love Shopping... però al negozio dell'usato ce n'erano altri... Magari quando ci ricapito li prendo che come intercalari leggeri e veloci sono piacevolissimi. Non credo mi convertirò al genere e non so neanche quanto possano essere ripetitivi a lungo andare, ma tentar non nuoce (specie quando un libro lo paghi 1 euro!)

sabato 23 luglio 2016

Vivremo di funghi?


Negli ultimi giorni sono circondata da funghi, notizie sui funghi... ho anche mangiato funghi l'altro giorno...
Da piccola amavo andare a raccogliere funghi con mio papà, mi piaceva cercarli ed esultare quando scovavo un porcino ben nascosto sotto le foglie. Mi piacciono i funghi, ma non ne sono un fan sfegatata (come invece è il mio compagno); li uso spesso nelle zuppe, negli spezzatini e devo dire che sento tanto la mancanza dei funghi fritti che faceva mia nonna... friggere non è la mia specialità.
Adesso non raccolgo più funghi. A parte che non saprei dove andare, c'è tutta la trafila dei permessi e non son neanche certa che li saprei riconoscere bene come un tempo... non vorrei finire in ospedale XD


Adesso è facile trovarne diversi tipi anche al supermercato, qualcosa di più di semplici champignons. I funghi sono utili, hanno un sacco di proprietà benefiche anche se non si deve credere che siano miracolosi. Non esiste nulla di miracoloso, ma è ovvio che in natura ci siano numerose piante che offrono principi attivi preziosi per il nostro organismo. I funghi commestibili sono tantissimi e hanno sapori anche molti diversi, per cui si potrebbe dire che ci sono funghi per tutti i gusti! Si possono mangiare in un sacco di modi diversi, ma ieri sera mentre passeggiavamo per la fiera di Montechiarugolo, ci siamo imbattuti in uno stand che vendeva caffè, the e cioccolata calda a base di funghi.

Ganoderma lucidum

La definizione, ovviamente, è molto approssimativa. In realtà alle miscele viene aggiunto del fungo polverizzato, un fungo specifico che per un po' ha fatto scalpore perchè sembrava miracoloso: il Ganoderma lucidum. Questo fungo che cresce sui tronchi di querce e castagni, ha sì proprietà benefiche, ma non è certo miracoloso, né è l'unico fungo ad averne, ma sì è guadagnato una certa fama. Adesso ci sono varie aziende che producono miscele per farsi in casa caffè, the, cioccolata, mocaccino, caffellatte... con l'aggiunta di questo fungo di modo da beneficiare delle sue proprietà. Fa bene al sistema immunitario, la sistema digerente, per il controllo del colesterolo e la lista continua (si trovano decine di articoli su questo fungo, ve l'assicuro).


L'anno scorso, ma ancora di più quello prima, era facile trovare in giro kit per coltivare funghi in casa. Alcune varietà sono semplici da coltivare e pare che i fondi di caffè siano proprio una buona base, ma in fondo i funghi più facili da coltivare sono proprio i saprofiti, ovvero quelli che si nutrono di sostanze animali o vegetali in decomposizione (i porcini non si coltivano in casa... anzi, è davvero difficile riuscirci in ogni caso, essendo loro funghi simbionti).


Ma se pensavate che i funghi fossero solo utili da mangiare... beh, vi sbagliavate! E' italiana l'idea, più precisamente l'azienda che ha inventato il prodotto sta a Montelupo Fiorentino (pensa te, ci sono anche stata a Montelupo!). La Grado Zero Espace è specializzata in cose strane, quelle da geniacci: si occupa di ricerca e innovazione in ambito di materiali per diversi utilizzi e ha creato con i funghi un tessuto che sembra quasi pelle scamosciata; è impermeabile, morbido e si adatta a lavorazioni simili a quelle che si potrebbero creare con la pelle, ma è completamente vegetale, sia la materia prima che la concia. La Muskin viene definita VeganOk... ma diciamo che a parte essere adatta ai vegani, è in generale un modo per sopperire alla pelle animale. Son sempre dell'idea che di un animale macellato dovrebbe venir usato tutto il possibile, pelle inclusa, ma se un animale viene allevato solo per la pelle... beh, la muskin potrebbe essere una buona idea. Dal loro sito potrete accedere anche allo shop dove comprarla, nel caso foste curiosi di provarla!


E quindi, potere ai funghi! Già che ce ne sono di belli, di brutti, di buoni, di velenosi, di allucinogeni... adesso oltre che mangiarli potrete anche indossarli e berli! 

giovedì 21 luglio 2016

Atlantica - La Genesi di Giorgio Zanzi

Era il BUK di Modena del 2015, il 22 febbraio. Io e il mio ragazzo eravamo allo stand del S.E.U. assieme ad altri autori dell'allora non ancora associazione. Si avvicina a noi una coppia e dei due lui chiede informazioni su chi siamo, cosa facciamo... ed è così che conosco Giorgio Zanzi, finendo dal parlare del S.E.U. a parlare di libri e di gioco di ruolo. Al termine della conversazione, con la promessa di pensare all'idea di aderire alla nostra non ancora associazione, ci regala il primo libro della saga.
Con un bel po' di ritardo mi sono appropinquata alla lettura due mesi fa, decisa a leggere i libri dei colleghi che ho in casa e questo è stato il primo, un bel librone di quasi 600 pagine.


Trama:
Sono tempi difficili per il ducato di Felceri: il passo di Oveda, che attraversa i monti a nord e porta alla repubblica di Katiana, è chiuso. Le tensioni tra i due stati sono forti e provocano non pochi problemi, soprattutto economici e di approvvigionamento. In tutte le città del ducato l’esercito ha fin troppa mano libera per mantenere l’ordine e provoca ulteriori ostilità, soprattutto con le piccole comunità di elfi e nani.
A Porto d’Argento, il cuore del ducato, la confraternita dei mercanti sembra accettare in silenzio il cattivo andamento degli affari, ma in questi giorni difficili, all'improvviso, il palazzo ducale viene congelato.
E’ qui che entrano in azione i protagonisti di questo romanzo fantasy (di cui La genesi è solo la prima parte): guerrieri, elfi nani e chierici affronteranno nemici pericolosi, uniti da una forte amicizia. Coraggiosi e di buon cuore, i protagonisti di questa saga dovranno affrontare, draghi, non-morti, orchi, goblin, coboldi e, soprattutto, terribili minacce oscure. Potere politico, complotti religiosi, paure e dubbi di cuore saranno alcuni degli ostacoli che i giovani avventurieri Idra, Beltran, Cosetta, Ramas, Otik, Gorak, Martirius e Urania affronteranno affiancati e mossi da tante, diverse e personali motivazioni.
Questo è il diario di una delle protagoniste: Cosetta, composto da parole a volte ragionate a volte emotive, nel tentativo di raccontare quanto la storia di Atlantica abbia travolto e trasformato la sua vita.
Questo riassume perfettamente il contenuto dell'intero romanzo.
Il libro è raccontato in prima persona da Cosetta, appunto, che scrive il suo diario partendo da 4 anni prima dell'oggi in cui sta scrivendo. A inizio libro viene spiegato il conteggio del tempo che in questo mondo ha denominazioni diverse, nulla di sconvolgente che vi renderà la lettura incasinata, tranquilli.
Il fatto è che la ragazza racconta di scene in cui non era presente, riporta alla perfezione dialoghi che non ha sentito o di cui all'epoca non capiva la lingua e tutto questo lascia abbastanza straniti e fa pensare: perchè non scegliere la terza persona ed evitare il diario se si vuole raccontare tutto?
La risposta arriva al capitolo IV, se ricordo bene. Peccato che tale capitolo sia a metà libro! L'incongruenza della faccenda potrebbe aver già scoraggiato il lettore dal proseguire...
Comunque: Cosetta, mentre scrive, rivede il passato e "vive" anche scene in cui non era presente. Praticamente non si affida solo ai ricordi, ma piuttosto a queste visioni (il motivo per cui le ha e se sia normale non ci è dato saperlo, per il momento).

Perchè ci ho messo così tanto a leggerlo? Principalmente il problema è riassumibile in una parola: ripetizioni. Ce ne sono così tante che è impossibile che il testo risulti scorrevole e oltre alle classiche ripetizioni di sostantivo (tipo solo a colpo d'occhio la stessa parola su tre righe ripetuta anche cinque volte), ci sono anche quelle di concetti e azioni che fanno venir voglia di saltare dei pezzi e andare avanti (cosa che non faccio mai, per partito preso).
Neanche i dialoghi sono impostati in una maniera molto scorrevole, a tratti sembra quasi un copione.
Il fatto di sapere che Zanzi è un master di gioco di ruolo porta a pensare che possa essere la trascrizione di una campagna dato che, se ho capito bene, questa è stata una delle sue avventure (non vorrei aver capito male). Forse una trascrizione fin troppo letterale e dettagliata che potrebbe essere alleggerita di ripetizioni e azioni superflue e scontate.
Il problema è: l'autore potrebbe aver fatto l'errore di ritenere essenziale tutto, ma la casa editrice? Nessuno lo ha letto? Le ripetizioni chiunque le nota, ce ne sono talmente tante che un correttore almeno tre quarti le avrebbe dovute rimuovere (in realtà avrebbe dovuto sistemare tutto, ma ci si poteva accontentare...)

I tre puntini. Tre punti ovunque, messi laddove non hanno senso di esistere... Capisco che abbiano un loro senso, alcuni proprio non li tollerano (poverini), ma qui ce ne sono davvero troppi, ovunque. Fanno la funzione di virgole, punti e virgola, punti, due punti... praticamente ogni pausa viene espressa con i puntini, ma non è un uso corretto! Dopo un po' non sai più come leggere le frasi e opti per ignorarli e autocorreggerti in testa le pause espressive lasciando i puntini di sospensione solo dove hanno un senso.

Di refusi, almeno per una buona parte, non ne ho trovati; dalla metà in poi, dove avevo notato un miglioramento riguardo le ripetizioni (almeno per una buona parte) sono apparsi quelli: dialoghi con la lineetta, corsivo mantenuto anche nel non parlato (il parlato in lingua diversa dal comune è scritto in corsivo), errori verbali, incongruenza femminile/maschile plurale/singolare oltre alla totale e diffusa allergia per apostrofare gli articoli indeterminativi quando si potrebbe.
Il problema è che succede spesso con i libri della GDS, quindi credo proprio che ci sia un lavoro dietro un tantino scarso... Se apri il libro a caso e fai leggere una pagina a un amico e questo inizia subito a notare gli errori... beh, siamo tutti correttori di bozze migliori? Non è proprio una gran figura per una casa editrice e a rimetterci è anche l'autore che ci si è affidato.

Lasciando da parte la forma e analizzando il contenuto, direi che questa è un'introduzione presa molto alla larga dal punto cruciale della storia. Possiamo definirlo quasi un esteso prologo che, forse, poteva essere un po' snellito e condensato. A volte la scelta, sopra citata, di far vedere a Cosetta le scene anche al di fuori del suo vissuto uccidono un po' l'effetto colpo di scena che potrebbe esserci. Forse avrei optato per far avvenire il colpo e poi spezzare con la descrizione di quanto avvenuto prima dal punto di vista di quanti in realtà Cosetta, al tempo, non aveva visto, ma son scelte.
E sono scelte pure i nomi. Non mi riferisco ai protagonisti e nemmeno agli umani, volutamente denominati con nome e cognomi per lo più italiani. La cosa che mi ha fatto storcere il naso sono gli elfi... Paul (ben due elfi con questo nome) Sebastian, Michelle, Daniel... Ok, direte voi, ognuno vede le cose a modo suo, ma io non riuscivo proprio ad associare il nome a un elfo. Abitudine derivante dai libri, dai giochi, dal fantasy classico... è un mio problema, ma in fondo questo è il mio parere sul libro.

Nonostante l'autore offra descrizioni, spesso lo fa in modo molto approssimativo che rende impossibile figurarsi bene i personaggi o alcuni ambienti e poi magari si sofferma molto su un dettaglio di poco conto. A volte si ha proprio l'impressione che al posto di mille ripetizioni, qualche sinonimo azzeccato avrebbe potuto chiarificare un attimo le cose o evitare di incasinare quelle già chiare.
Per il resto, sono sicura che se avete giocato a Dungeons&Dragons o similari, riconoscerete puntualmente una campagna di gioco, a partire dai tiri falliti, al cozzare contro la classe armatura del nemico... In alcuni punti la prosa nasconde meglio o peggio la natura meccanica di alcune parti del gioco, però la natura caotica ma buona dei nani... no... per un estraneo dei giochi di ruolo una natura "caotica ma buona" non significa niente, è un termine troppo tecnico.

I protagonisti mi risultano più o meno tutti allo stesso livello. Non mi sono particolarmente affezionata a nessuno, tutti hanno i loro difetti e i loro pregi... Dovessi scegliere, sceglierei per odio, nel senso che dall'elenco Urania è troppo buona (mi stanno allergici i buoni peace&love XD) e Martirius, troppo stronzo (in rivalutazione, forse?). Per il resto c'è un certo altalenare caratteriale che me li rende tutti in generale un po' poco definiti, ancora.

Ho apprezzato maggiormente la parte politica a Porto d'Argento o, paradossalmente, le scene dove erano esclusi i protagonisti, quelle che Cosetta ha visto solo nelle visioni (me ne sovvengono due, entrambe quasi alla fine del libro, al tempio degli elfi e alla festa di fine stagione).
Non credo dipenda dal fatto che non mi stia troppo simpatica Cosetta, né dalla prima persona (io stessa ho scritto libri in prima persona). Penso sia dovuto al fatto che, esulando dalla routine di gruppo, sia stata più difficile la ripetizione di concetti... e credo che, se fossero risolti i problemi sopra, la distinzione non si noterebbe più.
Tecnicamente, credo, dovrebbe essere un libro in crescendo. Già questa prima parte è in salita a livello di eventi e problemi e, date le premesse, dovrebbe essere così fino alla creazione/scoperta/non so di Atlantica e alla descrizione del presente e forse anche del futuro? Non lo so. La partenza è sicuramente lenta, ma potrebbe evolversi in qualcosa di meglio (confidando che prima o poi la casa editrice faccia delle correzioni come dovrebbe).

Il secondo libro della saga, La Fondazione, è già uscito ed ha circa 200 pagine in meno. Ne ho letto un piccolo estratto e credo che alcuni problemi di questa prima parte siano rimasti, come le ripetizioni e i tre puntini... Non so a che distanza l'autore li abbia scritti, ma di base la casa editrice è la stessa e se l'autore non ha cambiato modo di scrivere, i correttori di bozze saranno sempre gli stessi a distanza di un anno...

Ero partita con aspettative migliori, sia perchè di solito parto sempre positiva verso i colleghi, sia perchè se vi capita di parlare con l'autore, sarete travolti dal suo entusiasmo e dal sostegno che porta alla sua opera. Purtroppo penso che in parte la colpa vada anche alla casa editrice: se un autore deve dividere il suo lavoro con una c.e., allora quella c.e. deve metterci del suo per meritarsi la sua parte, cosa che qui mi pare non esista...
L'autore e i suoi libri saranno alla Festa dell'Unicorno, a Vinci (FI) questo fine settimana (22-24 luglio); se siete in zona, fateci un salto. La festa merita sempre, è piena di eventi, ospiti, banchi a tema e tante cose belle!

lunedì 18 luglio 2016

Un po' di musica con due chiacchiere #1


Lasciamo andare la riproduzione casuale nel lettore e vediamo un po' cosa mi porta oggi. Un po' di musica di questo tipo c'è sempre e di solito la sfrutto molto mentre scrivo perchè è l'ispirazione migliore; ne ho delle playlist fatte ad hoc in dipendenza di cosa sto scrivendo (principalmente 5: una per Leodhrae, una per Reset, una per Realm of Thorns, una per In Our Memory e una per All'Ombra della Torre... curiosi eh?)


Adoro... l'adoro davvero tanto e l'ho usata tantissimo per scrivere di tutto. Penso sia molto presente nelle mie playlist e in cuffia. Magari non è proprio l'ideale per le giornate depresse, ma io l'ascolto ugualmente perchè mi piace troppo, mi scorre in vena come acqua e me la godo con grande piacere!

Oggi sto discutendo molto con una collega socia, vice presidente di S.E.U. su recensioni, letture, piattaforme e cose così, roba da gente che scrive e legge. Ragionavamo su come si maturi nei gusti, su cosa leggiamo, perchè, cosa ne pensiamo... crescite insomma. Credo sia bello, in questi ambiti, rendersi conto di come e quanto si possa crescere. Non è bello?


Credo che ricordare come si era, e valutare come si è adesso, sia una di quelle attività a cui dedicarsi con piacere. Bisognerebbe analizzarsi spesso e con calma, cercando di capire cosa stiamo facendo, su che strada siamo e dove stiamo andando. Fissare delle mete ma, soprattutto, apprezzare il cammino fatto fino ad ora, valutare le cadute, apprezzare i ritorni in carreggiata e fare tesoro dell'esperienza accumulata senza lasciare troppo spazio ai se, ai ma... Tanto indietro non si può tornare...


Una cosa che proprio non riesco a fare in cui un tempo ero brava, è non pensare a niente (che poi sarebbe corretto dire pensare a niente). Non intendo il fregarsene, intendo proprio lo svuotare la mente, lasciarla vuota, libera di riempirsi delle sensazioni e dei suoni che vengono dall'esterno e godersela. Quella sensazione di leggerezza e relax che si gode appieno magari distesi all'ombra (o al sole, dipende dai gusti) in giardino o in un posto senza nulla, magari in campagna dopo un bel pic nic. E' una sensazione che sto ricercando da tanto, di cui avrei bisogno... ma non è facile, specie quando di problemi e di pensieri ce ne sono tanti. E quando ce ne sono tanti, l'ansia tramuta anche un pensierino da nulla in qualcosa di pesante e opprimente... e quindi ecco che subentra un circolo vizioso che rende il relax sempre più un'utopia...
Pensieri adatti agli Amethystium che sono relax distillato XD li ascolto da così tanto tempo... e sono tra i pochi che non mi hanno mai stancato e di cui posso dire di apprezzare in pieno un album senza selezionare uno o due brani.


Ultimo brano per questa prima serie di pensieri e musica. Adoro questo pezzo, adoro in generale questo genere di musica accompagnata da voce o cori. Anche questa molto usata mentre scrivo, di solito prediletta per scene descrittive e non parlate.
Strano che la riproduzione casuale non mi abbia portato all'orecchio qualche ricordo o magari qualcosa di più allegro e movimentato x3 magari sarà per la prossima volta!

giovedì 14 luglio 2016

Minuscule - La Vita segreta degli Insetti


Qualche anno fa, per caso, mi sono imbattuta in un simpatico video di insettini pucciosi e divertenti sul web. Li avevo guardati ignorando che fosse la serie di Minuscule, non sapendo che erano molti di più, salvo poi imbattermi nella serie in negozio e portarmela a casa.
Ogni dvd, per un totale di 4, è composto da 19-20 episodi di circa 5-6 minuti e sono muti: gli insetti non parlano, fan solo dei versetti e per il resto ci sono i suoni dell'ambiente circostante ripreso dal vivo con l'inserimento delle bestioline in grafica 3D.
Così ho scoperto che oltre l'onnipresente coccinella (che odio) e le mosche, ci sono anche molti altri insetti. Il piccolo ragnetto peloso è bellissimo XD ma anche il bruchetto, per non parlare della sfiga del classico ragno tutto zampe o della zanzare.
Alcuni episodi sono più carini di altri, ma tutti apprezzabili.


In Francia (dove è stato prodotto) gli episodi sono passati in tv e sono 78. Io in seguito ho comprato anche la seconda serie, trovata per puro caso e quindi altri 4 dvd ognuno da 25 episodi sullo stesso genere degli altri. I primi episodi sono del 2007, quindi la serie non è recente e si trova a un prezzo davvero basso, la seconda è stata fatta nel 2012.
Poi, per caso, tra i consigli di Amazon mi trovo il dvd del film. Film? Subito in lista desideri, ma ieri sera, per puro caso, scopro che il mio ragazzo l'ha registrato su Sky dove lo han passato nel canale famiglia, mi pare. E quindi eccoci a guardare Minuscule - La valle delle Formiche perdute.


Locandina epica, non trovate? Tutto parte da una coppia di umani che sta facendo un pic nic (ovviamente senza parlare, come caratteristica della serie) e lei, incinta, sente che è l'ora di correre in ospedale. Lui raccatta l'indispensabile e via, lasciando per gli insetti una grande offerta di cibo e oggetti.
Ci spostiamo su una coppia di coccinelle che osservano tre uova da cui nascono tre piccole coccinelline, di cui una sarà il nostro protagonista. Ovviamente è una serie che prende nozioni scientifiche e nozioni di pure fantasia... ma ovviamente è bene sapere che le coccinelle non nascono tali, nascono larve, ma vabbeh.
Bullizzata dalle mosche, la nostra piccola coccinella si perderà e il caso vuole che si trovi a viaggiare con delle formiche nere e ad aiutarle, cosa che poi la condurrà in una fuga dalle formiche rosse e a una vera e propria guerra assurda XD ma ovviamente non bisogna pretendere serietà da Minuscule.


Credo che, tutto sommato, io preferisca i mini episodi, però la colonna sonora non è male e alla fin fine qualche risatina ce la siamo fatta, anche se entrambi non sopportiamo la coccinella. Si può dire che qui si ha una spiegazione del suo fare nelle serie, del tipo: tutto è cominciato così.
Il film in Francia è uscito nel 2014, da noi nel 2015 ed è disponibile anche in 3D (ma non so come sia, visto in 2D mi basta, non credo nemmeno che acquisterò il dvd salvo super occasioni).
Se non conoscevate Minuscule beh, recuperatelo: è divertente e fa passare il tempo piacevolmente (ce lo siam visto con gli amici e siamo tutte persone grandi XD) e persino a me, che odio i ragni di tutte le grandezze, ha fatto rivalutare la loro vita dal loro minuscolo punto di vista <3
Ogni tanto mi odio, ma mi odio davvero tanto... voglio scrivere, ma non ci riesco. Voglio cucire, ma non ci riesco... ed ecco che speri vivamente nelle medicine che, per quanto possa parer brutto, il loro lavoro lo fanno. Uno se ne rende conto che ogni tanto ce n'è bisogno. Magari solo per un certo periodo, poi ne fai uno dove stai bene e poi riservono... a cicli come gli integratori (non parlo degli integratori che si usano spesso in estate, io ad esempio faccio a cicli il magnesio e la vitamina D).
Potrei anche dirmi che la bella ustione che mi son presa domenica non aiuta, ma tanto avendo faccia e collo che si squamano e bruciano, neanche stare a letto è una cosa piacevole, quindi se sto seduta non potrei fare qualcosa di utile? In realtà dovrei...
La psichiatra dice che in questi casi impuntarsi e stare a litigare con se stessi perchè non si riesce a fare quello che si vuole è solo controproducente: mi innervosisco, mi incavolo e poi rimango incavolata per tutto il giorno rovinandomi qualsiasi altra opportunità. Ed è vero, lo so, ma non riesco a sopportarmi ugualmente...
Che stress... e niente, confido nelle medicine che, se tutto è ok, dovrei riavere tra qualche giorno, anche perchè devo lavorare per il Narsilion e, porca miseria, il terzo volume di Leodhrae prima del 2017 lo vorrei fuori! >,< uffa

mercoledì 13 luglio 2016

il 27 Agosto sarò al Narsilion!


A volte succede che quando meno te lo aspetti qualcuno ti propone qualcosa che proprio non ti aspettavi, come la partecipazione a un fiera.
Tempo fa, a inizio primavera, avevamo organizzato il secondo set fotografico per Leodhrae: personaggi nuovo e molta gente nuova. Eravamo molti di più, non conoscevamo troppo bene il Parco Sigurtà e quindi alla fine è stato più stancante del primo e non ho avuto modo di socializzare molto coi "miei" figuranti.
Nonostante ciò è stata proprio la ragazza che vestiva i panni di Kerfat'fuer, Alessia, a propormi di partecipare a questa fiera con uno stand dedicato al libro, offrendosi di venire in costume per aiutarmi e proponendo ad altri dei ragazzi con cui avevamo fatto le foto di fare altrettanto.

Kerfat'fuer, Nare, Idiul e Iker'undos. Photo by Francesca Solari

E' stata una sorpresa che mi ha lasciato spiazzata. Era un conflitto tra "sììììì" e "oddio, ansia, come faccio?". Non sono un'abile venditrice e non so propormi affatto... ma tutti mi hanno rassicurato sul supporto che mi avrebbero dato e così eccoci qua, ci stiamo organizzando per il Narsilion. Stiamo ragionando sullo stand, che probabilmente sarà molto foglioso e naturale, per la gioia di Iker'undos, ma molta scena la faranno proprio i costumi e chi ci starà dentro.
Ci sarò anche io, ovviamente, pronta a scarabocchiarvi una dedica sui libri e oltre a questi, ci saranno diversi oggettini librosi che potrete acquistare, andando a supportare me, povera scrittrice squattrinata.

Il Ballo di Intrada: photo by Francesca Solari edit by Lisa Bellini

Il borgo di Grazzano Visconti, tra l'altro, è bellissimo ed è stato il set del nostro primo set fotografico dedicato a Leodhrae. Sono stata alla prima edizione del Narsilion e ad altre feste organizzate lì e vi assicuro che è un posto che merita di essere visitato, quindi perchè non sfruttare l'occasione? Vi aspettiamo!

martedì 12 luglio 2016

Pokémon Go: prime impressioni

La prima impressione in assoluto è che i server non ce la fanno, son sempre giù... ma a parte questo, finalmente venerdì notte siamo riusciti a giocare qualche ora senza lag e senza problemi e quindi posso dire le mia su questo tanto atteso evento.


Premessa: noi veniamo da Ingress, gioco della Niantic che esiste da anni, quindi il metodo di gioco, il come è strutturato, specie ubicazione di Pokéstop e Palestre non ci risulta nuovo né originale. Ci sembra una trasposizione del sistema Ingress adattata ai Pokémon, ma a parte questo, siamo anche due ragazzi cresciuti coi Pokémon, dalla prima serie tv, le prime cartucce per game boy, le carte collezionabili, i lecca lecca coi tatuaggi...

Ovviamente nel tempo si evolverà questa app, verranno risolti i problemi, implementate le funzioni e la mole di petizioni già richieste e firmate sono incredibili... dico io: dategli tempo, è uscita l'altro ieri...
Intanto dobbiamo mettere da parte l'idea dei giochi per console. Il nostro starter, almeno per quello che abbiamo visto, ha valenza zero. Per catturare i Pokèmon ci servono solo le nostre Pokéballs e tanta pazienza, nessuna lotta. Inoltre la scelta non è così fondamentale.
Da bambini scegliere era fondamentale: gli altri starter non li avresti mai avuti se non scambiandoli, ma qui, bellamente, li troverete tutti in giro... anzi, probabilmente ricatturerete il vostro starter in breve tempo e anche molto più forte.

Un'altra cosa da tenere presente è che non funziona come abbiamo sempre saputo. Ash lascia la sua piccola cittadina per girare il mondo e nelle aree selvagge i Pokémon abbondano... con Pokèmon GO no, assolutamente no: volete i Pokémon? Dovete andare nelle città.
Qui intorno e nel paese, non abbiamo speranza di farci un pokèdex: rattata, pidgey, caterpie, weedle, zubat a palate. Quando ci va bene un pidgeotto, uno spearow, un eevee... verso il castello abbiamo trovato invece charmender, clefairy, bellsprout... ma arrivati a Parma il botto: Pokèmon ovunque, ci si inciampa sopra. Quindi, cari allenatori, non girate il mondo, basta che vi trasferiate in città!

Arrivati al livello 5, potrete conquistare e combattere nelle palestre, quindi dovrete scegliere una delle tre squadre: istinto (giallo, con Zapdos come simbolo), saggezza (blu, con Articuno) o coraggio (rosso, con Moltres). Idealmente avrei scelto blu, sia perchè è il colore che preferisco, sia perchè adoro Articuno, sia perchè ho sempre scelto acqua e avevo il mazzo blu/verde pure da tavolo... ma ho seguito il mio ammore e la combriccola di amici che avevamo attorno, quindi rosso sia.

Non sto a dirvi come si gioca, perchè è il boom del momento, è pieno di video e articoli dedicati, ma una cosa la odio: le palestre. Non riesco proprio a capire la meccanica e il cellulare che tende ad andare a scatti non aiuta...
Sì, è verissimo: la batteria viene divorata e i cellulari (complici le temperature estive) vanno in ebollizione e ti salutano... ma cosa vi aspettavate? Che fosse una app leggera a basso consumo? Tra l'altro se utilizzate la fotocamera non semplificate la cosa. E' perennemente connessa alla rete e al gps, è una continua animazione di qualsiasi cosa... è ovvio che sia pesante e consumi la batteria...

La cosa odiosa è che sono sfigata: appare lo stesso Pokémon... quello del mio ragazzo PL 180 il mio 75... oh... insomma, ma solo a me le cacchette? E poi odio gli zubat! Possono avere 10 PL, ma mi fanno sprecare chili di Pokéballs! E ok, in città i Pokéstop sono ovunque e tornano disponibili in tempi brevi, ma nel mio paese mica è altrettanto facile!
La cosa spiazzante è che ci sono giocatori super mega presi, perchè nelle palestre parmensi (prevalentemente gialle con a seguire blu e poi rossi) ci sono Pokèmon enormi... cioè, PL 500erotti? Va di grazia se ho un Pokèmon che ne ha 200 e qualcosa... e comunque è pur sempre uno contro tutti quelli della palestra. Va anche bene che la media sia di due-tre Pokémon al momento...


Le uova... si schiude quella del mio ragazzo e ne esce un Nidoran maschio. Gioia e giubilo, non ne avevamo mai trovato uno e quindi penso: ah, le uova contengono Pokémon più difficili da trovare in giro, figo!
Si schiude la mia: uno zubat...
...

...
No Maria, io esco!

La disposizione dei Pokémon ha un senso? Mah... forse alla fin fine una vaga logica in città ce l'ha... ma noi ci siamo trovati un goldeen in casa, quindi boh...
In sostanza, però, pare che non sia difficile trovare i Pokèmon (mi è scappato ghastly ç___ç uffa... io lo volevo... e non son riuscita a riacciuffarlo) e nemmeno salire di livello... certo è che per avere Pokèmon forti devi catturarne tanti e quindi servono tante pokéball... e quindi devi giocare tanto, ma tanto, ma tanto... e c'è gente che, effettivamente, attacca la mattina e non si stacca più... ecco: no.
Io non posso riuscirci... proprio no...

Al momento non so se esiste qualcosa oltre la fortuna in questo gioco. Strategia? Non saprei bene dove o in cosa... non so neanche quanto convenga evolvere alcuni Pokèmon dato che trovi le forme evolute in giro... piuttosto potenziarli...
Mah...
Credo continuerò a seguire e guardarmi intorno in attesa di spiegazioni, tutorial illuminanti e, soprattutto, la compatibilità col mio cellulare, che usare lo huawei del lavoro del mio compagno non è il massimo, soprattutto perchè magari il mio reggerebbe meglio e forse riuscirei a fare qualcosa nelle palestre, oltre che essere pestata...

lunedì 11 luglio 2016

Concept

Coi punti dell'Esselunga, matematicamente finiamo sempre col portare a casa qualcosa dalla sezione bambini del catalogo e così venerdì sera abbiamo finalmente spacchettato Concept, un gioco che ci aveva incuriositi e che si presentava piuttosto bene, meritevole di premi, benché, praticamente, a noi sconosciuto.
Il nome dice tutto: il gioco si basa sui concetti e mentre una squadra cerca di far indovinare una parola, un film, un romanzo, un modo di dire, ecc... gli altri devono indovinare.


Ogni squadra è composta da due giocatori che, assieme, pescano una delle moltissime carte in cui sono riportate nove possibili cose da far indovinare, divise per tre gradi di difficoltà. Bisogna dire che a parer nostro, ci sono cose difficili che son più facili di quelle effettivamente facili.
La squadra, scelta la cosa da far indovinare, ha a disposizione un grosso punto interrogativo verde e annessi piccoli cubetti dello stesso colore per esprimere il concetto principale. Per aiutare gli altri nell'indovinare, può usare diversi concetti secondari, indicati da punti esclamativi e relativi cubetti di altri colori.
Il primo a indovinare becca due punti vittoria, la squadra che doveva esprimere il concetto ne prende uno a testa. La squadra collabora solo nel momento in cui deve far indovinare un concetto, chi deve indovinare gioca per se stesso, contro anche al membro della sua squadra.


Il metodo di gioco è semplice, la difficoltà sta tutta nel capire e nel ragionare. Il regolamento è brevissimo e correlato di tantissimi esempi che rendono molto chiaro il tutto. Abbiamo fatto quattro partite in quattro, coi nostri amici del venerdì (ma anche del lunedì, del giovedì, del week end XD) con cui siamo avvezzi a sperimentare giochi da tavolo oltre che a combattere in agguerrite partite a Burraco dove noi donne finiamo di solito sconfitte.
L'età consigliata è dai 10 anni in su perchè effettivamente alcune cose sono abbastanza difficiline, ma nulla vieta di usare il tabellone e le regole di Concept senza le carte, cercando di esprimere un concetto o una parola bellamente pensati. In questo modo, usando parole semplici e cose elementari, potrebbero giocare anche bimbi più piccoli, magari affiancati da un adulto.
Troviamo che sia un gioco molto interessante e ben strutturato che oltre a divertire, stimola l'intelligenza, cosa che di questi tempi non si butta mai via XD

Se lo trovate, io vi consiglio di comprarlo. Devo ammettere però di non averlo mai visto in giro... quindi grazie Esselunga per avercelo fatto scoprire!
Tra l'altro c'è una grande cura dei particolari, dai disegni alle pedine e una varietà di idee molto fornita nelle schede, centinaia di possibili scelte da far indovinare che vanno da animali, azioni, personaggi famosi (reali o meno), concetti, modi di dire, lavori, romanzi, film, canzoni... insomma, ce n'è per tutti i gusti!

Adesso che non si sa mai cosa fare per passare i pomeriggi di vacanza, questa è un'ottima soluzione x3

sabato 9 luglio 2016

Tra Cielo e Terra, disponibile gratis da oggi ^^


Sono passati già quattro anni da quando sperimentai la piattaforma di THe iNCIPIT con questo racconto diviso in dieci brevi capitoli, quattro anni in cui l'ho archiviato con l'idea un giorno di metterli tutti insieme e diffondi in maniera un po' migliore. Non so perchè lo abbia fatto dopo quattro anni... probabilmente perchè ho troppe cose per la testa.
In questo periodo sono molto stressata e non riesco a scrivere. Non si tratta del blocco dello scrittore dovuto a carenza di ispirazione: le idee le ho, avoglia se ne ho. Non riesco proprio a scrivere... mi metto al pc, inizio, ma non riesco a concentrarmi e se non mi concentro scrivo due righe e poi divago con la testa... e capirete che scrivere a questo modo è una tortura e il risultato non è accettabile.

Così ecco, mi son messa lì e ho pubblicato questo piccolo ebook gratuitamente. Adesso lo si può trovare ovunque, sui maggiori store. Tempo di uscire, ho visto che è stato già scaricato. Mi fa piacere, spero possa essere un piacevole, seppur breve, lettura.
Non l'ho pubblicato come slancio per ampliare quel mondo o costruirci sopra qualcosa, l'ho pubblicato così per come era nato: farsi leggere, intrattenere un pochettino, introdurre in un mondo che, seppur per poco tempo, potesse coinvolgere il lettore. Herowyn e Xaga sono due personaggi diversi che rappresentano la volontà, il desiderio di raggiungere il proprio obbiettivo. Cosa si è disposti a fare? Cosa si è disposti a dare? A cosa si è disposti a rinunciare?
In Herowyn e Xaga, benché siano due personaggi di fantasia e come tali possono essere anche solo e soltanto quello, potrei racchiudere anche buona parte di me, di questa lunga strada in un mondo che non sempre sento affine, un mondo dove io vorrei raggiungere qualcosa, ma non è semplice e non sempre chiaro come, cosa, quando...

Spesso viene chiesto agli autori quanto ci sia di loro nei personaggi... Credo che mai come in questo caso io mi riveda in loro. Forse sono più come Herowyn e vorrei essere maggiormente come Xaga, ma nulla ci vieta di cambiare, di perseguire il nostro sogno. Per averlo scritto di getto, senza sapere come poteva andare, come poteva finire, sono rimasta soddisfatta dell'esperimento e, nell'abbozzare un mondo credibile con poche pagine, ci ho lasciato dentro più di quanto avrei pensato.

Se vorrete dargli una chance, leggetelo. Se vorrete lasciare un commento, sarò curiosa di sapere cosa ne pensate, se vi sentite più Herowyn o Xaga, più Cielo o più Terra. In ogni caso, mi auguro stiate vivendo o abbiate vissuto il percorso di cambiamento per raggiungere il vostro sogno <3

venerdì 8 luglio 2016

Attendere, attendere... e finalmente avere! Viene conclusa la serie della Chimera di Praga

Non sono mai stata fortemente fan di qualcosa o di qualcuno tanto da smaniare, cercare notizie, sperare, attendere... Spesso può succedere che cerco qualcosa nel momento in cui mi viene in mente, ma poi la cosa finisce nel dimenticatoio. Questo dimostra perchè su Amazon ho roba in wishlist che non ricordo neanche di aver inserito XD
Di solito se attendo qualcosa è più facile che siano libri, talvolta film. Mi era capitato al tempo con Eragon, in seguito mi è successo con La Chimera di Praga per cui mi sono fatta arrivare in libreria La Città di Sabbia e finalmente, dopo secoli, arriva il terzo volume della saga! Tra l'altro mi pare che il titolo scelto per l'edizione italiana, Sogni di Mostri e di Divinità, sia il più fedele a quelli originali (e apprezzo). Ce ne han messo di tempo... unica pecca: uscirà con la grafica delle ristampe della Lain... e io che avevo l'edizione precedente rimarrò fregata e mi dovrò accontentare... ma pazienza. Mi sa che tra l'altro ancora la linea Lain della Fazi non esisteva ò.ò



Ho già scaricato il racconto gratuito Notte di Marionette e Torte uscito qualche giorno fa e che sarà gratuito fino al 14, almeno da pubblicità. Devo ancora leggerlo, purtroppo con gli ebook è una partita persa, tra l'altro di solito leggo dal Play libri, ma ho anche l'app del Kindle. Appena mi prende bene lo leggo, poi dovrò recuperare anche il terzo libro.


Che sia stata finalmente conclusa in attesa del presunto film che stanno facendo? Ecco, quello potrebbe essere un'attesa interessante al cinema, a patto che rispettino il libro, perchè se mi sminchiano i personaggi o le Chimere ciao, perde tutto il suo bello.
Leggevo un'intervista (qui) a Laini Taylor dove le veniva chiesto, appunto, dell'adattamento di The Daughter of Smoke and Bone a film e pare che ci siano delle modifiche in corso, una semplificazione probabilmente, un diverso punto di vista della storia... il fatto è che ultimamente ci son stati diversi casi di lavori fatti sui libri che hanno portato a un risultato infelice... se incrocia le dita lei, io incrocio sia mani che piedi >.<

giovedì 7 luglio 2016

Vivere con un gatto sordo

Mi è capitato spesso da quando abbiamo preso con noi Zar che la gente mi abbia chiesto: come si fa a vivere con un gatto sordo? Non ti sente, non ti capisce!
Intanto partiamo col presentare Zar. Zar è nato come The Lions Life Zizou, una pallettina bianca, adorabile maschietto di Maine Coon. Avevamo visto le sue foto a un'esposizione e ci eravamo innamorati nonostante sapessimo che le probabilità che fosse sordo (bianco e occhi bicromi) fosse molto alta. Per il terzo ospite casalingo, in realtà, Luca puntava a un red e io invece avrei voluto in silver... nessuno di noi due aveva pensato a un total white... e invece...

1 mese

In casa aveva fratellini e sorelline, ma noi avevamo puntato lui. Fatto sta che pare che una signora arrivata prima di noi fosse pronta a prenderlo, anche fosse stato completamente sordo. Un po' dispiaciuti, ci eravamo spostati su un fratello di mamma diversa con entrambi gli occhi dorati, meno vivace e più massiccio.
Nel frattempo ci teniamo in contatto con l'allevamento che ci informa sullo stato dei piccini, sulle visite e infine sì, sono risultati sordi da entrambe le orecchie.
Quando ormai i cuccioli son praticamente pronti a trovare una nuova casa e noi stiamo pensando al nome da dare al maschietto che arriverà, salta fuori che la signora che "sì, sì, lo prendo assolutamente anche se è sordo" si tira indietro non solo per Zizou, ma per qualsiasi cucciolo, campando mille scuse per poi sparire nel nulla.
Certa gente non merita la compagnia nemmeno dei pidocchi.


Zizou torna disponibile, ma decidiamo di decidere sul momento in allevamento. Quando arriviamo a casa dei proprietari del The Lions Life, Sonia e Diego, siamo accolti da un tiragraffi ricolmo di palline bianche. Giuggiolaggine a mille, li prenderesti tutti! Il fatto è che ci hanno anche offerto di cederci sia Zizou che il fratellino dagli occhi dorati, ma non potevamo proprio prendere altri due mici, così alla fine abbiamo ceduto a questi occhioni e Zizou è divenuto Zar, un nome che si è rivelato subito adatto appena arrivati a casa XD

Pausa autogrill e giro fuori dalla gabbietta nel viaggio verso la nuova casa

Da subito Zar è stato vivacissimo e giocherellone, chissene se non sentiva che rumore faceva il mondo. Arrivati a casa il signorino ha salutato i due precedenti inquilini gonfiandosi tutto e soffiando senza retrocedere di un passo, deciso a conquistarsi il suo posto. Niniel era abbastanza propensa a capire chi fosse il nuovo pelosetto, gatta che ha il dna della mamma dentro, mentre Rosiel ci ha guardati piuttosto indignato del tipo: e questo cos'è? Domani sparisce, vero?
In realtà, nel giro di una settimana i rapporti si sono stabilizzati e Zar aveva già dato prova del carattere vivace e distruttivo saltando ovunque, accaparrandosi, tra l'altro, il diritto di dormire sul letto, cosa che ha spinto Rosiel a fare l'offeso che dormiva sul divano.


Crescendo, dopo poche settimane, Zar ha deciso di lasciare il letto a Rosiel dormendo altrove. Ad oggi dormono dove ne han voglia, insieme o separati, ma dividersi gli spazi è stato un processo graduale senza particolari scontri.

Prima di accogliere Zar ci eravamo informati molto riguardo la sordità, ma non è che si trovi molto. Per lo più tutti dicono di star tranquilli, non cambia nulla, al massimo consigliano di non toccarli mentre dormono, di svegliarli piuttosto battendo una mano vicino a dove stanno e accorgimenti simili. Inizialmente seguivamo questa tattica e Zar ci guardava come fossimo dei cretini. Rosiel e Nini ancora di più.

Niniel e Zar  e la mia gamba

I nostri gattoni sembravano aver capito da subito che qualcosa in questo micetto non andava. E' vero, tra di loro i gatti non comunicano miagolando, usano coda, orecchie e atri atteggiamenti. Ma Zar tirava degli strilli allucinanti XD essendo sordo non si sente, ma mica sta zitto, anzi! Ogni tanto fa dei gorgheggi che ti prende un mezzo infarto e anche Nini e Rosiel inizialmente sgranavano gli occhi perplessi e ci guardavano come dire: ma che bestia è questa?
Poi hanno capito e han lasciato perdere. Quando Zar è maturato, Nini si è distanziata da lui, soffiandogli e dandogli zampate, esattamente come aveva fatto con Rosiel, che è suo figlio. Semplicemente gli ha fatto capire che era grande e che adesso lui era un gatto e lei una gatta, non era più la sua mamma adottiva e lui se n'è fatto una ragione.

Grande autore di facce assurde

Momentaneamente rifiutato da Nini, crescendo rapidamente e superandola in stazza, Zar si è dedicato a qualcuno della sua taglia: Rosiel. I due maschietti dopo un inizio turbolento dove Rosiel si scostava ogni volta che Zar si avvicinava balzanzoso per giocare, rispondendo con una zampatona sul suo musetto puccioso, sono diventati compagni di gioco e di risse. Nini penso abbia tirato un sospiro di sollievo: non ne poteva più di quel gigante di figlio che voleva giocare con lei senza rendersi conto di avere una stazza e un peso notevoli, così se ne stava impettita a osservarli con quel distacco signorile da gatta per bene.

I nostri mici non hanno mai soffiato molto, direi anzi che Rosiel soffiava solo al folletto (l'aspirapolvere XD ancora non abbiamo un folletto domestico) quando si avvicinava troppo e non riusciva a defilarsi. Nini ci ha soffiato quando l'abbiamo per sbaglio pestata (sì, Rosiel se lo pesti non soffia, è un peluche semovente). Con Zar abbiamo visto che soffiano di più, probabilmente perchè è un gesto che si percepisce bene anche se sei sordo e non puoi sentire i brontolii nervosi del tuo compagno di giochi a cui ormai hai rotto le scatole XD

E alla fine appiccicati

In tutto questo, noi umani? Noi umani ci troviamo a parlare a Zar come se ci sentisse, a intimargli di scendere e lasciar stare. Ovviamente lui non ci sente, ma basta farsi vedere e lui capisce. Capisce i gesti, le occhiate, le espressioni e comunque ha un'intelligenza non indifferente e se sa che sta combinando qualcosa che non deve, non ha bisogno di sentirti arrivare urlando dall'altra stanza: lui sente i tuoi passi e sparisce.
Ogni tanto sembra che possa sentire, e in realtà sente, solo che sfrutta altri sensi. Sente quando Luca sta tornando da lavoro e se sta dormendo alza la testa, apre un occhio. Rosiel di solito è quello che viene a trovarti davanti alla porta, quella di fare il cane resta la sua prerogativa.
Il fatto di non toccare un gatto sordo mentre dorme non l'abbiamo trovata una cosa eccezionale... nel senso che vale per qualsiasi e nessun gatto. Se stanno dormendo (e non sonnecchiando) probabilmente a nessuno piace essere svegliato da una mano che ti tocca, ammesso che non vuoi rompere le scatole, esattamente come noi umani :P
Zar di solito si sveglia prima che arrivi a toccarlo, ma se dorme della grossa basta un odore vicino, una porta che si chiude, qualcosa che si muove e lui si sveglia.


Per il primo anno e mezzo Zar non è mai stato molto coccolone, preferiva giocare e veniva a portarci fili, filini, pezzi di qualsiasi cosa. Adesso invece si è fatto anche amante delle carezze, ti si butta addosso strusciandosi, smiagolando a modo suo e adora le ombre. Passerebbe ore e ore a giocare con le ombre. E' il primo gatto che trovo a cui piace giocare con le ombre, le insegue su per le scale rischiando di farti e farsi ammazzare, ma non gliene frega una ceppa.
Ama guardare fuori dalla finestra, ma se non esci, non gliene frega nulla di uscire... ma se lo fai e lui non è con te si dà a dei miagolii che sembrano strilli di una bestia torturata O___o
Il problema è che Zar lo è nome e di fatto e guai a invadergli la casa o rubargli gli umani.
Se sei umano sei il benvenuto, ma altri gatti...


Tempo fa ci siamo accorti che una micetta si era accasata nel casino di roba che avevamo ammassato fuori casa dopo un'invasione di pulci (purtroppo capita). Minuscola e con un miagolio orrendo XD la bestiola apprezzava le nostre attenzioni e se aprivamo la portafinestra, entrava di qualche passo... almeno fino a quando Zar le è saltato addosso. Da allora quando apriamo si allontana preventivamente e se vede che usciamo solo noi, allora si avvicina, si fa coccolare e ci segue per tutto il giardino. Se esce Zar lei si dilegua.
E dobbiamo stare anche attenti, perchè se Zar riesce a uscire quando c'è lei, la insegue infilando nei giardini altrui e andarlo a riprendere non è facile, anche perchè chiamarlo è inutile.
Ecco: un gatto sordo non è sicuramente un gatto adatto alla vita all'aperto. Non riuscireste a richiamarlo né lui sentirebbe le macchine. Potrebbe spaventarsi per le vibrazioni? In realtà abbiamo visto che l'essere sordo lo ha reso immune a molte comuni paure e antipatie degli altri gatti, compresi l'aspirapolvere, il phon... e quindi probabilmente anche macchine e simili.

Culi pelosi

Ovviamente Zar, bello bianco com'è, non ama il sole. Quando li facciamo uscire, Rosiel è un grande esploratore e gironzola ovunque annusando tutto. Zar rimane all'ombra e se Rosiel si ferma al sole, lui inizia a sgnarlare e mugolare come se ci fosse una barriera invisibile tra lui e l'altro amico peloso.
Tra l'altro, lo scorso capodanno Zar è stato molto male, si è preso una rinite allergica ed era veramente malaticcio, ma poi s'è ripreso alla grande e si era pure preso in simpatia una giovane veterinaria. Quando non c'è stata lei non voleva manco uscire dalla gabbietta XD
Adesso ogni tanto ha raffreddore e catarro, però non si ferma mai e continua a far casino. Ama le correnti d'aria (come tutti sti pelosoni) e l'acqua! Quando vai in bagno si struscia e miagoleggia per farsi aprire l'acqua del bidet!
Intorno alla fontana fa dei laghi immensi giocando con il pisciolino d'acqua, sacrosanto rituale: non può bere se prima non tira qualche zampata all'acqua. Non che Nini sia meglio: lei scava sul bordo della fontana due ore prima di bere... Rosiel è l'unico normale...

Zar, Nini e una giraffa...

Alla fin fine credo che se volete prendere un amico peloso, la cosa fondamentale è che siate pronti ad accettarlo e richiederà per forza sacrifici e pazienza, sia che sia sordo o meno. Ogni animale ha le sue esigenze, il suo carattere e non parla la nostra lingua come noi non parliamo la sua. Si tratta di venirsi incontro. Noi siamo abituati a parlare, loro no, eppure con noi umani miagolano parecchio per cercare di farsi capire... allo stesso modo se Zar non ci sente, noi ci siamo abituati a gesticolare di più per fargli capire che alcune cose ci danno fastidio e che il tavolo è zona off limit.
Certo, magari avere altri gatti in casa può essere stato un aiuto: molte cose può averle capite da loro e ha imparato di conseguenza che in alcune stanze ci si va solo se ci siamo noi, che sui mobili non sempre è gradita la sua presenza.

Tutto sommato, tornassimo indietro risceglieremo di averlo con noi nonostante tutto, esattamente come per gli altri pelosi. Ognuno ha i suoi difetti, ma li ripagano con tanto affetto. Quindi, alla fin fine, dipende quanto siete disposti a dare voi, loro a prescindere danno tanto.