venerdì 29 settembre 2017

Dragon's Crown di Atlus e Yuztan

Era molto tempo che non leggevo qualche manga e ieri Luca è rientrato con la miniserie di due volumi di Dragon's Crown. Avevo visto che era uscito mentre aggiungevo ad Anobii l'artbook che abbiamo preso assieme al gioco per ps4.
Partiamo dal fatto che, nonostante tutto, il disegno del manga è già più proporzionato di quello del gioco. Non è incapacità di disegnare, è uno stile voluto anche perchè l'autore delle illustrazioni è evidente che sappia il fatto suo. D'altronde, la prima cosa che insegnano quando fai scuola di disegno (di vario genere, indifferente) è che per saper disegnare personaggi con uno stile deformed (che siano tette enormi, spalle enormi, muscolatura eccessiva o l'estremo contrario) serve conoscere più che bene l'anatomia corretta, altrimenti il personaggio non sembrerà volutamente disegnato con uno stile magari estremo, sembrerà semplicemente sbagliato.
Tornando a noi, io apprezzo le idee, i colori, lo stile, ma bisogna dire che questo manga/gioco offre quintali di fandom con queste donne in pose ammiccanti, seni enormi in abiti succinti... e che dire degli uomini? Io apprezzo moltissimo i loro volti, ma l'ampiezza delle spalle sminuisce la mania delle CLAMP di fare questi uomini che non passano dalle porte...


La trama del manga ricalca quella del gioco riassumendola velocemente in due volumi. Persino la meccanica è la stessa del gioco, nel senso che ogni missione ricevuta viene svolta da un certo party e alla fine ci sono delle mini vignette che mostrano gli avventurieri rimasti alla taverna.
Purtroppo la linea della storia secondo me è abbastanza confusa, probabilmente proprio per la necessità di abbreviare, l'autore stesso dice che non ha avuto molto tempo per questo lavoro e, nonostante tutto, i disegni appaiono sempre molto curati.
Ribadendo che deve piacere lo stile (o che, come me, si evita di soffermarsi sui dettagli che non piacciono) è un manga palesemente fatto per gli amanti del classico rpg fantasy, cosa più che voluta, ovviamente. Il gioco stesso è un richiamo ai giochi vecchio stampo dove il party di eroi riceve missioni dalla gilda di avventurieri, ammazza mostri, sale di livello e alla fine si troverà invischiato in un problema di dimensioni gigantesche, grandi quanto un leggendario Drago.


Il titolo, Dragon's Crown, è il fulcro della storia in quanto questa corona pare permetta di risvegliare questo antico Drago e di dominarlo. Di per sé non è affatto brutto; certo, non originale, ma non è l'originalità che andavano cercando, ma il riproporre un classico e direi che ci sono riusciti.
Delle illustrazioni adoro i colori (cercando online ne trovate molte giacché anche il gioco ne è pieno e l'artbook è davvero bello) e i personaggi son tutti belli anche se non sono un'amante di queste tettone e coscioni con gambine secche e piedini minuscoli. Il mio preferito tra gli uomini è il mago, ma sotto l'elmo anche il guerriero non è male. Le donne, secondo me, han tutte dei volti molto belli, ma nel manga la principessa Vivian vince perchè è proporzionata... o forse è merito del vestito? In realtà alla fine mi piacciono anche l'Incantatrice e l'Amazzone in abiti alternativi.
Ah, giusto! I personaggi non hanno un nome vero e proprio. Anche fra loro si chiamano Elfa, Nano, Incantatrice, Mago, Guerriero, Amazzone... alcuni dei secondari invece hanno dei nomi, come Lucain e Rolan. Penso sia una scelta sempre dovuta ai vecchi rpg dove i personaggi avevano quel che di neutralità, ognuno poteva chiamarli come voleva, forse anche per immedesimarsi.

In definitiva, è piacevole e se amate il genere di disegno, anche molto, molto piacevole in quantità di ammiccamenti e scene provocanti (la chierica mezza morta stesa a gambe aperte vince...).
Non ho in programma altri manga ammesso non arrivino per caso, però ho tanti libri, alcuni anche iniziati. E' un periodaccio... ma confido che passerà.

lunedì 18 settembre 2017

Altri mesi di silenzio...
Effettivamente sono ferma con le letture e solo dai prossimi giorni riuscirò a tornare a scrivere.
Sono stata molto presa dal fare fiere, partendo con la Festa delle Fate a Garda, poi il Narsilion a Grazzano Visconti, quindi Signoria in Festa a Firenze per concludere con il Celtic Festival a Guastalla.
Ho creato, cucito, imbottito e perlinato raccogliendo, peraltro, ottimi risultati nonostante non credessi affatto nelle mie capacità. In realtà ci credo ancora poco, però i mercatini mi piacciono a patto che riesca ad avere dei momenti in cui isolarmi nel cucito affidando lo stand agli occhi del mio compagno.
Lui è l'uomo dalle mille idee, scarsa voglia, perfezionismo, accidenti, ma poi quando fa, fa bene e raccoglie la sua dose di soddisfazione, per non dire che ci sa fare col pubblico a differenza mia...
Se non fosse che lui sta passando un periodo in cui non è più sicuro di nulla, io un per sempre ce lo vedrei bene.
Speriamo sia un periodo.

La salute non esiste. Dolori e vertigini sono all'ordine del giorno, la sensibilità è poca in molte parti del corpo, mani comprese.
Bisogna abituarsi anche perché in ospedale non danno grande peso al fatto che io creo... per loro ovviamente è un hobby rinunciabile, io dovrei avere una pensione d' invalidità... il fatto è che neanche l'ho chiesta. Dovrei fare l'aggravamento da boh... un anno o più, ma continuo a rimandare... Non so se sia vergogna, orgoglio o demenza, ma fatto sta che loro la relazione me l'hanno data, la psichiatra continua a dirmelo e io boh... non so capirmi.

La delusione più grande è essermi resa conto che mi stanco anche a far niente. Ultimamente se mi sveglio prima di mezzogiorno, dopo pranzo crollo per almeno un'ora; diversamente latito nel coma.
L'orario in cui riesco maggiormente a trovarmi è svegliarmi alle 14 e andare a dormire a notte fonda. Non è un granché, lo so... vita da vampiro.
Fare live è quasi più una presa di posizione che altro. Mi stanco subito, di conseguenza diventa tutto pesante, non riesco a fare cosa vorrei ed essere come vorrei... mi sento solamente un peso e nel momento in cui perderò il personaggio che ho attualmente, credo che ci metterò una pietra sopra.
Piuttosto investiró energie per aiutare negli eventi di amici e lascerò liberi gli stessi dai miei malesseri.

È un periodo torbido... soddisfazioni materiali e tanti problemi a livello emotivo.
Vedo il mio castello farsi instabile e pare che io non possa far niente per rimediare. Posso solo stare a guardare e cercare di fare meno rumore possibile per paura di rompere questo fragile vetro che fino ad ora mi era parso solido come acciaio.
Faccio finta di nulla, poi crollo, annego nei pianti e quindi rinizio da capo, sperando che un giorno tutto torni a splendere...