giovedì 30 marzo 2017

I Colori della Magia di Terry Pratchett

Era inevitabile che comprassi il primo libro di questa saga storica che, pur non sapendo manco cosa fosse, quando fosse uscita, quanti libri la componevano e via dicendo, anche io avevo sentito di questo fantomatico mondo piatto sostenuto sulla schiena di quattro elefanti a loro volta sopra una gigantesca tartaruga che vagava nel cosmo. Di per sé era talmente assurdo che più volte mi ero chiesta chi avesse avuto questa trovata e come... e allora appena è stata fatta questa ristampa, caricata dalla curiosità e dai commenti super positivi di amici, ho comprato il primo volume e mi sono data alla lettura.


Trama:
In un mondo sorretto da quattro elefanti magici che poggiano sul guscio di una tartaruga gigante, comincia la più stramba, scatenata ed esplosiva delle avventure: il primo libro della saga di Mondo Disco, dove tutto ha inizio.
L'ho voluta inserire solo per farvi capire con che premesse si presenta questo romanzo. Praticamente ti presenta l'assurdo e ti fa domandare: ohibò, ma che libro potrà mai essere? Sembra assurdo...
Ed è assurdo. Principalmente i protagonisti sono due: Scuotivento, un mago non proprio brillante, e Duefiori, un turista accompagnato da un particolare Bagaglio che gli zompetta dietro.
La storia inizia di colpo, mi sono chiesta anche più volte se questo fosse davvero il primo libro della saga perchè si dava per scontata un sacco di roba. Alcuni personaggi sembravano vecchie conoscenze, tanto che (dopo essermi assicurata che questo fosse davvero il primo libro) ho ipotizzato potessero far parte di altri racconti o libri di questo autore. Purtroppo, benché sia un nome noto, io come al solito non ho mai letto nulla di Pratchett prima di questo libretto. Libretto perchè è abbastanza breve e non stento a credere che qualcuno lo abbia letto in ben meno tempo rispetto a me, ma io qualche difficoltà l'ho avuta, ma andiamo per punti.

Scuotivento vorrebbe tutto tranne che avere a che fare con questo tipo strambo che fa fatica a rapportarsi con la gente del posto, vedendo risse e pericoli come qualcosa di... folkloristico. Dopotutto è venuto in visita proprio per vedere tutto ciò. Strano no? E per di più il suo Bagaglio ha dozzine di zampette con cui si muove e lo segue... tranquilli, è tutto merito del legno con cui è fatto. Che poi ogni tanto si ingoi qualche malcapitato son solo dettagli...
Ma non solo: lo straniero dispensa oro come niente fosse... e questo complica ulteriormente le cose.
Vi dico solo che tutto inizia con una città in fiamme e Scuotivento che se la fila con Duefiori, Bagaglio trotterellante annesso. In seguito capiremo le dinamiche che hanno portato a questo inizio turbolento, che è, appunto, solo l'inizio delle assurde avventure che porteranno questo sfigato mago alle prese con draghi, terroristi, navi, troll e lanci spaziali...

Sembra un mix assurdo... sembra? No, no! Semplicemente è quello che è. Dopo poco che stavo leggendo ho notato una certa somiglianza con la Guida galattica per autostoppisti e devo dire che, come quest'altro classico comico che ho letto secoli dopo la maggior parte della gente, io non ho trovato tutta questa spiccata e superba comicità. Non dico che sia scritto male, anzi: l'autore sa scrivere, è palese (e il traduttore ha fatto sicuramente un ottimo lavoro probabilmente), ma a me non ha suscitato più di qualche sorriso qui e là, cosa che mi ha portato a metterci un mese nella lettura quando mi sarei aspettata di divorarla in ben poco tempo.

Sono fermamente convinta che sia io a non apprezzare il genere, il paragone tra i due libri me lo conferma. Io li trovo simili come stile, solo che la Guida è fantascienza e qui è predominante l'aspetto fantasy, anche se si parla comunque di un mondo con le sue leggi e una conclusione tutt'altro che tale. L'apertura verso il seguito è palese, ma non so se comprerò i rimanenti volumi... forse se li troverò a un ottimo prezzo potrei valutare la cosa.
Tra l'altro, oltre la visione terrena ad opera dei nostri bizzarri personaggi, si hanno parentesi divine, dove è palese come questi Dei giochino con i destini dei nostri disgraziati e Morte appare piuttosto spesso dato che le anime dei maghi vengono prese direttamente da lei in persona.
E a proposito di maghi, il titolo non è messo a caso. I colori dell'arcobaleno sono otto: l'ottavo, l'ottarino, è il colore della magia che, se ben ricordo, Scuotivento identifica come un porpora cangiante verde.

La magia ha tutte le sue regole e il numero... 4+4, 6+2, quello dopo il 7, ha una notevole importanza e non deve essere nominato. Ci sono personaggi che sono veri e propri classici delle avventure fantasy, con tanto di dungeon, muscoloni, spade parlanti e ovviamente, come sopra detto, draghi.
Il problema è che ci sono salti temporali che ho faticato a capire (se c'era qualcosa da capire). Forse sono io che faccio fatica a prendere le cose come vengono, senza perchè.
Ho trovato alcuni dettagli, alcune creazioni davvero geniali e interessanti e non fatico a credere che l'autore si sia guadagnato la sua fama, ma purtroppo non posso ritenere questo primo volume un capolavoro, nel suo complesso.
Io più di una media di tre stelle, connubio di trama e genio creativo, non potrei dargli.
Non è che sia la prima volta che mi trovo a non percepire tutta la meraviglia data dalla promessa di grandi titoli globalmente super mega apprezzati, ma forse qui ero mossa anche dallo stimolo di commenti di amici che lo avevano adorato... e per questo non nego una certa delusione. Mi ero preparata a correre a comprare tutti gli altri, mi ero preparata a ridacchiare divertita nel leggere questo classico comico... ma niente.
Eh vabbeh, sarà per la prossima volta.

Adesso mi dedico a letture impegnatissime! Uno dei tanti librini fosforescenti della collana che, se ricordo bene, un tempo era Le Ragazzine, adesso non sono sicura sia sempre tale, ma la grafica fosforescente con scritte dinamiche è un carattere distintivo e io li vorrei tutti. Non brillano spesso per originalità, ma sono letture veloci e leggere e non di rado mi hanno divertita e, data l'età odierna prossima ai 30, ormai mi fanno sorridere con quel moto di nostalgia... ah, i bei vecchi tempi.

martedì 7 marzo 2017

Dungeon Food di Ryoko Kui

Scorri la bacheca di facebook, come al solito. Scroll, scroll, mi piace, scroll, condividi, fai un test scemo... e poi vedi una copertina e un titolo che ti fa fermare: Dungeon Food. Il primo volume, fresco di uscita. Sarà più di un anno che non compri manga e ne hai talmente tanti da concludere che iniziarne uno nuovo sembra stupido, ma non resisti. Condividi, tagga l'uomo, e il gioco è fatto.
Tempo pochi giorni, Dungeon Food è arrivato in casa.


Il disegno non era il motivo della scelta, semplicemente da bravi giocatori di ruolo, l'idea di un manga fantasy che parlasse di cibarie in un dungeon sembrava interessante. Tempo di aprirlo e leggerne nemmeno metà, è sopraggiunta una delusione talmente grande che due stelle gliele ho date con la coscienza che rimarrà il primo e l'ultimo della sua serie a occuparmi posto in casa.
In patria sono 4 volumi, serie in corso... mi chiedo come si possa arrivare a quattro volumi con una trama inesistente, o quasi.

Fare l'avventuriero, in questo mondo, è cosa assai diffusa ed esplorare questo enorme dungeon è all'ordine del giorno, ma solo le compagnie migliori si spingono fino ai livelli più bassi. E' il caso dei nostri che conosciamo durante lo scontro con un enorme drago rosso che li mette KO e si mangia la sorella del bell'imbusto in copertina; prima di essere ingoiata, però, teletrasporta tutto il party all'esterno. Qui due delle donne del gruppo, manco presentate, danno le dimissioni e tanti saluti.
Vi direte: miseria, che inizio tragico!
Ovviamente no. Come nel migliore giochino, la morte è solo una parentesi! Basta un incantesimo di resurrezione e tutto è risolto... certo però se il corpo viene digerito, la faccenda si complica... e allora i nostri, in soli tre (guerriero, mago e ladro), tornano subito nel dungeon, ma le loro finanze ristrette li portano a una scelta drastica: cibarsi dei mostri.

Ma vi pare che sia così semplice? Ovviamente bisogna sapere quali parti usare e come. In questo viene loro in aiuto un tipo strambo, un nano esperto in cucina di mostri che insegna loro i trucchi del mestiere e li seguirà, interessato all'idea di assaggiare un drago.
E così seguiamo i nostri eroi che ridiscendono nel dungeon alle prese con mostri da mangiare, dalle bestie alle piante alle melme. Tutto (o quasi) pare commestibile e squisito se si sa come trattarlo.

Toriko, dove sei? Non so se conoscete quest'altro manga, ma praticamente sono simili. Toriko caccia bestie e cerca cibi rari e preziosi per un mercato gourmet e 'ste bestie son tutt'altro che normali, ovviamente. Poi anche lì la storia si incasina e prende pieghe ancora più irreali, cosa per cui dopo i primi volumi ho smesso di leggere anche quello.

Alla fine di questo primo volume di Dungeon Food pare ci sia il "colpo di scena" che dovrebbe spingerti a proseguire, ma che a me ha lasciato solo una smorfia, quasi ci si rendesse conto che così com'era la storia non aveva grandi potenzialità e allora si è inserito questo elemento che dovrebbe far pensare: oddio, e adesso? Se ne accorgeranno? Cosa combinerà?
Per me rimarrà un'incognita e dormirò bene uguale.

In più mi aspettavo un fantasy classico, di ispirazione dungeons&dragons per capirsi, e invece pare più un mmorpg, con dungeon affollati, aree di ristoro che paiono le piazzette di smercio e chat, "niubbi" che crepano contro mostri di livello troppo altri (e li chiamano davvero niubbi). Altro punto a sfavore. Non ho nulla contro gli mmorpg, anzi, ne ho giocati diversi, ma qui proprio stona, come se fosse una via di mezzo che non sa né di carne né di pesce.

Peccato. Un po' ci speravo in una serie carina, leggera e divertente da seguire senza troppe pretese, ma è stato deludente e non vale proprio il suo costo (6,90 cocuzze a volume). Ciao ciao Dungeon Food, a mai più rileggerci.

mercoledì 1 marzo 2017

I Giorni della Sposa di Kaoru Mori

Kaoru Mori era arrivata in Italia con Emma, ma io ne ero all'oscuro e a quel manga non avevo prestato grande attenzione. Quando è arrivato I Giorni della Sposa (Otoyomegatari) era il 2011, sfornato dalla JPOP che ha visto negli anni molti dei nostri soldi. Sono passati già 6 anni e siamo a 8 volumi in Italia (9 in patria, in corso) e non mi stancherei mai di leggerlo.
Negli ultimi tempi abbiamo praticamente smesso di acquistare manga e fumetti, ma ieri Luca voleva trovare il nuovo Dungeon Food e con l'occasione gli ho chiesto di trovarmi i volumi dal 5 all'8 e così stanotte/stamattina mi sono rimessa in pari!


La cura dei disegni, con millemila dettagli sia nei costumi che negli sfondi, mi ha fatto adorare questo seinen manga (ovvero un manga rivolto a un pubblico femminile adulto) ambientato nel XIX secolo nell'Asia, in regioni dai costumi particolari e bellissimi. L'autrice fa spostare la storia in varie regioni, facendoci conoscere storie di donne diverse, anche se Amira (quella in copertina) è la protagonista che vedremo più spesso ed è la prima sposa che conosciamo, unita in matrimonio a un ragazzo che ha 8 anni meno di lei (20 lei, 12 lui) e che appartiene a una tribù molto diversa.
Amira è una cacciatrice provetta, l'arco è l'arma prediletta dalla sua gente così come i cavalli la loro ricchezza. Sa ricamare, cucinare... è la moglie perfetta! Ma la sua vita non sarà molto serena, alle prese con una famiglia tutt'altro che facile.

Il mio defunto personaggio del live si voleva ispirare, dopo un primo momento, a questi costumi, ma alla fine non ho mai trovato il tempo e la concentrazione per farmi un costume come volevo... con "come volevo" intendo che avevo intenzione di ricamare laddove non fossi riuscita a sopperire con le passamanerie. Sarebbe stato un lavoro lungo e probabilmente sprecato per un live... per non dire che avrei potuto rovinarlo fin troppo facilmente. Allo stesso modo, Azer (il fratellone figone di Amira) era l'ispirazione per il personaggio del mio compagno e... quanto è figo Azer. Nel sesto volume si vede un sacco e io sbavavo. Prima o poi mi piacerebbe comunque realizzare uno di questi costumi!

L'autrice disegna una mole di bestie impressionante e con una certa cura. E' la cura di tutto l'insieme che mi rende la lettura piacevole; le scene di quotidianità, dal cucire al cucinare, dai preparativi delle nozze alle varie usanze dei popoli, tutto ha un'atmosfera particolare che mi rende questo manga assolutamente gradevole. Dopo averlo letto, di solito continuo a sfogliarlo per un bel po' godendomi le immagini. Mi piacerebbe essere capace di una tale pazienza e precisione, ma ultimamente tendo a tirare via i disegni, specie in fase di colorazione... tanto che adesso preferisco colorare quegli album di disegni per adulti (ho quello dei Mandala, anche se doveva essere di Luca).


Non so quanto dovrà passare prima di avere il nono volume, sob, ma nel frattempo continuerò a godermi questi, sfogliandoli e immaginandomi di fare un costume come quelli... e che probabilmente non farò mai XD
Lo straconsiglio se vi piacciono le storie di vita ad ambientazione storica, senza nulla di strano, senza chissà quanta azione. Vita normale con usi e costumi a noi forse estranei, ma interessantissimi!