lunedì 31 ottobre 2016

Il Cavaliere di Eron - L'Avvento di Laura Santella


Continuano le mie letture made in Italy. Ho questo libro da un bel po'... penso dalla prima fiera che io e Laura abbiamo fatto assieme due anni fa, quando ci siamo praticamente conosciute. Come al solito, tendo a far stagionare i libri prima di leggerli... Potrei dire che ho aspettato la fine della trilogia per leggerli tutti assieme! In realtà semplicemente mi perdo nella mole di letture che scelgo e quando devo leggere libri di autori che conosco almeno un po', ho sempre un minimo di apprensione sapendo poi di dover scrivere quello che ne penso. Vero, nessuno mi obbliga, ma ormai è diventata un'abitudine a cui tengo così come tengo alla sincerità. In questo caso, conoscevo meglio di altre volte l'autrice, e appena ho aperto il libro ho iniziato il mantra: ti prego fa' che sia scritto bene, ti prego fa' che sia scritto bene!
E ho tirato un sospiro di sollievo: è scritto bene!



Dovuta premessa: la mia edizione non è quella attuale, quindi alcune cose saranno state probabilmente già sistemate (anche perchè ho iniziato il secondo e son state corrette), quindi il mio commento sul lato tecnico si riferisce alla precisa edizione che ho io.
Il primo impatto mi ha stranito: ha usato la carta patinata, come quella delle riviste. Credo che nella stampa recente non sia più così e credo anche che il cambiamento sia stata una buona scelta. L'inchiostro si rovina facilmente sulla carta lucida e difatti ci sono alcuni difetti a bordo pagina, ma non molti.
Rimanendo in ambito visivo/tattile, la copertina mi aveva sempre spinta a pensare al classico drago rosso e il cavaliere in armatura metallica, ma la copertina non rispecchia i colori reali: il drago è nero, il cavaliere è bianco. Classico per il resto può esserlo, ma comunque piacevole.

Trama:
La storia è incentrata sulle avventure del mitico cavaliere di Eron: un guerriero senza macchia e senza paura, proveniente da un altro mondo, pronto ad affrontare chiunque e qualsiasi cosa pur di difendere il regno di Eron ed il suo popolo. A ricoprire questo ruolo sarà chiamata una persona molto particolare che, a prima vista sembrerà estremamente inadatta, ma che alla fine, si rivelerà forse la carta vincente per sconfiggere il terribile e spietato re Kales di Lamdas ed il suo esercito stregato.
Infatti, una potente ed oscura magia avvolge e fortifica i nemici di Eron che, in balia di una guerra spietata e, apparentemente, senza senso, può solo rivolgere le proprie preghiere al leggendario cavaliere.
Azione, intrighi, battaglie, magia, comicità e romanticismo in una storia che vi coinvolgerà e vi terrà col fiato sospeso fino all'ultimo capitolo. La chiave di tutto saranno i dettagli…
Quale sarà il destino di Eron e del suo cavaliere?
Allora, un micro spoiler va fatto..: questa persona particolare la si conosce fin da quando si apre il libro... o meglio, dopo il primo capitolo. Jade è una ragazza come tante, che ama lo studio e, complice un carattere un po' remissivo, questo suo lato viene sfruttato dai compagni che, altrimenti, non la considerano affatto.
Caso vuole che venga richiamata ad Eron tramite un portale e venga accolta come il rinomato Cavaliere di Eron! Cavaliere? Di chi? Eroche? Più o meno la reazione è questa, ma bisogna riconoscere che Jade, prima di tutto, ha un cuore buono e generoso e di voltare le spalle a quella gente che l'accoglie come la loro salvatrice, proprio non se la sente.
Re Iron di Eron non si lascia scoraggiare dal fatto che sia giovane, femmina e non sappia fare nulla di tutto quello che narra la leggenda: è solo questione di allenamento, di ricordare, rispolverare! E così viene affidata al mago Leaf e a sir Robert per recuperare le sue doti magiche e militari.

Jade è veramente il cavaliere di Eron, nessuno ha dubbi tranne il principe Phin (che ogni tanto è di un tale odioso che lo strangoleresti) e Rufus, tenente che deve aiutare Jade nei suoi allenamenti e che alla ragazza non dà nessun appoggio, considerandosi quasi preso in giro dall'incarico del suo comandante.
Tutti avranno modo di ricredersi e Jade stessa scopre di poter essere diversa. Nel mentre si legge la storia, i progressi del cavaliere, le battaglie contro l'esercito di Kales, la guerra... quel che più si segue è l'evoluzione di Jade che, ragazza o cavaliere, è sempre Jade che impara, cresce e trova una forza che forse nemmeno immaginava di avere.

In questo scontro buoni contro cattivi, forse il finale è abbastanza ovvio per chi è avvezzo al genere, ma a un certo punto mi son pure detta "poco importa" perchè alla fine mi risultava il contorno di un eroe, diciamo pure la nascita di un eroe. Certo, il cavaliere di Eron era già venuto quattrocento anni prima, ma Jade non ricorda nulla e quindi riparte da zero benché alcuni gesti le arrivino semplici e naturali, guidati proprio da quella memoria perduta.
Il vissero tutti felici e contenti in realtà non è propriamente il finale che viene presentato. Quel "tutti" non c'è, né da una parte, né dall'altra ed è proprio dall'altra parte che ti dici: grazie Laura, bel finale... e se non avevi già scritto il secondo io che facevo?
Non dirò perchè, ma ci sono due cose ben precise che devono avere assolutamente risposta, ma tanto ho già iniziato il secondo. Per ora ho solo un grande odio per qualcuno...

Ho il segnalibro con sir Robert, scelto perchè mi piace molto Jeremy Irons e devo dire che non ho faticato a vederlo in quei panni e nelle sue battute (poi l'immagine scelta lo raffigura nel ruolo di Brom in Eragon, altro personaggio che ho amato e che nel film non rende), ma ancora di più ho amato sir Bork. Non sono molto avvezza ad innamorarmi delle eroine, ma Jade mi piace, non posso dire di amarla, sarebbe eccessivo, ma comunque è un tipo apposto. Certo è che è molto naturale e sincera, nel secondo poi i suoi sentimenti sono molto condivisibili.

Nella prima edizione c'era il problema dei dialoghi tutti di seguito all'altro. A volte ci si perde un po' a capire chi parla, ma ho visto che già nel secondo la cosa è stata sistemata, quindi presumo sia un problema relativo alla vecchia stampa. A parte qualche micro refuso qua e là, si legge bene e scorre molto rapidamente. Un fantasy classico, epico, adatto a tutti con una protagonista "normale" che diventa speciale per poi tornare alla sua normalità con una nuova forza, pronta a riconquistare la sua vita senza bisogno di spada e magia.

Adesso sto leggendo il secondo e spero di rivedere Yleana (scritto giusto? Ora ho i dubbi...) e aspetto le mie cruciali risposte ai dubbi lasciati nel finale del primo. Sono già attrezzata anche col terzo, quindi lettura tutta di fila, anche se a inizio del secondo c'è un pratico e utile riassunto del primo volume!

Adesso niente, inizio a pensare a cosa mettermi stasera... cena di Halloween is coming!

mercoledì 26 ottobre 2016

Cercando di organizzare un matrimonio non tradizionale - parte prima

Mi ero sempre detta che, se un giorno mi fossi sposata, avrei voluto che fosse un giorno speciale dove, una volta tanto, gli altri si sarebbero dovuti adattare a me e non viceversa.
Non sono mai stata una credente molto convinta e la cerimonia in chiesa non rappresentava per me un punto fermo per cui l'idea di fare tutto in un'unica location (scoperto che si poteva fare) è diventata per me l'unica possibilità.
Considerato tutto il tempo che passo a fantasticare, volevo che quel giorno fosse un giorno nel mio mondo, un angolino di realtà trasformata in qualcosa di magico.
Mia mamma è sempre stata una gran lettrice. Certo, il fantasy non è il suo genere abitudinario, ma comunque ama la fantascienza, i misteri... quindi l'immaginazione non le manca. Averle detto che volevo un matrimonio in stile fantasy/fatato per lei non è stato chissà che trauma.
L'unica mozione mossa è stata: allora il vestito me lo cuce la mia bambina?
E ovviamente più che volentieri. Ma di abiti parliamo dopo...

Come vuole la tradizione, il rapporto sposa-suocera doveva per forza essere diverso. Io e la mamma di Luca non abbiamo gusti simili, in niente... dalla casa, al vestire, agli interessi... siamo due universi opposti e capita spesso che io e Luca discutiamo di questo.
Non dico che ci sia una guerra, ma di sicuro l'idea di un matrimonio di questo tipo non ha incontrato i suoi gusti e l'idea, poi, di proporre un dress code ben preciso (ma non assolutamente così estremo come potreste pensare) non le è piaciuto molto.
E' già un buon passo che abbia accettato l'idea che gli abiti li cucirò io da zero, ma da qui a pensare a vestirsi lei in qualche modo "strano"... e poi i parenti? I parenti si adattano o non sono abbastanza interessati a partecipare! Contando che stiamo organizzando un camerino per vestirsi in loco con costumi disponibili lì, se non si adattano vuol dire che non ne hanno voglia e per me possono anche stare a casa.
Lo so: è estremo e cattivo (forse), ma per un giorno non muore nessuno (manco fosse chissà che condanna). In fondo, vanno bene anche costumi storici, dal medioevo al rinascimento, fino al settecento... anche primi dell'ottocento. Non voglio che nessuno venga vestito come Trilli o una Winx!

Il fatto che io abbia scelto il blu e il bianco rispetto al classico total white non ha sconvolto nessuno (io amo il nero e i colori scuri e freddi, che abbia incluso il bianco è già un'ottima cosa, per cui nessuno ha detto niente); che Luca, partito con l'idea di adeguarsi a me, abbia poi optato per il bordeaux/rosso scuro, invece qualche dubbio lo ha creato.
La cosa buona è che è stata una scelta completamente sua e lui se l'è gestita, rimanendo irremovibile sulla questione (anche perchè ha già comprato del velluto ricamato), quindi i genitori si sono dovuti attaccare al tram, anche se non li vedo molto entusiasti.

Cioè, che poi è tutto dire: mio fratello è completamente estraneo al nostro ambiente e non ama il fantasy perchè lo trova illogico, troppo campato in aria... troppo poco scienza (infatti la fantascienza gli piace). In quanto a vestire, è abbastanza allergico a ciò che piace a me e agli abiti eleganti. Nonostante ciò, accetterà di accompagnarmi vestito con giacca elegante blu e stivali da cavaliere. Se si sacrifica lui per una giornata, se anche mia mamma sta in un abito medievale, che male potrà mai fare, per un giorno, vestire panni diversi?
Se io mi adatto ai vostri gusti per partecipare a cerimonie (ho comprato abiti per la cresima del cugino di Luca che non ho mai più messo), non potete farlo anche voi? Vi metto pure a disposizione abiti da infilare, potete non comprare nulla... che volete di più?
Tutto questo trauma non lo vedo... lasciatevi un po' andare, per la miseria!

lunedì 24 ottobre 2016

Blogtour S.E.U.

Non ho mai fatto blogtour e, fino a poco tempo fa, non sapevo bene neanche cosa fossero e come funzionassero. Alla fine posso riassumere dicendo che sono giveaway un po' più articolati dove si presenta un qualcosa in diverse tappe. In questo caso ho preso parte col mio libro a un blogtour in quattro tappe con altri autori di fantasy della mia associazione (S.E.U. appunto).
L'impegno è minimo per partecipare e potreste scoprire tante cose curiose, anche perchè han deciso di sviluppare le tappe in maniera un po' originale e non sempre con le solite domande sui protagonisti, la trama, ecc. Alla fine ci saranno tre pacchetti di libri in palio, estratti tra chi seguirà le semplici regole dell'evento (che non costano chissà quanto tempo e fatica)


Se la cosa vi può interessare, questo è il link dell'evento Facebook dove, oltre alle regole, verranno pubblicate tutte le tappe fino all'estrazione finale l'8 novembre! Le tappe sono "retroattive" e si potranno recuperare le precedenti anche se si arriva in ritardo. La prima è uscita il 21, la prossima sarà domani!

mercoledì 12 ottobre 2016

Elissa e altri racconti di Franca Adelaide Amico

Ogni tanto, quando mi capita l'occasione, son sempre curiosa di leggere quello che scrivono i colleghi anche se non si tratta del mio genere. Diciamo che io leggo quasi solamente fantasy, ma più di una volta sotto consiglio ho trovato bei libri anche in altri generi. In fondo, anche se preferisco il fantastico, non è detto che non sappia apprezzare un libro scritto bene che mi parla di realtà.
Di raccolte di racconti ne ho lette un sacco, anche perchè facendo concorsi, capita poi di venirci inseriti e, a quel punto, si è curiosi di vedere con chi ci siamo contesi l'onore, no?
In questo caso partivo preparata: un'associata S.E.U.
Sapevo di cosa parlava il libro. A prima impressione, quando vidi la copertina, pensai a una raccolta di racconti per bambini o, se non altro, anche per bambini, ma devo dire che credo che un bambino non comprenderebbe il messaggio che l'autrice vuole dare con questa serie di racconti. Penso che, semplicemente, un bambino sia all'inizio del cammino della vita e che, quindi, non possa comprendere l'arco e il cerchio dell'esistenza. Non ancora.


Trama:
Una silloge che ha la "pretesa" di far riflettere.
Vi siete mai incamminati per le strade impervie del vostro Io, quando le luci della sera si smorzano e unico compagno nel vostro viaggio rimane il vostro cuore? Avete mai provato la sensazione unica e irripetibile del cammino che ha il sentore di un pellegrinaggio, della sabbia fresca della sera su cui riposare le vostre membra affaticate dal lavoro di un' intensa giornata? Ecco: queste sono le sensazioni che Elissa, Selima, Elexel, Rumi, Eusina ed altri personaggi vi concederanno La raccolta si apre con una trilogia di stampo più propriamente esoterico: inizia con Rumi, il pellegrino che vaga attraverso i quattro punti cardinali per apprendere che la Verità sta nella ciclicità della storia di tutti gli esseri viventi. Continua poi, con Elexel e il suo Graal, coppa di saggezza . Termina con Elissa, che rappresenta l' occasionale battuta d' arresto nel percorso della spiritualità.La seconda parte della sezione, comprende, invece, racconti di tipologia che varia dall'intimistico al realistico. Vengono trattati i temi del "diverso", della ricerca della propria identità,della diversa angolazione attraverso cui osservare fatti e persone. Conclude la silloge, un racconto scritto trentasette anni fa che costituisce, pur nella sua essenza apparentemente vetusta, uno spunto di riflessione su cosa intendere come  malattia" e "salute".
I racconti sono molti, alcuni più brevi di altri. Alcuni hanno un inizio e una fine chiari, altri sono quasi spezzoni di vita presi casualmente.
Il primo dei tre (che rappresentano un po', secondo me, la parte più originale) è uno di quelli che ho apprezzato meno, forse perchè è difficile capire lo scorrere degli eventi, il tempo che passa (se passa), il contesto, il personaggio... sembra tutto un po' confuso. Il secondo, invece, ha un contesto che riesce già subito ad ancorarsi e contestualizzarsi con la presenza del Graal, sebbene non ruoti tutto attorno al mistico calice, bensì all'umile persona che si occupa di pulirlo.
Di Elissa avevo letto un estratto già prima di poterlo leggere completamente e rappresenta la chiusura di un'ipotetico cerchio, almeno per come l'ho visto io.

I seguenti racconti non hanno un filo a legarli se non quello di raccontare la vita così come può essere. Alcuni mi sono piaciuti più di altri e la conclusione, con un racconto scritto molto tempo prima degli altri, mi è piaciuta. Questo racconto in particolare ha un inizio e una fine più chiari degli altri e forse per questo sono riuscita a seguirlo con maggiore attenzione.

Il problema ricorrente in tutti i racconti è la punteggiatura.
L'autrice ama usare molto le virgole per inserire nelle frasi dettagli, una cadenza particolare e su questo non ho nulla da dire: credo rientri anche nello stile e, dopotutto, credo si abbini bene nel contesto.
Il fatto è che ci sono spazi ovunque prima o dopo la punteggiatura, nel posto sbagliato. Andrebbero un attimo rimessi in ordine così come la punteggiatura dei dialoghi, che così verrebbero fuori un po' più chiari, ma nulla di che. La cosa che più mi è rimasta impressa sono i due punti usati due volte a breve distanza nella stessa frase. Non credo si possa fare... non lo avevo mai visto fare, se non altro.

A parte queste cose prettamente tecniche, credo sia una raccolta adatta a chi vuole leggere qualcosa oltre le righe. Se questi racconti vengono presi come fine a se stessi, la raccolta potrebbe risultare piatta, vuota, senza un preciso nesso tra un racconto e l'altro.
E' stata una lettura fuori dal mio ordinario e non mi ha preso molto, però riconosco che non è scritta male. L'unico difetto è che ho visto che l'ebook non è fatto correttamente, quindi è come sfogliare un documento da stampa non ottimizzato per la lettura digitale... se non volete bruciarvi gli occhi, o zoomate o lo leggete da pc.

Torno al fantasy come mi ero preposta a inizio mese, cercando di fare spazio e ordine sul mio affollato comodino!

lunedì 10 ottobre 2016

Ciarlando del mio scrivere...

In questi giorni sto finendo di rivedere le pagine scritte boh... tipo qualcosa come tre-quattro anni fa del terzo libro di Leodhrae. Sto modificando un sacco di cose. Non il contenuto, ma il modo di scrivere sì, specialmente i dialoghi. Da una certa parte mi fa piacere notare che le idee sono le stesse ma ho migliorato (spero) il modo in cui esporle.
In realtà ci sono alcune scene "scomode" che ho provato a eliminare... ma mi è sembrato quasi di sentire l'indignazione dei personaggi e mi son detta che, nonostante a diversi non sia piaciuta, se ho lasciato invariata Aghadralia anche post revisione, allora dovevo seguire la stessa linea e lasciare ai personaggi libertà di espressione.

Il più problematico è sempre Nare, la cosa non mi stupisce...
E mi sembra anche di vederlo lì che sbuffa e ride, come a sfidarmi. Cambiami, se ci riesci... Provaci e io distruggerò tutto quello che scriverai comportandomi da imbecille.
Beh, dipende un po' dai punti di vista... Per qualcuno sicuramente Nare non è il più intelligente (anche se forse si ritiene tale), ma siamo tutti concordi che non sia sicuramente il più buono e che, spesso, non si chieda nemmeno se i suoi gesti e le sue azioni possano creare danni...

Ora sto esaurendo il materiale da revisionare e mi aspetteranno i fogli bianchi da riempire. Da una certa parte ciò mi permette una minore attenzione, nel senso che posso scrivere di getto e poi rivedere, alternando queste due cose, sfruttando l'ispirazione per la prima e lo scemare di essa per la seconda. In testa ho molte scene già "scritte", ma non sono il tipo da scrivere capitoli a caso per poi riunirli. Preferisco tenere tutto in testa, rivedere e modellare le idee fino al momento in cui serviranno, e, quando serviranno, saranno così il più perfette e adatte possibile.
Inoltre non mi piace considerare alcune parti più meritevoli di altre. Preferisco lavorare su ogni riga, su ogni evento perchè tutto contribuisce alla forma finale.

In una recensione mi avevano detto che l'alternarsi di scene quiete e momenti d'azione non era nei gusti di chi stava scrivendo (riconosceva lei stessa che fosse suo gusto, ma in fondo il gusto influisce per forza nel parere dato sul libro, per lo meno a livello soggettivo). Io, al contrario, non amo molto i libri dove l'azione è continua, quasi forzata certe volte. Ritengo che, come succede nella realtà, i momenti "normali" siano necessari, che la calma aiuti a esprimere diversi lati e atteggiamenti. Certo, direte voi, però se io leggo un fantasy è perchè voglio un'avventura, qualcosa di straordinario, non di normale.
Io ritengo che rendere normale una vita che di per sé non lo è rispetto alla nostra, sia bello. Amo quando un libro riesce a rendermi parte del suo mondo anche in quelle piccole cose che possono essere il cibo, le usanze, il vestiario, l'architettura... quando lo straordinario diventa straordinariamente normale. Certo, poi l'azione ci sarà, ci sarà la passione, la rabbia, il dolore, ma c'è anche la calma e a me piace darle spazio.
Con questo non critico gusti e/o stile di nessuno. Si fa per "parlare", per confrontarsi, prendere spunto.

E adesso mi dedico a queste fantomatiche ultime pagine già scritte e poi il salto verso l'ignoto. In fondo io posso avere alcune scene in mente, ma quando scrivo mi rendo conto che tutto scivola fuori senza molto ragionare. Lo ripeto sempre, ormai son quasi noiosa... ma a me sembra sempre che siano i personaggi a raccontarmela: io sono solo la scribacchina col compito di riportare tutto e guai a mettere becco.
Nare poi, per ricollegarci a sopra, è il più intollerante, quello che ci tiene proprio che le cose vengano scritte come vuole lui, senza omettere, senza addolcire. E' proprio un grandissimo s.....

mercoledì 5 ottobre 2016

Sogni di Mostri e Divinità di Laini Taylor

Ricordo ancora quando, cercando qualcosa da leggere nella libreria dove accatasto acquisti su acquisti, estrassi La Chimera di Praga e storsi la bocca, aspettandomi uno young adult stereotipato, chiedendomi quasi come e quando avessi acquistato quel volume... rimanendo poi folgorata dal mondo che mi si aprì davanti.
E' stato amore fin dalle prime pagine, da quell'intreccio di normale e anormale, di bestiale e di angelico, di luce e buio, di amore e dolore che mi ha spinta a cercare immediatamente La Città di Sabbia, il secondo volume della trilogia, ordinandolo in libreria. Da quanti secoli non ordinavo un libro? Non ero ancora una simpatizzante di Amazon, quindi ordinarlo era per me la cosa più ovvia, e quando arrivò fu una seconda dose di piacere, seppur il primo rimanesse per me migliore.
Anche oggi, dopo aver finito il terzo, riconosco che il primo resta il mio amore, anche perchè è lì che si spalancano le porte, che conosci, impari a conoscere, e ami e odi... e, seppur fin dall'inizio mi aspettassi un finale positivo per Karou e Akiva, non mi sarei aspettata un finale conquistato in questo modo.


Le recensioni per questo libro sono fioccate, rapidissime, fin dall'uscita. Io ci ho messo tanto e sicuramente non è colpa del libro stesso, ma della mia mancanza di attenzione e di tempo.
Al di là della trama, il modo di scrivere di Laini Taylor è particolare, accattivante, coinvolgente ed è sempre bello ritrovarsi a sorridere con gli occhi lucidi mentre si leggono pagine stampate.
In un primo momento ho temuto di non riuscire a riallacciarmi ai precedenti due libri dopo così tanto tempo, ma mi sono ricreduta: è stato come tornare a casa.
Di solito non sono una simpatizzante dei protagonisti, ma devo dire che Karou e Akiva mi risultano apprezzabili, anche se in questo libro ho rivalutato molto Liraz. Fin dalla sua prima comparsa sono rimasta affascinata da Thiago, e anche il Thiago di questo libro mi è entrato dentro e alla fine ho sorriso. Ho riso e ho pianto con Karou e Liraz per quella borraccia, per quella speranza e sono stata felice di sentire quel rumore di zoccoli alle spalle dell'angelo, la sua goffaggine nel conoscere sensazioni nuove.

Inizialmente mi ero chiesta lo scopo di Eliza, questa voce fuori coro. Pensavo fosse solo un espediente per far avere visione di determinati accadimenti, situazioni, un punto umano, terrestre, per osservare la venuta dei Serafini, ma infine... oh, Eliza serve eccome.
Come all'epoca mi innamorai del passato di Eretz, con Madrigal e Akiva, il ballo, l'amore segreto, anche stavolta i racconti del passato, di Meliz, degli angeli così diversi tra loro, del come Serafini e Chimere si sono trovati a condividere Eretz, sono stati la parte prediletta.
E così come ho amato certi passi e certi personaggi, l'autrice è riuscita a far odiare quei personaggi che meritavano odio. Oh... l'odio che ho provato quando Zuzanna e Mik son stati messi alla porta... l'impotenza e l'odio... e alla fine sono contenta, non tanto per la vendetta espressa tramite desiderio, ma per la condanna eterna che si è presa sulle spalle quella maledetta.

Gli Steliani, misteriosi fin da subito, si presentano in maniera concreta e... quasi aperta in questo volume. Certo, non hanno la mia simpatia, ma posso comprenderli. Il loro modo di essere ha un senso e alla fine, proprio alla fine, mi sono sembrati più umani. Certo, nel capitolo finale, con i doni, mi si è scaldato il cuore, ma il punto dove maggiormente ho sorriso è proprio assieme a Liraz e Karou con quella borraccia, perchè alla fine sì, lo meritava, non poteva finire diversamente!

Infine, se devo scegliere a caldo la scena che più mi è rimasta impressa, è quella di Thiago e Liraz nelle caverne dei Kirin. Quel "non ci hanno ancora presentati" per me resterà una delle cose più belle.

E ora diciamocelo: i diritti cinematografici son stati presi... a quando l'effettiva messa in cantiere? Non lo so e, come già detto, non so se fremere o tremare. Come si può rendere un mondo come Eretz? La vastità delle forme delle Chimere, la bellezza e la luce dei Serafini... Non lo so. Certo, gli effetti speciali, la computer grafica... livelli altissimi ormai, ma quanto tutto ciò sembrerà finto? Attori o completamente animazione? Penso la prima, ormai è una scelta frequente e testata, ma ho comunque una certa paura... paura dell'immane delusione. Dopo Eragon non ho voluto credere più nei film tratti dai libri. Specie dai libri che amo.

Adesso non so, credo che guarderò che altro ha scritto la Taylor. Potrebbe esistere un seguito? Potrebbe ma, sinceramente, spero che non si faccia. E' bello così, con l'apertura verso un domani di ricostruzione e speranza, di lotta e di leggenda perchè, in fondo, il passato e il futuro sono solo confini che abbiamo creato per non perderci nell'infinità del presente.

martedì 4 ottobre 2016

Un po' di musica con due chiacchiere #4

Da qualche secolo non ho scritto niente. Non ho avuto tempo di scrivere niente.
Prima la corsa al cucito per creare due abiti in linea per le nozze d'ottone di amici in stile steampunk e nonostante l'impegno, la salute non mi ha assistito e ho avuto mille incasinamenti, per cui non ho fatto la giacca per il mio omino e il mio me lo son fatto largo, così largo che se il corsetto non teneva la gonna andavo in mutande...
Devo stringerlo, fare la giacca a lui, pimparli ancora un po' e poi vedremo se fare un giorno al Lucca Comics. Dopo una lunga tradizione, quest'anno niente appartamento, niente tutti i giorni di fiera... Sicuramente su questo influisce la situazione economica, ma anche il fatto che ormai la fiera è quasi invivibile per i cosplayer ed entrare negli stand costa talmente tanto che alla fine cosa resta da spendere se hai un budget piccolo, piccolo?
Inoltre, ormai manca un anno al matrimonio e le spese saranno tante, quindi bisogna fare economia e investire, piuttosto, nelle stoffe per gli abiti (sì, me li cucio), su location, allestimenti, cibo, inviti, bomboniere... contando poi che intendo cucire abiti anche a mia mamma e mio fratello (stile fantasy non saprebbero cosa mettersi) mi servirà tanto tempo.


In tutto questo ci siamo fatti una vacanza a Roma e Napoli. Era da un pezzo che non gironzolavamo e, nonostante la stanchezza, è stato davvero bello. Al ritorno ci siamo fermati alla reggia di Caserta, un posto davvero bello, ma fra tutto devo scegliere i bagni di Venere all'interno dei giardini all'inglese *-* se lo conoscete, sappiate che l'atmosfera di quello splendido posto è come mi sono immaginata Celya, con quel contrasto tra l'ombra, il turchese dell'acqua, la ricca vegetazione e la quiete.
Da circa una settimana ho inoltre iniziato la nuova terapia con immuno soppressore. Ovviamente son tornata dalla vacanza con l'influenza, quindi me la sto ancora trascinando dietro tra tosse e raffreddore (oggi pure mal di testa).
Gli effetti collaterali sono una caterva, ma per ora, a parte l'influenza, non lamento nulla di che. Sarà che l'interferone mi dava assai noia e non sopportavo più di dovermi fare punture un giorno sì e uno no. Mi sembra un enorme cambiamento, un enorme sollievo.
Mia mamma sta continuando il trasloco col contagocce, non si capisce mai quando viene e quando va, complice mio fratello che è fatto un po' a modo suo... tra l'altro devo sentire se stasera vengono a cena qua.


Riprendiamo da post cena. Alla fine chiamando, mio fratello aveva bisogno di me, ma tra fermarsi in ferramenta, passare al Comet e svernare al Bricoman, l'aiuto è rimandato a domani e stasera son venuti qua. Adesso rotolo... pomodoro ripieno e poi risotto con mazzancolle, piselli e caprino. Ma quanto mangiano salato loro che per me andava benissimo e loro hanno aggiunto il sale? Mah... alla fine la roba sa solo di sale, o no?


Oggi ho finito di leggere Sogni di Mostri e Divinità (seguirà recensione) e mi son sorpresa di quanto ci ho messo. Decisamente questo 2016 è un anno incasinato. Il tempo mi scivola tra le mani e mi sento inconcludente, trascinata via dalla corrente e incapace di riottenere un saldo appiglio. E infatti, porca miseria, io volevo far uscire il terzo libro di Leodhrae a Natale, ma con questo ritmo ciaone... mi sento in colpa, amareggiata, frustrata... e un po' anche incavolata...
Eppure di notte, quando faccio fatica a prendere sonno e ascolto un po' di musica, in testa mi scrivo pagine e pagine di storia, frammenti utili che però poi non riesco a scrivere al pc. Non sarebbe bellissimo se si riuscisse a scrivere direttamente pensando? Sarebbe davvero perfetto!


Cambio repentino di musica XD viva la riproduzione casuale...
Ogni tanto ho anche di queste cose tra la musica che ascolto. 
Comunque mi sento oberata di cose da fare, impegni, oneri... e alla fine quando ne ho troppe per la testa va a finire che non riesco a concentrarmi su niente. E' già un grande traguardo essere passata al nuovo farmaco anche se mi aspettano prelievi di sangue piuttosto spesso per i prossimi mesi, ma non dovermi più fare punture, so che sembrerà stupido, ma per me è una grande svolta.


Adesso scriverò la recensione per il libro finito, poi proverò a vedere se riesco a scrivere qualcosa. Il buio e la quiete della sera/notte ho notato che aiutano molto. Poi dovrò per forza di cose vedere di sistemare casa perchè c'è un casino allucinante... e devo ancora scucicchiare roba, quindi manco posso sgombrare la macchina, le stoffe o l'asse da stiro... preferirei farlo una volta finito.
Ho ancora roba in giro da quest'estate, dalla fiera a Grazzano... cioè... Ovviamente Luca non è di alcun aiuto, per lui riordinare è una cosa pallosa e quando si ritrova a doverlo fare è tutto un bestemmiare e lanciare roba. Ogni tanto vorrei lanciare lui contro un muro! Adesso quanti secoli ci metterà per aspirare il copriletto e metterlo a lavare? Io faccio una fatica immensa col picchio del folletto, in questo periodo poi, forse per le medicine nuove e l'influenza, è proprio improponibile...
Ah, che pazienza...