mercoledì 14 luglio 2021

La Maschera - volume primo di Paola Poggioli

Se vi capiterà di guardare in rete cosa se ne dice, troverete opinioni molto discordanti. Credo che succeda spesso quando un libro ha un certo tema o un certo stile (o entrambe le cose) ben identificabili e sui gusti non si discute. Io personalmente apprezzo lo yaoi, sono cresciuta a fantasy e manga come l'autrice e quindi la recensione che farò di questo libro sarà positiva, anche se, in conclusione, lascerò alcune riflessioni e pensieri in merito alla storia di questa serie che si è fermata al primo volume.


Trama:

Città Verde. Un centro portuale ricco, frenetico, abitato da elegante nobiltà e facoltosa borghesia, numerose confessioni religiose e teatro di scambio tra le più grandi città del continente. Un luogo affascinante di cui Shyar ha visto l’altra faccia della medaglia, quella che non si racconta, anche se ha solo quindici anni. Orfano, è stato cresciuto alla Casa di Miseria della città, ed è venuto per lui il tempo di essere mandato a servizio presso un qualche nobile. Un lavoro che ritiene tedioso ed insignificante, perché Shyar ha un carattere strano nonostante le sue umili origini: freddo, altero ed insolente. Un’indole che lo ha reso famoso con gli orfani del quartiere. D’aspetto esile ha la pelle bianca, ricci neri e occhi di un verde-grigio tanto distaccati da manifestare disinteresse per ogni cosa; finché quegli stessi occhi non si posano sul suo nuovo padrone: Xewonyan Ventridys. Il solo mago della città e unico personaggio allo stesso tempo temuto, ammirato ed odiato dall’aristocrazia, la quale fa a gara per accaparrarsene i favori. Shyar diventa il servo personale dell’uomo. Lo Stregone dei Veleni è un individuo oscuro ed imperscrutabile: tanto affascinante e pungente con le donne –suo unico vizio–, quanto pericoloso, crudele, arrogante, imprevedibile e tetramente seducente. L’interesse di Shyar non solo si accende, ma divampa in un sentimento che diviene ossessione ed agonia per un uomo che lo devasta, dice di non volerlo, ma è inevitabilmente attratto da lui.

La Maschera è la storia di un amore che diviene quasi follia, il racconto di un ragazzo dalle doti uniche e dell’uomo dall’immenso potere che lo porterà a svilupparle.

Allora, sulla trama c'è poco da dire: la storia ha un inizio lento e uno sviluppo altrettanto lento per quanto riguarda eventi salienti di storia poiché dedica ampio spazio a descrizioni di ambienti, sensazioni e dettagli, uno stile che a me piace molto e quindi non mi ha infastidita, anzi! Io ho trovato la lettura molto piacevole. Ovvio se cercate un romanzo di azione, questo sicuramente vi risulterà noioso perchè la storia scorre lenta, si dedica spazio ad eventi quali incontri diplomatici, occasioni di gala... tutte cose che servono più che altro a delineare il rapporto complicato tra Shyar e Xewon.

Sui personaggi: se non si amano storie con rapporti omosessuali, inutile dire che questo è un libro che non fa per voi. Diversamente, riconoscerete lo stereotipo tipico degli yaoi, con una parte nettamente dominante. Xewon è il bello, tenebroso e stronzo che nasconde i suoi veri sentimenti, il cui passato è oscuro e di cui non si capisce granché. Come personaggi a me ricordano molto quelli di Ayano Yamane, specie in The Crimson Spell, che comunque è una serie che amo anche se probabilmente morirò prima di vederne la fine.

Non è nascosto che questo libro sia nato sul web dove l'autrice, sotto lo pseudonimo di Axaly, ha pubblicato questa storia a puntate prima di raccogliere il tutto in un volume pubblicato da una casa editrice sconosciuta (almeno per me) da cui poi ha ricomprato i diritti. Non ho indagato molto sui motivi, ma evidentemente le cose non hanno funzionato. E a questo punto parliamo della nota dolente: ultimi aggiornamenti in merito a un sequel sul blog dell'autrice datati 2016 e poi più niente. Evidentemente anche una volta riacquisiti i diritti le cose non sono filate lisce e la stesura è rimasta ferma a un primo capitolo che si trova sul blog.

Come ho avuto il libro? Ho trovato l'autrice con lo stand a Grazzano Visconti. Anche io ero in fiera col mio libro, una delle ultime che ho fatto credo, e quindi l'ho comprato e ammetto che è stato uno dei pochi libri di cui ho cercato subito il seguito prima di arrivare alla fine. Scoprire la sua storia mi ha forse frenata nella lettura, rallentata di sicuro, ma non perchè non mi piacesse, ma perchè sapevo che sarei rimasta con una certa insoddisfazione. Ci ho messo anni tra acquistarlo e leggerlo e adesso, a 5 anni dalle ultime notizie, non so quanto sarà probabile che il 2 arrivi, ma d'altronde io stessa sono ferma nella scrittura pur non avendo abbandonato il mio mondo, quindi mai dire mai...

Per il resto io ho trovato che questo libro sia molto immersivo e facile da visualizzare, io me lo sono visto dinnanzi proprio come fosse disegnato dalla Yamane e non credo che sia un difetto dato che è evidente l'influenza alla base della storia e nessuno da nessuna parte ha negato la correlazione con manga yaoi. Ritengo sia uno di quei libri dove i gusti personali incidono per forza di cose nella valutazione e nel piacere della lettura, e io l'ho preso sapendo che sarei andata incontro a qualcosa che avrei apprezzato, anche se poi quando l'ho sfilato dalla libreria non mi ricordavo nulla e sono andata a caso... cosa che è stata come una piacevole sorpresa che mi ha aiutata a leggere in un periodo dove mi è davvero difficile concentrarmi.

Spero che Paola prima o poi porti avanti questa sua storia e io sarò prontissima a comprare il secondo volume di questa saga!

giovedì 21 gennaio 2021

Le Creature del Piccolo Popolo di Dario Spada

 E' un periodo in cui leggere mi è molto difficile. Il covid non c'entra nulla, semplicemente il mio livello di concentrazione è scarso da un po', un bel po', e non se ne esce. Ormai tipo è quasi un paio d'anni che va così, quindi vabbè...
Ero rimasta che leggevo il primo volume di Ravenloft scritto dalla Hamilton. L'ho letto ovviamente, ma dovessi raccontarvelo farei un po' fatica. Ha un inizio mooooolto lento, superata la grande salita la discesa è stata rapida. La scrittura mi è piaciuta, ma la storia è solo un incipit, quindi sì, mi è piaciuto nel complesso, ma non è nulla di che e non so se cercherò i seguenti.
Ma torniamo a noi! Ho fatto un periodo in cui ho cercato informazioni sul piccolo popolo e mentre Luca era in Trentino, gli ho detto che, se trovava qualche libro di leggende e similari, avrei gradito quello come souvenir. E Luca è tornato con questo, che poi ho scoperto che aveva una mia amica e se lo avessi scoperto prima, questo sarebbe stato depennato dai possibili acquisti...


L'idea di questo libro in sé mi piaceva, ce lo avevo anche in wishlist su Amazon, ma la realizzazione mi ha molto delusa. Purtroppo secondo me è colpa di come è stato organizzato e anche dell'editing. Ci sono molte ripetizioni e le categorie sono... inutili? Nel senso che ogni creatura o gruppo di creature ha un testo introduttivo e poi (in teoria) descrizione e habitat; a volte anche una leggenda. In teoria perchè, spesso, le informazioni sono mescolate tra le tre parti e non si capisce bene perchè...
Molte creature, inoltre, hanno descrizioni talmente simili che alla fine sembra un potpourrì molto incasinato e confuso... il fatto poi che le creature anche se son nelle Fate vengano chiamati Elfi o che alcune famiglie compaiano sia in uno che nell'altro gruppo... sinceramente passa la voglia di leggerselo tutto, ma l'ho fatto, La mia amica no, si è arresa prima.

Io credo che ci sia stata una grande ricerca di informazioni, ma alla fine risulta incasinato il modo di esporre i risultati e a volte gli elenchi di nomi impronunciabili (che non è colpa dell'autore, ma queste creature son tutte situate tra nord ed est Europa e non sono lingue a cui siamo avvezzi) sono una cosa che interrompe molto il succo dell'informazione. Tutto ciò secondo me sarebbe stato meno fastidioso con una buona fase di editing, un'impaginazione curata e, ammetto, questi libri sarebbero sempre molto meglio con illustrazioni per aiutare il lettore a comprendere meglio mentre in questo le illustrazioni presenti non rispecchiano molto la descrizione... sembrano un po' messe lì dove potevano c'entrare qualcosa.
Il fatto, però, è che qui tra una creatura e l'altra le descrizioni sono talmente simili che anche volendo, non trovi le differenze. Ci sono diverse fate che son tutte bionde con gli occhi azzurri e vesti bianche semitrasparenti... Inoltre sono descrizioni molto vaghe, a volte appena accennate e non sempre sono racchiuse nella giusta sezione "descrizione".

Più andavo avanti e più avevo voglia di metterci le mani per sistemare quei testi in modo migliore ma, nel bene o nel male (molto male) Armenia ha chiuso i battenti e con lei sono andati fuori stampa tanti bellissimi libri fantasy e dedicati al fantastico. Nota positiva: l'immensa bibliografia finale da cui provengono le fonti e che ha allargato la mia lista di libri papabili da cercare che, spero, siano più chiari e meglio impaginati, organizzati e comprensibili.

Di certo questo è un grande elenco di creature fatate di vario tipo, ma da qui a trarne informazioni chiare e distinguibili ce ne passa. Verrebbe voglia di cercarsele sul web una per una per capire meglio cosa le distingue o come sono, ma è una cosa che non farò. Avevo cercato testi proprio per avere qualcosa di materiale, di fisico... e niente, aspetterò il prossimo acquisto e intanto leggo un libro che ho preso al Butterfly Arc e che so già che mi piacerà perchè è una raccolta dei testi che si possono leggere nel percorso esterno del Bosco delle Fate e che vi consiglio di visitare, nei modi e nei tempi adeguati, se amate le farfalle e il popolo magico. Ma non portateci bambini irrispettosi, perchè avremmo voluto buttarne fuori a calci diversi...


venerdì 12 giugno 2020

Con te in cima al mondo di Tom Ryan

Amo gli animali e mi piace, in generale, leggere loro storie però ammetto che quasi la totalità dei libri che ho in merito vengono dal mercatino del'usato o sono regali perchè se devo spendere 15-19 euro, di solito li investo nel fantasy, che resta la mia lettura prediletta. Volendo staccare un po', mi sono data a questa lettura quasi per caso. Ho tantissimi libri da leggere e ogni tanto vado proprio a caso. Ne tengo un po' accanto al letto e pesco. Via via che li leggo li riporto in libreria e aggiungo altro.
Di questo mi aveva ispirato la trama, un po' meno la copertina perchè il riflesso blu negli occhi del povero cagnolino lo fa sembrare alieno XD però all'interno ci sono alcune pagine a colori con foto migliori di Atticus, il protagonista in copertina.


Ammetto che l'inizio è stato un po' faticoso e in salita perchè la scrittura dell'autore non mi prende particolarmente e fino alla fine ho cercato di farmela piacere senza riuscirci. Nonostante descriva posti che sicuramente sono splendidi (le foto lo dimostrano anche) non mi sono sentita coinvolta dalla sua meraviglia, dalle sue esperienze che sono quelle di un viaggio di vita, perchè effettivamente nel giro di cinque anni la vita di Tom cambia davvero grazie ad Atticus, questo cagnetto dal carattere forte che sembra nato predestinato per essere speciale.

Trama:

Tom Ryan, giornalista di mezz'età, vive in una cittadina del Massachusetts insieme con Atticus, il suo adorato schnauzer nano. Sono anni che Tom, prigioniero di un'esistenza che sembra aver perso la bussola, non si concede una vacanza. Finché un giorno riscopre l'amore per la montagna. Un vecchio amore chiuso in un cassetto da troppo tempo, insieme con i ricordi d'infanzia e delle passeggiate con il padre tra le vallate delle White Mountains, nel New Hampshire. Tom adora quei luoghi. È da lì che deve partire per ridare un senso alla sua vita. Decide così di cimentarsi in un'impresa grandiosa: scalare le quarantotto vette più alte delle White Mountains. Ma non sarà solo in quest'avventura: ad accompagnarlo per undici settimane, fedele ed entusiasta, ci sarà Atticus. Un piccolo cane dal grande cuore che, giorno dopo giorno, saprà dimostrare a Tom che cos'è la vera amicizia.

La storia è a doppia linea, tra le vicissitudini dell'umano e dell'animale. Empaticamente parlando, è impossibile non ammirare questa bestiolina, ma per il resto, come dicevo, a me la scrittura di questo libro non coinvolge. A spizzichi e bocconi l'autore ci racconta anche della sua vita, dei suoi problemi, ma non c'è una linea continua e tutto mi è sembrato un po' singhiozzante.
Viene consigliato anche per scoprire l'amore per la montagna, ma io non la vedo così. Sulla forza di volontà, magari, perchè quello che sicuramente si evince è lo sforzo, l'immensa fatica necessaria nell'impresa prefissa e la grande soddisfazione che ripaga tutto quando si arriva in cima, ma il contorno, l'anima della montagna, secondo me non viene fuori in una maniera coinvolgente.
Io stessa ho fatto alcune passeggiate in montagna fino a picchi da cui si ha una vista sul mondo davvero speciale e pure io ho un bel po' di ciccia da portarmi dietro. Mi sono molto più riconosciuta nella fatica e negli sguardi stupiti di gente allenata che ti trova che sali o che sei in cima, ma il paesaggio e le sensazioni sono piuttosto asettiche.

In generale avrei, forse, preferito un soffermarsi maggiore su alcune parti, su alcuni dettagli e una scorrevolezza negli eventi migliore, invece mi è sembrato tutto frettoloso, singhiozzante, asettico e a volte confuso. Non dico che sia stata una pessima lettura (i libri brutti sono altri) però non mi ha lasciato molto se non comunque un sorriso che mi aspettavo da un libro che parla di animali. Questo sicuramente ha influito sulla mia impressione finale sollevandolo a tre stelle da due. Se il lettore avesse preferito il lato montagna, probabilmente ne sarebbe rimasto maggiormente deluso a mio parere.
Tutto scorre in un modo talmente veloce che le persone sono solo nomi, le montagne sono solo nomi e tutto sembra più un lungo elenco di fatti che un vero e proprio romanzo. Probabilmente leggere il loro blog mentre erano in viaggio sarebbe stato di certo più coinvolgente.

Detto ciò, torno a un fantasy fresco di acquisto, il che è abbastanza insolito, ma i motivi sono due: l'autrice è la Hamilton, che a me piace molto, e l'ambiente è Ravenloft, ambientazione gotica in cui ho giocato anche di ruolo da tavolo e che mi affascina notevolmente. Spero di non rimanere delusa e spero non si tronchi bruscamente perchè non ho gli altri tre volumi di questa saga... che sono scritti da altre due autrici... il che non è che mi sconfinferi molto, ma mi adatterò.

venerdì 29 maggio 2020

Il Sognatore di Laini Taylor

Ero rimasta così tanto contenta de La Chimera di Praga che appena è uscito un nuovo libro di Laini Taylor l'ho subito preso, anche se poi è rimasto in libreria per un sacco di tempo. Ora mi pento di non aver preso il secondo appena lo avevo adocchiato in libreria! Avrei attaccato subito con la lettura perchè con un finale così non si può che desiderare di andare subito avanti per sapere come andrà a finire, ma andiamo per gradi...


Trama:

È il sogno a scegliere il sognatore, e non il contrario: Lazlo Strange ne è sicuro, ma è anche assolutamente.certo che il suo sogno sia destinato a non avverarsi mai. Orfano, allevato da monaci austeri che hanno cercato in tutti i modi di estirpare dalla sua mente il germe della fantasia, il piccolo Lazlo sembra destinato a un'esistenza anonima. Eppure il bambino rimane affascinato dai racconti confusi di un monaco anziano, racconti che parlano della città perduta di Pianto, caduta nell'oblio da duecento anni: ma quale evento inimmaginabile e terribile ha cancellato questo luogo mitico dalla memoria del mondo? I segreti della città leggendaria si trasformano per Lazlo in un'ossessione. Una volta diventato bibliotecario, il ragazzo alimenterà la sua sete di conoscenza con le storie contenute nei libri dimenticati della Grande Biblioteca, pur sapendo che il suo sogno più grande, ossia vedere la misteriosa Pianto con i propri occhi, rimarrà irrealizzato. Ma quando un eroe straniero, chiamato il Massacratore degli Dèi, e la sua delegazione di guerrieri si presentano alla biblioteca, per Strange il Sognatore si delinea l'opportunità di vivere un'avventura dalle premesse straordinarie.
 
Rileggendo la trama, so che avrei comprato questo libro anche se non fosse stato di un'autrice che mi aveva già catturata per il suo modo di raccontare storie.
Venivo da uno stile di scrittura molto diverso, più concreto e diretto, mentre Laini Taylor si sofferma in dettagli, sensazioni, immagini che richiamano emozioni e particolari frivoli, ma affascinanti. Forse anche per questo l'impatto iniziale con questo libro è stato particolare e mi ha lasciato perplessa, con l'idea di non aver capito nulla di ciò che stavo leggendo, ma proprio per capire sono andata avanti e alla fine il voler capire e conoscere è proprio ciò che porta avanti Lazlo e noi con lui fino a che i punti di vista della storia divengono due, ben distinti e distanti.
La cosa che colpisce è la naturalezza con cui viene presentato un dettaglio che rende ogni essere di questo mondo decisamente diverso da noi: la presenza di due cuori. Uno è come il nostro, un muscolo che pompa sangue nel corpo, ma l'altro spinge nelle vene lo spirito, una sostanza incolore che però è essenziale per dare a un corpo non solo la vita, ma quel qualcosa che ci rende, forse, davvero vivi.

Lazlo lo conosciamo che è un bambino in un orfanotrofio in un'atmosfera così grigia che non si può non ammirare la forza con cui questo bambino sogna un mondo immaginario frutto di racconti, un mondo il cui nome, all'improvviso, viene dimenticato e trasformato in Pianto. Così, da un momento all'altro: tutte le menti del mondo non conoscono più il nome vero, ma solo Pianto e Pianto è per tutti... ma non per Lazlo che sente quel cambiamento, lo percepisce e cerca in tutti i modi di aggrapparsi a un ricordo precedente che inesorabilmente svanisce. Quale potere può cancellare dal mondo un nome da ogni mente? E così Lazlo si aggrappa al suo sogno di scoprirlo, di capire Pianto, la sua cultura, i suoi misteri e come si possa cambiare nome a una città a quel modo.

*** POSSIBILI SPOILER ***

E Lazlo ci riesce. Dapprima solo come studioso immerso tra libri a cui nessuno dà più peso, relegati a miti, leggenda, folklore, eppure Lazlo vi vede qualcosa. Lazlo è un animo buono, così buono che di quel folklore fa la fortuna di un altro personaggio contorto, l'Alchimista Thyon Nero, il primo che riesce nell'impresa che tutti gli Alchimisti hanno sempre bramato: creare l'oro. E ci riesce proprio grazie alla bontà di un giovane Lazlo che da quel gesto non ha ricavato nulla, nemmeno un briciolo di gratitudine, eppure il destino terrà vicini i due anche quando Pianto si rivela reale e tutte le leggende si materializzano un bel giorno davanti agli occhi di Lazlo, Thyon e molti altri.
Già qui si ha quella sensazione di gioia nel vedere realizzarsi un sogno, la forza della perseveranza appagata dal poter dire: avevo ragione. Ma Lazlo quasi se la vede portar via ed è in quel momento di disperazione che trova la forza di inseguire il suo sogno. Sarà forse il meno utile, il più banale fra tutti, ma proprio la sua sincerità, il suo sogno, il suo desiderio, lo rendono speciale e in lui vede quel che basta Eril-Fain che lo porta con sé in una particolare ricerca e poi fino a Pianto per risolvere un enorme problema.
E qui, dopo un deserto inclemente e bruciante, tutto quanto si può racchiudere nella parola blu. Blu come il misterioso mesarzio, un metallo alieno o divino che nulla riesce a scalfire e blu, come la pelle dei Mesarthim, Dei e oppressori di quel popolo liberato grazie proprio a Eril-Fain e a un bagno di sangue. Eppure, da quel massacro, qualcuno si è salvato, qualcuno che non ha il potere distruttivo dei genitori, ma che ne ricalca l'aspetto e solo questo basta. Basterebbe a tutti, ma non a Lazlo che trova il tutto affascinante.
Ed è qui che i due punti di vista si toccano nel mondo dei sogni di Lazlo, dove tutto può accadere, dove una dei sopravvissuti al massacro entra e viene vista. Da Lazlo e solo da Lazlo. Sarai, una Mesarthim, figlia della temibile Isagol. Chiamata Musa degli Incubi per il compito a cui si era dedicata suo malgrado negli anni dopo il massacro, rimane incantata da Lazlo e dai suoi sogni e quando Lazlo stesso capisce che Sarai è reale, comincia un'avventura fatta di sogni e tenerezza che fa desiderare il sonno più della veglia.
E quando la dolcezza e la speranza si fanno largo nel cuore del lettore, ecco che tutto si ribalta di colpo, che nel giro di pochi attimi tutto cambia, inesorabilmente, per Lazlo, per Sarai, per Pianto e per chiunque. E poi? E poi serve il secondo libro, mannaggia!

*** FINE SPOILER ***

Come mi era già successo nella precedente trilogia dell'autrice, è inevitabile finire per essere coinvolta nella storia, nei sentimenti e quando, alle ultime pagine, cominci a esserne quasi sopraffatta, ecco che rotoli veloce alla fine e... e quel libro che ne segue non ce l'hai! Lo recupererò quanto prima, ma nel mentre ancora mi crogiolo nella tenerezza, nella dolcezza e nella rabbia che alcuni personaggi mi lasciano e che so già ritroverò nel secondo volume. (Minya, così per dirne uno...) E temo che potrà solo aumentare.
Per una sognatrice come me, tutto questo è bellissimo. La forza che si ha nel perseguire i propri sogni, nel perseverare nonostante tutto, è magia. Dopo aver letto il libro, quasi mi sento in colpa per aver messo da parte il mio, mi sento in colpa verso i personaggi a cui non ho dato un epilogo su carta e ammetto che ne ho ricevuto ispirazione, quasi una spinta.
Vorrei essere come Lazlo e per Lazlo voglio il secondo libro, devo sapere come va a finire!