C'è chi interpreta il rilasciare pagine gratis del proprio libro online come una ricerca disperata, un desiderio di dimostrare che non si sta vendendo una schifezza. C'è chi lo ritiene un atto di coraggio.
Io lo ritengo un atto di generosità fatto nella speranza di piantare un seme che germoglierà o morirà sul nascere.
Ne ho rilasciate ben 90, non sono poche, un'idea ce la si può fare e non odierò nessuno di quanti scarteranno il mio libro. Che male c'è? Ogni volta che si va a una fiera o in una libreria si guardano decine di libri e alla fine magari se ne prende solo uno o nessuno. E’ normale.
Sto lavorando per rendere disponibile il formato epub con una distribuzione decente e l'isbn, anche perché ho amici che espressamente aspettano l'epub.
Oggi ho finito una breve saga di due volumi che mi è piaciuta, però più leggo più mi rendo conto degli stili diversi, proprio nello scrivere. Ne parlavo anche ieri con un amico che sta scrivendo e sistemando un suo romanzo. Una volta che scrivi, quando leggi è diverso.
Cioè, io leggo da quando ho imparato a farlo e mi rendo conto che da quando ho iniziato a scrivere analizzo un libro molto di più. Ad esempio quest'ultimo che ho finito mi è piaciuto molto a livello di trama, a volte intuibile, ma comunque scorrevole e piacevole, mentre avrei pregato l'autore affinché si soffermasse di più sulle descrizioni, sui dettagli visivi.
Questione di gusti, per un lettore, di stile per uno scrittore.
Io adoro le descrizioni, pertanto quando scrivo ne fornisco molte. E c'è modo e modo anche per descrivere, ovviamente. Da quella analitica a quella più vaporosa, a quella che va per metafore.
Ho imparato che su questo non c'è un giudizio universale, quindi se la trama è bella, un libro si fa leggere comunque… poi va da sé che il lettore alla fine possa pensare “avrei voluto più” o “avrei voluto meno”.
Perché non scrivo titoli e autore? Mah, perché non è che lo ritenga fondamentale, nel senso che non è che sia una recensione. Comunque si tratta di Prodigium di Francesco Falconi (avevo anche Estasia, ma alla fine leggo prevalentemente secondo quello che mi ammicca più invitante dalla libreria)
Tra l'altro prima di leggerlo avevo letto recensioni terrificanti su questi libri, ma alla fine a me non son parsi così tragici come li avevano dipinti. Questo dimostra come i gusti cambino tutto.
Poi in definitiva su Anobii, ad esempio, ha una valutazione di tutto rispetto (non ricordo il primo, oggi ho aperto la scheda del secondo) e i difetti che gli venivano attribuiti, beh… ok, qualcuno posso capirlo, altri no. Io so solo, come detto poco sopra, che avrei voluto più descrizione per immergermi nel suo mondo, che fosse Synapsis, Theorica o l'Acropoli, ma è soggettivo. Lo stesso vale per l'aspetto dei personaggi, per cui la mia testa ha elaborato più la prima copertina che il testo per tenere a mente la fisionomia dei ragazzi, ma non è un danno alla trama.
Che poi un lettore commenti con: "dai, era troppo scontato", in realtà è relativo al materiale letto e alla propria testa.
Questo l'ho sperimentato negli anni facendo leggere dei racconti brevi. Cose che per me erano scontatissime, poi per altri in realtà non lo erano.
Succede anche per l'originalità. Mi son sentita dire che ero stata originale su cose che per me non lo erano poi tanto.
Conclusione: i libri cambiano sotto gli occhi di chi li legge, pertanto nessuna valutazione è assoluta e santa verità. Nel bene e nel male, soprattutto nel male, dato che a volte una recensione stronca un libro e fa desistere molti dal comprarlo.
Io non dico di non leggere le recensioni, ma se un libro vi ispira, compratelo lo stesso. Non siamo tutti uguali.
Nessun commento:
Posta un commento