lunedì 21 novembre 2016

Il Cavaliere di Eron - Il Ritorno di Laura Santella

Come mi ero detta, leggo la saga tutta di fila. Dal titolo si poteva immaginare che Jade sarebbe tornata a Eron; iniziare il libro scoprendo che in realtà Jade non lo ha davvero mai lasciato, facendo avanti e indietro tra i due mondi, è una sorpresa piacevole, come ti lascia un attimo interdetto il fatto che, a un certo punto, decida di abbandonarlo definitivamente. Il motivo si capirà, ma io, iniziando subito di getto questo libro, andavo cercando tra le pagine due cose in particolare e ho avuto le mie risposte, anche se non me le aspettavo così... Avrei ipotizzato altro, soprattutto per un personaggio in particolare che avrei pensato non fosse un alleato, anzi.


Trama:
Anche questa volta, Jade è costretta a vestire di nuovo i panni del cavaliere di Eron per proteggere il regno di re Iron da una nuova minaccia.
Un misterioso guerriero, dal volto mascherato e dai grandi poteri magici, attacca improvvisamente la capitale con un esercito apparso dal nulla. Senza motivi apparenti e con una collera inspiegabile, sfiderà apertamente Jade che si troverà a dover intraprendere un nuovo viaggio verso terre a lei sconosciute.
Antichi miti e nuovi pericoli accompagneranno i nostri eroi negli incantati boschi dell’est, dove si nascondono i resti di un’antica razza; ormai estinta, ma ancora ricca di mistero.
Riuscirà Jade a riportare la pace ad Eron una volta per tutte?

Stavolta la copertina rende bene l'idea del misterioso nemico mascherato.
L'inizio del romanzo è forse una delle parti che ho preferito, un po' per la "fusione" dei due mondi, un po' perchè Jade è più matura e i suoi sentimenti sono piuttosto verosimili e condivisibili, specie quelli che riguardano Phin. Quest'ultimo è uno dei personaggi che, per buona parte del tempo, ho odiato. Forse aveva i suoi motivi, ma sicuramente ha un carattere che sarebbe da prenderlo a schiaffoni.
Dato che parliamo di personaggi odiati, ci infilo l'avvocato che trovo di uno stupido disarmante... (e infatti fatico a ricordarne il nome... Ray? L'abbreviativo...) fortunatamente per buona parte del romanzo è solo un qualcosa di invisibile.

Archiviate le antipatie, il personaggio del misterioso Dantès mi è rimasto indifferente, ma non in maniera negativa. In fondo i nemici mascherati hanno sempre quel che di distaccato, come se la maschera li rendesse indecifrabili sino alla fine. La mancanza di espressione li rende cattivi fino a un certo punto, ma ce ne vorrà di tempo per vedere cosa quella maschera effettivamente nasconde.
Come ha detto l'autrice in un'intervista qualche tempo fa, il ritorno non è solo quello di Jade.
Ylena l'ho ritrovata come speravo, ma alla fine non mi ha presa come nel primo libro, anche se alla fine ho sorriso per la sua scelta.

Robert e Rufus restano le colonne più forti a cui Jade possa appoggiarsi, il secondo specialmente. Il suo affetto è sincero per Jade quanto lo è la sua lealtà al Cavaliere di Eron.
Liandro... un personaggio che fino a un certo punto è stato importante, presente e a cui avevo dato anche una possibilità, ma poi di colpo diventa solo uno tra i tanti, mentre Marcus non mi ha preso molto fin da subito.
La "piccola" Rosalie, oramai diciottenne, mi rimane sempre un po' di contorno, ma a un certo punto il suo atteggiamento cambia e non si può non essere curiosi del perchè... anche se Jade è un po' tarda e grazie a lei non si riesce a capire subito il mistero.

Lo stile rimane quello del fantasy classico, con un viaggio all'inseguimento del nemico, eserciti in marcia, signori di terre diverse riuniti per un unico scopo ma con caratteri e usanze ben diversi che si apprezzano, che colorano quello che, altrimenti, sarebbe solo un muoversi, combattere, muoversi e combattere. Particolare apprezzamento per Jibril, sia perchè amo il suo elemento, sia perchè è un bel mondo, mentre ho sentito un po' meno Emerald... ma forse vista ai suoi tempi di gloria, abitata dai Flejas, sarebbe stata davvero magnifica e particolare... chissà, forse ce ne sarà occasione.

Il problema dei dialoghi menzionato per il primo libro non esiste, come avevo supposto. Si legge molto velocemente ed è scorrevolissimo. Il problema per me è sempre concentrazione e tempo, altrimenti lo avrei finito molto prima. Adesso mi attende il terzo. Ecco, da questo invece non mi aspetto molto... L'idea di base che lo compone mi lascia perplessa, quindi non mi esprimo in teorie prima di leggerlo. Mi aspettavo che fosse un prequel, ma non è proprio così... serve leggere il secondo per capire il perchè e non sarò io a rivelarlo, non qui.
Sono sicura che anche questo sarà scorrevole come i primi due, ma per me il tempo anziché aumentare diminuisce... quindi spero di non metterci un secolo per finirlo!

lunedì 7 novembre 2016

La guerra delle stelline!

Vai tu a spiegare un numero rendendolo soggettivo. Una persona per esprimere con un numero il medesimo pensiero, può usare un numero diverso. Fatto sta che, oggettivamente, da 1 a 5 il 3 è superiore alla metà e quindi è una valutazione buona, se non altro sufficiente... ma no.
Sul web, tre stelline spesso scoraggiano l'acquisto, non neghiamolo.
E vabbeh, credo che comunque nessuno dovrebbe lamentarsi delle tre stelle come voto, anche se ormai, ad esempio su eBay, i venditori chiedono sempre le 5 stelle: meno è male, malissimo, e c'è anche chi ti scrive per rimediare al terribile voto! Come rovinare un sistema... Ormai esiste una stella o 5... la via di mezzo che fine ha fatto?

Personalmente, ho trovato persone che per esprimere lo stesso gradimento usano numeri diversi... e quindi il voto dovrebbe essere sempre preso per quel che è: un numero. Piuttosto, andare a leggere le recensioni potrebbe rendere più chiare le idee.
Penso di averlo detto molte volte. Io raramente do una stella, ad esempio, e per qualcuno sono comunque larga di voti, quindi ribadiamo la soggettività di un voto, motivo per cui di solito per i cartacei che leggo ho sempre recensioni a seguito. Per gli ebook scrivo qualche riga solo sul mio sito, più che altro perchè anche il supporto influenza e io e gli ebook siamo ancora due mondi contrastanti.

Fatta la premessa, sinceramente non credo di meritarmi una stella. Lo dico in piena onestà e chi mi conosce sa che non godo di grande autostima e non sono particolarmente orgogliosa, ma leggendo tanto del mondo esordiente oltre che di quello a cui tutti arrivano in libreria, credo di non poter meritare così poco anche solo per il fatto che i miei testi, se non altro, hanno un minimo di correttezza, scorrevolezza e attenzione che in altri proprio non ho visto.
Poi oh, se non piace la trama pazienza, ci sta il voto basso, ma almeno graziatemi con due stelle, non con una! Riconoscetemi almeno l'impegno che c'è dietro. Inutile mettere una stella, dire che non vi è piaciuto "però è scritto bene". Insomma! Una stella dovrebbero riceverla quelle cose che fanno proprio pena, dove non si salva né la forma né la sostanza!

Dare una stella è un atto molto ponderato, non potete buttarle come niente fosse e saltare dall'uno al cinque con la differenza che "vi è piaciuto"... Se le stelle sono 5, avete cinque sfumature di mi piace e non mi piace: usatele! Io poi non polemizzerò mai un voto... Ho una stella sia per Leodhrae su Anobii (senza commento) che sul racconto Tra Cielo e Terra su Amazon (che, miseria santa... è un racconto breve, non ci si può aspettare da un racconto le stesse cose di un libro... detto da una che ama descrivere mille particolari e sa che in un racconto lo spazio non c'è, ed è normale che sia così).


Non è polemica, è più l'amarezza di un sistema potenzialmente buono ma usato male. Non voglio risoffermarmi sullo scambio di cinque stelle o sui voti comprati... Sinceramente si sa che è cosa diffusa ma a me non piace, per cui mi tengo i pochi voti ottenuti senza chiedere dalla gente.
Il racconto è stato scaricato centinaia di volte, spero che arriverà qualche buona recensione, anche le famose tre stelle vanno bene. Sinceramente non credo valga 1, ma come sono io stessa a dire che non vale 5, non mi darei mai cinque stelle... vorrebbe dire rappresentare il mio ideale e non sono il mio ideale (non ancora, c'è sempre tempo per migliorare).


Quindi votate, recensite, ma imparate a usare una scala logica, dando a quelle cinque stelle un po' di dignità e di valore. Il 5 dovrebbe rappresentare l'apice dell'apprezzamento, l'1 un fallimento completo. Un libro è trama e forma. Se una delle due cose funziona, la stellina singola dovreste già scansarla e optare per due, riconoscendo che almeno una cosa è riuscita bene.
Ovviamente poi ognuno fa quel che vuole, però prima di dare un voto, bisognerebbe sempre fermarsi a rifletterci su.

lunedì 31 ottobre 2016

Il Cavaliere di Eron - L'Avvento di Laura Santella


Continuano le mie letture made in Italy. Ho questo libro da un bel po'... penso dalla prima fiera che io e Laura abbiamo fatto assieme due anni fa, quando ci siamo praticamente conosciute. Come al solito, tendo a far stagionare i libri prima di leggerli... Potrei dire che ho aspettato la fine della trilogia per leggerli tutti assieme! In realtà semplicemente mi perdo nella mole di letture che scelgo e quando devo leggere libri di autori che conosco almeno un po', ho sempre un minimo di apprensione sapendo poi di dover scrivere quello che ne penso. Vero, nessuno mi obbliga, ma ormai è diventata un'abitudine a cui tengo così come tengo alla sincerità. In questo caso, conoscevo meglio di altre volte l'autrice, e appena ho aperto il libro ho iniziato il mantra: ti prego fa' che sia scritto bene, ti prego fa' che sia scritto bene!
E ho tirato un sospiro di sollievo: è scritto bene!



Dovuta premessa: la mia edizione non è quella attuale, quindi alcune cose saranno state probabilmente già sistemate (anche perchè ho iniziato il secondo e son state corrette), quindi il mio commento sul lato tecnico si riferisce alla precisa edizione che ho io.
Il primo impatto mi ha stranito: ha usato la carta patinata, come quella delle riviste. Credo che nella stampa recente non sia più così e credo anche che il cambiamento sia stata una buona scelta. L'inchiostro si rovina facilmente sulla carta lucida e difatti ci sono alcuni difetti a bordo pagina, ma non molti.
Rimanendo in ambito visivo/tattile, la copertina mi aveva sempre spinta a pensare al classico drago rosso e il cavaliere in armatura metallica, ma la copertina non rispecchia i colori reali: il drago è nero, il cavaliere è bianco. Classico per il resto può esserlo, ma comunque piacevole.

Trama:
La storia è incentrata sulle avventure del mitico cavaliere di Eron: un guerriero senza macchia e senza paura, proveniente da un altro mondo, pronto ad affrontare chiunque e qualsiasi cosa pur di difendere il regno di Eron ed il suo popolo. A ricoprire questo ruolo sarà chiamata una persona molto particolare che, a prima vista sembrerà estremamente inadatta, ma che alla fine, si rivelerà forse la carta vincente per sconfiggere il terribile e spietato re Kales di Lamdas ed il suo esercito stregato.
Infatti, una potente ed oscura magia avvolge e fortifica i nemici di Eron che, in balia di una guerra spietata e, apparentemente, senza senso, può solo rivolgere le proprie preghiere al leggendario cavaliere.
Azione, intrighi, battaglie, magia, comicità e romanticismo in una storia che vi coinvolgerà e vi terrà col fiato sospeso fino all'ultimo capitolo. La chiave di tutto saranno i dettagli…
Quale sarà il destino di Eron e del suo cavaliere?
Allora, un micro spoiler va fatto..: questa persona particolare la si conosce fin da quando si apre il libro... o meglio, dopo il primo capitolo. Jade è una ragazza come tante, che ama lo studio e, complice un carattere un po' remissivo, questo suo lato viene sfruttato dai compagni che, altrimenti, non la considerano affatto.
Caso vuole che venga richiamata ad Eron tramite un portale e venga accolta come il rinomato Cavaliere di Eron! Cavaliere? Di chi? Eroche? Più o meno la reazione è questa, ma bisogna riconoscere che Jade, prima di tutto, ha un cuore buono e generoso e di voltare le spalle a quella gente che l'accoglie come la loro salvatrice, proprio non se la sente.
Re Iron di Eron non si lascia scoraggiare dal fatto che sia giovane, femmina e non sappia fare nulla di tutto quello che narra la leggenda: è solo questione di allenamento, di ricordare, rispolverare! E così viene affidata al mago Leaf e a sir Robert per recuperare le sue doti magiche e militari.

Jade è veramente il cavaliere di Eron, nessuno ha dubbi tranne il principe Phin (che ogni tanto è di un tale odioso che lo strangoleresti) e Rufus, tenente che deve aiutare Jade nei suoi allenamenti e che alla ragazza non dà nessun appoggio, considerandosi quasi preso in giro dall'incarico del suo comandante.
Tutti avranno modo di ricredersi e Jade stessa scopre di poter essere diversa. Nel mentre si legge la storia, i progressi del cavaliere, le battaglie contro l'esercito di Kales, la guerra... quel che più si segue è l'evoluzione di Jade che, ragazza o cavaliere, è sempre Jade che impara, cresce e trova una forza che forse nemmeno immaginava di avere.

In questo scontro buoni contro cattivi, forse il finale è abbastanza ovvio per chi è avvezzo al genere, ma a un certo punto mi son pure detta "poco importa" perchè alla fine mi risultava il contorno di un eroe, diciamo pure la nascita di un eroe. Certo, il cavaliere di Eron era già venuto quattrocento anni prima, ma Jade non ricorda nulla e quindi riparte da zero benché alcuni gesti le arrivino semplici e naturali, guidati proprio da quella memoria perduta.
Il vissero tutti felici e contenti in realtà non è propriamente il finale che viene presentato. Quel "tutti" non c'è, né da una parte, né dall'altra ed è proprio dall'altra parte che ti dici: grazie Laura, bel finale... e se non avevi già scritto il secondo io che facevo?
Non dirò perchè, ma ci sono due cose ben precise che devono avere assolutamente risposta, ma tanto ho già iniziato il secondo. Per ora ho solo un grande odio per qualcuno...

Ho il segnalibro con sir Robert, scelto perchè mi piace molto Jeremy Irons e devo dire che non ho faticato a vederlo in quei panni e nelle sue battute (poi l'immagine scelta lo raffigura nel ruolo di Brom in Eragon, altro personaggio che ho amato e che nel film non rende), ma ancora di più ho amato sir Bork. Non sono molto avvezza ad innamorarmi delle eroine, ma Jade mi piace, non posso dire di amarla, sarebbe eccessivo, ma comunque è un tipo apposto. Certo è che è molto naturale e sincera, nel secondo poi i suoi sentimenti sono molto condivisibili.

Nella prima edizione c'era il problema dei dialoghi tutti di seguito all'altro. A volte ci si perde un po' a capire chi parla, ma ho visto che già nel secondo la cosa è stata sistemata, quindi presumo sia un problema relativo alla vecchia stampa. A parte qualche micro refuso qua e là, si legge bene e scorre molto rapidamente. Un fantasy classico, epico, adatto a tutti con una protagonista "normale" che diventa speciale per poi tornare alla sua normalità con una nuova forza, pronta a riconquistare la sua vita senza bisogno di spada e magia.

Adesso sto leggendo il secondo e spero di rivedere Yleana (scritto giusto? Ora ho i dubbi...) e aspetto le mie cruciali risposte ai dubbi lasciati nel finale del primo. Sono già attrezzata anche col terzo, quindi lettura tutta di fila, anche se a inizio del secondo c'è un pratico e utile riassunto del primo volume!

Adesso niente, inizio a pensare a cosa mettermi stasera... cena di Halloween is coming!

mercoledì 26 ottobre 2016

Cercando di organizzare un matrimonio non tradizionale - parte prima

Mi ero sempre detta che, se un giorno mi fossi sposata, avrei voluto che fosse un giorno speciale dove, una volta tanto, gli altri si sarebbero dovuti adattare a me e non viceversa.
Non sono mai stata una credente molto convinta e la cerimonia in chiesa non rappresentava per me un punto fermo per cui l'idea di fare tutto in un'unica location (scoperto che si poteva fare) è diventata per me l'unica possibilità.
Considerato tutto il tempo che passo a fantasticare, volevo che quel giorno fosse un giorno nel mio mondo, un angolino di realtà trasformata in qualcosa di magico.
Mia mamma è sempre stata una gran lettrice. Certo, il fantasy non è il suo genere abitudinario, ma comunque ama la fantascienza, i misteri... quindi l'immaginazione non le manca. Averle detto che volevo un matrimonio in stile fantasy/fatato per lei non è stato chissà che trauma.
L'unica mozione mossa è stata: allora il vestito me lo cuce la mia bambina?
E ovviamente più che volentieri. Ma di abiti parliamo dopo...

Come vuole la tradizione, il rapporto sposa-suocera doveva per forza essere diverso. Io e la mamma di Luca non abbiamo gusti simili, in niente... dalla casa, al vestire, agli interessi... siamo due universi opposti e capita spesso che io e Luca discutiamo di questo.
Non dico che ci sia una guerra, ma di sicuro l'idea di un matrimonio di questo tipo non ha incontrato i suoi gusti e l'idea, poi, di proporre un dress code ben preciso (ma non assolutamente così estremo come potreste pensare) non le è piaciuto molto.
E' già un buon passo che abbia accettato l'idea che gli abiti li cucirò io da zero, ma da qui a pensare a vestirsi lei in qualche modo "strano"... e poi i parenti? I parenti si adattano o non sono abbastanza interessati a partecipare! Contando che stiamo organizzando un camerino per vestirsi in loco con costumi disponibili lì, se non si adattano vuol dire che non ne hanno voglia e per me possono anche stare a casa.
Lo so: è estremo e cattivo (forse), ma per un giorno non muore nessuno (manco fosse chissà che condanna). In fondo, vanno bene anche costumi storici, dal medioevo al rinascimento, fino al settecento... anche primi dell'ottocento. Non voglio che nessuno venga vestito come Trilli o una Winx!

Il fatto che io abbia scelto il blu e il bianco rispetto al classico total white non ha sconvolto nessuno (io amo il nero e i colori scuri e freddi, che abbia incluso il bianco è già un'ottima cosa, per cui nessuno ha detto niente); che Luca, partito con l'idea di adeguarsi a me, abbia poi optato per il bordeaux/rosso scuro, invece qualche dubbio lo ha creato.
La cosa buona è che è stata una scelta completamente sua e lui se l'è gestita, rimanendo irremovibile sulla questione (anche perchè ha già comprato del velluto ricamato), quindi i genitori si sono dovuti attaccare al tram, anche se non li vedo molto entusiasti.

Cioè, che poi è tutto dire: mio fratello è completamente estraneo al nostro ambiente e non ama il fantasy perchè lo trova illogico, troppo campato in aria... troppo poco scienza (infatti la fantascienza gli piace). In quanto a vestire, è abbastanza allergico a ciò che piace a me e agli abiti eleganti. Nonostante ciò, accetterà di accompagnarmi vestito con giacca elegante blu e stivali da cavaliere. Se si sacrifica lui per una giornata, se anche mia mamma sta in un abito medievale, che male potrà mai fare, per un giorno, vestire panni diversi?
Se io mi adatto ai vostri gusti per partecipare a cerimonie (ho comprato abiti per la cresima del cugino di Luca che non ho mai più messo), non potete farlo anche voi? Vi metto pure a disposizione abiti da infilare, potete non comprare nulla... che volete di più?
Tutto questo trauma non lo vedo... lasciatevi un po' andare, per la miseria!