lunedì 24 ottobre 2016

Blogtour S.E.U.

Non ho mai fatto blogtour e, fino a poco tempo fa, non sapevo bene neanche cosa fossero e come funzionassero. Alla fine posso riassumere dicendo che sono giveaway un po' più articolati dove si presenta un qualcosa in diverse tappe. In questo caso ho preso parte col mio libro a un blogtour in quattro tappe con altri autori di fantasy della mia associazione (S.E.U. appunto).
L'impegno è minimo per partecipare e potreste scoprire tante cose curiose, anche perchè han deciso di sviluppare le tappe in maniera un po' originale e non sempre con le solite domande sui protagonisti, la trama, ecc. Alla fine ci saranno tre pacchetti di libri in palio, estratti tra chi seguirà le semplici regole dell'evento (che non costano chissà quanto tempo e fatica)


Se la cosa vi può interessare, questo è il link dell'evento Facebook dove, oltre alle regole, verranno pubblicate tutte le tappe fino all'estrazione finale l'8 novembre! Le tappe sono "retroattive" e si potranno recuperare le precedenti anche se si arriva in ritardo. La prima è uscita il 21, la prossima sarà domani!

mercoledì 12 ottobre 2016

Elissa e altri racconti di Franca Adelaide Amico

Ogni tanto, quando mi capita l'occasione, son sempre curiosa di leggere quello che scrivono i colleghi anche se non si tratta del mio genere. Diciamo che io leggo quasi solamente fantasy, ma più di una volta sotto consiglio ho trovato bei libri anche in altri generi. In fondo, anche se preferisco il fantastico, non è detto che non sappia apprezzare un libro scritto bene che mi parla di realtà.
Di raccolte di racconti ne ho lette un sacco, anche perchè facendo concorsi, capita poi di venirci inseriti e, a quel punto, si è curiosi di vedere con chi ci siamo contesi l'onore, no?
In questo caso partivo preparata: un'associata S.E.U.
Sapevo di cosa parlava il libro. A prima impressione, quando vidi la copertina, pensai a una raccolta di racconti per bambini o, se non altro, anche per bambini, ma devo dire che credo che un bambino non comprenderebbe il messaggio che l'autrice vuole dare con questa serie di racconti. Penso che, semplicemente, un bambino sia all'inizio del cammino della vita e che, quindi, non possa comprendere l'arco e il cerchio dell'esistenza. Non ancora.


Trama:
Una silloge che ha la "pretesa" di far riflettere.
Vi siete mai incamminati per le strade impervie del vostro Io, quando le luci della sera si smorzano e unico compagno nel vostro viaggio rimane il vostro cuore? Avete mai provato la sensazione unica e irripetibile del cammino che ha il sentore di un pellegrinaggio, della sabbia fresca della sera su cui riposare le vostre membra affaticate dal lavoro di un' intensa giornata? Ecco: queste sono le sensazioni che Elissa, Selima, Elexel, Rumi, Eusina ed altri personaggi vi concederanno La raccolta si apre con una trilogia di stampo più propriamente esoterico: inizia con Rumi, il pellegrino che vaga attraverso i quattro punti cardinali per apprendere che la Verità sta nella ciclicità della storia di tutti gli esseri viventi. Continua poi, con Elexel e il suo Graal, coppa di saggezza . Termina con Elissa, che rappresenta l' occasionale battuta d' arresto nel percorso della spiritualità.La seconda parte della sezione, comprende, invece, racconti di tipologia che varia dall'intimistico al realistico. Vengono trattati i temi del "diverso", della ricerca della propria identità,della diversa angolazione attraverso cui osservare fatti e persone. Conclude la silloge, un racconto scritto trentasette anni fa che costituisce, pur nella sua essenza apparentemente vetusta, uno spunto di riflessione su cosa intendere come  malattia" e "salute".
I racconti sono molti, alcuni più brevi di altri. Alcuni hanno un inizio e una fine chiari, altri sono quasi spezzoni di vita presi casualmente.
Il primo dei tre (che rappresentano un po', secondo me, la parte più originale) è uno di quelli che ho apprezzato meno, forse perchè è difficile capire lo scorrere degli eventi, il tempo che passa (se passa), il contesto, il personaggio... sembra tutto un po' confuso. Il secondo, invece, ha un contesto che riesce già subito ad ancorarsi e contestualizzarsi con la presenza del Graal, sebbene non ruoti tutto attorno al mistico calice, bensì all'umile persona che si occupa di pulirlo.
Di Elissa avevo letto un estratto già prima di poterlo leggere completamente e rappresenta la chiusura di un'ipotetico cerchio, almeno per come l'ho visto io.

I seguenti racconti non hanno un filo a legarli se non quello di raccontare la vita così come può essere. Alcuni mi sono piaciuti più di altri e la conclusione, con un racconto scritto molto tempo prima degli altri, mi è piaciuta. Questo racconto in particolare ha un inizio e una fine più chiari degli altri e forse per questo sono riuscita a seguirlo con maggiore attenzione.

Il problema ricorrente in tutti i racconti è la punteggiatura.
L'autrice ama usare molto le virgole per inserire nelle frasi dettagli, una cadenza particolare e su questo non ho nulla da dire: credo rientri anche nello stile e, dopotutto, credo si abbini bene nel contesto.
Il fatto è che ci sono spazi ovunque prima o dopo la punteggiatura, nel posto sbagliato. Andrebbero un attimo rimessi in ordine così come la punteggiatura dei dialoghi, che così verrebbero fuori un po' più chiari, ma nulla di che. La cosa che più mi è rimasta impressa sono i due punti usati due volte a breve distanza nella stessa frase. Non credo si possa fare... non lo avevo mai visto fare, se non altro.

A parte queste cose prettamente tecniche, credo sia una raccolta adatta a chi vuole leggere qualcosa oltre le righe. Se questi racconti vengono presi come fine a se stessi, la raccolta potrebbe risultare piatta, vuota, senza un preciso nesso tra un racconto e l'altro.
E' stata una lettura fuori dal mio ordinario e non mi ha preso molto, però riconosco che non è scritta male. L'unico difetto è che ho visto che l'ebook non è fatto correttamente, quindi è come sfogliare un documento da stampa non ottimizzato per la lettura digitale... se non volete bruciarvi gli occhi, o zoomate o lo leggete da pc.

Torno al fantasy come mi ero preposta a inizio mese, cercando di fare spazio e ordine sul mio affollato comodino!

lunedì 10 ottobre 2016

Ciarlando del mio scrivere...

In questi giorni sto finendo di rivedere le pagine scritte boh... tipo qualcosa come tre-quattro anni fa del terzo libro di Leodhrae. Sto modificando un sacco di cose. Non il contenuto, ma il modo di scrivere sì, specialmente i dialoghi. Da una certa parte mi fa piacere notare che le idee sono le stesse ma ho migliorato (spero) il modo in cui esporle.
In realtà ci sono alcune scene "scomode" che ho provato a eliminare... ma mi è sembrato quasi di sentire l'indignazione dei personaggi e mi son detta che, nonostante a diversi non sia piaciuta, se ho lasciato invariata Aghadralia anche post revisione, allora dovevo seguire la stessa linea e lasciare ai personaggi libertà di espressione.

Il più problematico è sempre Nare, la cosa non mi stupisce...
E mi sembra anche di vederlo lì che sbuffa e ride, come a sfidarmi. Cambiami, se ci riesci... Provaci e io distruggerò tutto quello che scriverai comportandomi da imbecille.
Beh, dipende un po' dai punti di vista... Per qualcuno sicuramente Nare non è il più intelligente (anche se forse si ritiene tale), ma siamo tutti concordi che non sia sicuramente il più buono e che, spesso, non si chieda nemmeno se i suoi gesti e le sue azioni possano creare danni...

Ora sto esaurendo il materiale da revisionare e mi aspetteranno i fogli bianchi da riempire. Da una certa parte ciò mi permette una minore attenzione, nel senso che posso scrivere di getto e poi rivedere, alternando queste due cose, sfruttando l'ispirazione per la prima e lo scemare di essa per la seconda. In testa ho molte scene già "scritte", ma non sono il tipo da scrivere capitoli a caso per poi riunirli. Preferisco tenere tutto in testa, rivedere e modellare le idee fino al momento in cui serviranno, e, quando serviranno, saranno così il più perfette e adatte possibile.
Inoltre non mi piace considerare alcune parti più meritevoli di altre. Preferisco lavorare su ogni riga, su ogni evento perchè tutto contribuisce alla forma finale.

In una recensione mi avevano detto che l'alternarsi di scene quiete e momenti d'azione non era nei gusti di chi stava scrivendo (riconosceva lei stessa che fosse suo gusto, ma in fondo il gusto influisce per forza nel parere dato sul libro, per lo meno a livello soggettivo). Io, al contrario, non amo molto i libri dove l'azione è continua, quasi forzata certe volte. Ritengo che, come succede nella realtà, i momenti "normali" siano necessari, che la calma aiuti a esprimere diversi lati e atteggiamenti. Certo, direte voi, però se io leggo un fantasy è perchè voglio un'avventura, qualcosa di straordinario, non di normale.
Io ritengo che rendere normale una vita che di per sé non lo è rispetto alla nostra, sia bello. Amo quando un libro riesce a rendermi parte del suo mondo anche in quelle piccole cose che possono essere il cibo, le usanze, il vestiario, l'architettura... quando lo straordinario diventa straordinariamente normale. Certo, poi l'azione ci sarà, ci sarà la passione, la rabbia, il dolore, ma c'è anche la calma e a me piace darle spazio.
Con questo non critico gusti e/o stile di nessuno. Si fa per "parlare", per confrontarsi, prendere spunto.

E adesso mi dedico a queste fantomatiche ultime pagine già scritte e poi il salto verso l'ignoto. In fondo io posso avere alcune scene in mente, ma quando scrivo mi rendo conto che tutto scivola fuori senza molto ragionare. Lo ripeto sempre, ormai son quasi noiosa... ma a me sembra sempre che siano i personaggi a raccontarmela: io sono solo la scribacchina col compito di riportare tutto e guai a mettere becco.
Nare poi, per ricollegarci a sopra, è il più intollerante, quello che ci tiene proprio che le cose vengano scritte come vuole lui, senza omettere, senza addolcire. E' proprio un grandissimo s.....

mercoledì 5 ottobre 2016

Sogni di Mostri e Divinità di Laini Taylor

Ricordo ancora quando, cercando qualcosa da leggere nella libreria dove accatasto acquisti su acquisti, estrassi La Chimera di Praga e storsi la bocca, aspettandomi uno young adult stereotipato, chiedendomi quasi come e quando avessi acquistato quel volume... rimanendo poi folgorata dal mondo che mi si aprì davanti.
E' stato amore fin dalle prime pagine, da quell'intreccio di normale e anormale, di bestiale e di angelico, di luce e buio, di amore e dolore che mi ha spinta a cercare immediatamente La Città di Sabbia, il secondo volume della trilogia, ordinandolo in libreria. Da quanti secoli non ordinavo un libro? Non ero ancora una simpatizzante di Amazon, quindi ordinarlo era per me la cosa più ovvia, e quando arrivò fu una seconda dose di piacere, seppur il primo rimanesse per me migliore.
Anche oggi, dopo aver finito il terzo, riconosco che il primo resta il mio amore, anche perchè è lì che si spalancano le porte, che conosci, impari a conoscere, e ami e odi... e, seppur fin dall'inizio mi aspettassi un finale positivo per Karou e Akiva, non mi sarei aspettata un finale conquistato in questo modo.


Le recensioni per questo libro sono fioccate, rapidissime, fin dall'uscita. Io ci ho messo tanto e sicuramente non è colpa del libro stesso, ma della mia mancanza di attenzione e di tempo.
Al di là della trama, il modo di scrivere di Laini Taylor è particolare, accattivante, coinvolgente ed è sempre bello ritrovarsi a sorridere con gli occhi lucidi mentre si leggono pagine stampate.
In un primo momento ho temuto di non riuscire a riallacciarmi ai precedenti due libri dopo così tanto tempo, ma mi sono ricreduta: è stato come tornare a casa.
Di solito non sono una simpatizzante dei protagonisti, ma devo dire che Karou e Akiva mi risultano apprezzabili, anche se in questo libro ho rivalutato molto Liraz. Fin dalla sua prima comparsa sono rimasta affascinata da Thiago, e anche il Thiago di questo libro mi è entrato dentro e alla fine ho sorriso. Ho riso e ho pianto con Karou e Liraz per quella borraccia, per quella speranza e sono stata felice di sentire quel rumore di zoccoli alle spalle dell'angelo, la sua goffaggine nel conoscere sensazioni nuove.

Inizialmente mi ero chiesta lo scopo di Eliza, questa voce fuori coro. Pensavo fosse solo un espediente per far avere visione di determinati accadimenti, situazioni, un punto umano, terrestre, per osservare la venuta dei Serafini, ma infine... oh, Eliza serve eccome.
Come all'epoca mi innamorai del passato di Eretz, con Madrigal e Akiva, il ballo, l'amore segreto, anche stavolta i racconti del passato, di Meliz, degli angeli così diversi tra loro, del come Serafini e Chimere si sono trovati a condividere Eretz, sono stati la parte prediletta.
E così come ho amato certi passi e certi personaggi, l'autrice è riuscita a far odiare quei personaggi che meritavano odio. Oh... l'odio che ho provato quando Zuzanna e Mik son stati messi alla porta... l'impotenza e l'odio... e alla fine sono contenta, non tanto per la vendetta espressa tramite desiderio, ma per la condanna eterna che si è presa sulle spalle quella maledetta.

Gli Steliani, misteriosi fin da subito, si presentano in maniera concreta e... quasi aperta in questo volume. Certo, non hanno la mia simpatia, ma posso comprenderli. Il loro modo di essere ha un senso e alla fine, proprio alla fine, mi sono sembrati più umani. Certo, nel capitolo finale, con i doni, mi si è scaldato il cuore, ma il punto dove maggiormente ho sorriso è proprio assieme a Liraz e Karou con quella borraccia, perchè alla fine sì, lo meritava, non poteva finire diversamente!

Infine, se devo scegliere a caldo la scena che più mi è rimasta impressa, è quella di Thiago e Liraz nelle caverne dei Kirin. Quel "non ci hanno ancora presentati" per me resterà una delle cose più belle.

E ora diciamocelo: i diritti cinematografici son stati presi... a quando l'effettiva messa in cantiere? Non lo so e, come già detto, non so se fremere o tremare. Come si può rendere un mondo come Eretz? La vastità delle forme delle Chimere, la bellezza e la luce dei Serafini... Non lo so. Certo, gli effetti speciali, la computer grafica... livelli altissimi ormai, ma quanto tutto ciò sembrerà finto? Attori o completamente animazione? Penso la prima, ormai è una scelta frequente e testata, ma ho comunque una certa paura... paura dell'immane delusione. Dopo Eragon non ho voluto credere più nei film tratti dai libri. Specie dai libri che amo.

Adesso non so, credo che guarderò che altro ha scritto la Taylor. Potrebbe esistere un seguito? Potrebbe ma, sinceramente, spero che non si faccia. E' bello così, con l'apertura verso un domani di ricostruzione e speranza, di lotta e di leggenda perchè, in fondo, il passato e il futuro sono solo confini che abbiamo creato per non perderci nell'infinità del presente.