sabato 30 luglio 2016

Il Salone del Libro di Torino si sposta a Milano?


Probabilmente se non avete tra gli amici persone che scrivono, leggono, pubblicano, allora forse la cosa potrebbe esservi anche passata inosservata, ma nelle ultime settimane c'era un gran fermento per la questione Salone del Libro.
L'Aie (Associazione italiana editori) ha infatti deciso che uscirà dalla Fondazione del Libro e saluterà Torino, decidendo di fare una nuova fiera a Rho (MiBook potrebbe essere).
Ha vinto una maggioranza di 17 su 32 votanti a cui sono seguite le dimissioni di diversi editori indipendenti che non hanno assolutamente apprezzato la decisione presa. Ovviamente anche all'interno sono rimasti editori che non vedono la cosa come una scelta propriamente buona.
Diciamo che è la stessa opinione che ho io: perchè scegliere e mettere Milano contro Torino? Non si poteva organizzare una seconda grande fiera a Milano e lasciare intatto il Salone di Torino? Boh.

Ovviamente manco la Fondazione e Torino han preso bene la cosa e non rinunceranno certo al Salone solo perchè l'Aie ha pensato di spostarsi a Milano (dove mi pare abbia anche sede). L'idea è quella di rivedere l'organizzazione del Salone e renderlo un evento ancora più bello con una parte fieristica e una più festival.
Il Salone è sempre stato un grande appuntamento per l'editoria italiana, con tantissimi eventi, presentazioni, opportunità. Una vetrina enorme a cui anche con l'associazione abbiamo partecipato ricavandoci un posticino tra le case editrici maggiori e le più piccole, tutte riunite in una fiera che faceva sentire ancora speranzosi per un'Italia amante della lettura e del sapere.


Su facebook ho letto numerosi messaggi da case editrici che davano la loro opinione in merito alla scelta fatta e, soprattutto, c'è molto malcontento anche tra la gente comune, autori e lettori che da trent'anni vedono il Salone come un evento annuale da segnarsi in calendario. La trentesima edizione sarà al Lingotto, poi si vedrà... La cosa continua a sembrarmi assurda. Perché farsi la guerra e fare due eventi contemporaneamente? Perché non aggiungere un altro evento durante l'anno destinato a farsi un nome?

L'Aie dice che la nuova fiera di Milano prenderà come esempio la Più Libri Più Liberi di Roma, fiera che da quindici anni va avanti e che, però, noi non abbiamo mai sperimentato perchè ha dei prezzi molto alti sebbene si rivolga alla piccola e media editoria.
In realtà pare che con i nuovi accordi di Milano i prezzi potrebbero essere inferiori a quelli di Torino... ma diciamo anche che potrebbe essere vero in funzione di una fiera che, in fin dei conti, sarà alla prima edizione e dovrà farsi un nome.


Non so... Io non posso dirmi un'affezionata di Torino perchè comunque non ci sono mai andata e come associazione ci siamo stati solo per due anni, ma comunque ritengo davvero assurdo guerreggiare su fiere incentrate sulla cultura e lo svago intelligente. Diciamo che in sostanza potrei definirmi perplessa e amareggiata al pensiero che ci siano più interessi personali che altro alla base della scelta e che l'interesse per il pubblico e il significato/apporto culturale della fiera in sé siano stati messi in secondo piano.

Non resta che aspettare e vedere come la cosa verrà portata avanti. Se alla fine si optasse per due grandi fiere in momenti dell'anno diversi, secondo me sarebbe la scelta più saggia senza inutili rivalità che magari continueranno a esistere (come tra Reggio-Emilia e Parma tipo) ma non su questioni come le fiere del libro che non possono che far bene alla gente, che qui l'ignoranza dilaga in maniera disarmante!

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