martedì 7 marzo 2017

Dungeon Food di Ryoko Kui

Scorri la bacheca di facebook, come al solito. Scroll, scroll, mi piace, scroll, condividi, fai un test scemo... e poi vedi una copertina e un titolo che ti fa fermare: Dungeon Food. Il primo volume, fresco di uscita. Sarà più di un anno che non compri manga e ne hai talmente tanti da concludere che iniziarne uno nuovo sembra stupido, ma non resisti. Condividi, tagga l'uomo, e il gioco è fatto.
Tempo pochi giorni, Dungeon Food è arrivato in casa.


Il disegno non era il motivo della scelta, semplicemente da bravi giocatori di ruolo, l'idea di un manga fantasy che parlasse di cibarie in un dungeon sembrava interessante. Tempo di aprirlo e leggerne nemmeno metà, è sopraggiunta una delusione talmente grande che due stelle gliele ho date con la coscienza che rimarrà il primo e l'ultimo della sua serie a occuparmi posto in casa.
In patria sono 4 volumi, serie in corso... mi chiedo come si possa arrivare a quattro volumi con una trama inesistente, o quasi.

Fare l'avventuriero, in questo mondo, è cosa assai diffusa ed esplorare questo enorme dungeon è all'ordine del giorno, ma solo le compagnie migliori si spingono fino ai livelli più bassi. E' il caso dei nostri che conosciamo durante lo scontro con un enorme drago rosso che li mette KO e si mangia la sorella del bell'imbusto in copertina; prima di essere ingoiata, però, teletrasporta tutto il party all'esterno. Qui due delle donne del gruppo, manco presentate, danno le dimissioni e tanti saluti.
Vi direte: miseria, che inizio tragico!
Ovviamente no. Come nel migliore giochino, la morte è solo una parentesi! Basta un incantesimo di resurrezione e tutto è risolto... certo però se il corpo viene digerito, la faccenda si complica... e allora i nostri, in soli tre (guerriero, mago e ladro), tornano subito nel dungeon, ma le loro finanze ristrette li portano a una scelta drastica: cibarsi dei mostri.

Ma vi pare che sia così semplice? Ovviamente bisogna sapere quali parti usare e come. In questo viene loro in aiuto un tipo strambo, un nano esperto in cucina di mostri che insegna loro i trucchi del mestiere e li seguirà, interessato all'idea di assaggiare un drago.
E così seguiamo i nostri eroi che ridiscendono nel dungeon alle prese con mostri da mangiare, dalle bestie alle piante alle melme. Tutto (o quasi) pare commestibile e squisito se si sa come trattarlo.

Toriko, dove sei? Non so se conoscete quest'altro manga, ma praticamente sono simili. Toriko caccia bestie e cerca cibi rari e preziosi per un mercato gourmet e 'ste bestie son tutt'altro che normali, ovviamente. Poi anche lì la storia si incasina e prende pieghe ancora più irreali, cosa per cui dopo i primi volumi ho smesso di leggere anche quello.

Alla fine di questo primo volume di Dungeon Food pare ci sia il "colpo di scena" che dovrebbe spingerti a proseguire, ma che a me ha lasciato solo una smorfia, quasi ci si rendesse conto che così com'era la storia non aveva grandi potenzialità e allora si è inserito questo elemento che dovrebbe far pensare: oddio, e adesso? Se ne accorgeranno? Cosa combinerà?
Per me rimarrà un'incognita e dormirò bene uguale.

In più mi aspettavo un fantasy classico, di ispirazione dungeons&dragons per capirsi, e invece pare più un mmorpg, con dungeon affollati, aree di ristoro che paiono le piazzette di smercio e chat, "niubbi" che crepano contro mostri di livello troppo altri (e li chiamano davvero niubbi). Altro punto a sfavore. Non ho nulla contro gli mmorpg, anzi, ne ho giocati diversi, ma qui proprio stona, come se fosse una via di mezzo che non sa né di carne né di pesce.

Peccato. Un po' ci speravo in una serie carina, leggera e divertente da seguire senza troppe pretese, ma è stato deludente e non vale proprio il suo costo (6,90 cocuzze a volume). Ciao ciao Dungeon Food, a mai più rileggerci.

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