mercoledì 5 ottobre 2016

Sogni di Mostri e Divinità di Laini Taylor

Ricordo ancora quando, cercando qualcosa da leggere nella libreria dove accatasto acquisti su acquisti, estrassi La Chimera di Praga e storsi la bocca, aspettandomi uno young adult stereotipato, chiedendomi quasi come e quando avessi acquistato quel volume... rimanendo poi folgorata dal mondo che mi si aprì davanti.
E' stato amore fin dalle prime pagine, da quell'intreccio di normale e anormale, di bestiale e di angelico, di luce e buio, di amore e dolore che mi ha spinta a cercare immediatamente La Città di Sabbia, il secondo volume della trilogia, ordinandolo in libreria. Da quanti secoli non ordinavo un libro? Non ero ancora una simpatizzante di Amazon, quindi ordinarlo era per me la cosa più ovvia, e quando arrivò fu una seconda dose di piacere, seppur il primo rimanesse per me migliore.
Anche oggi, dopo aver finito il terzo, riconosco che il primo resta il mio amore, anche perchè è lì che si spalancano le porte, che conosci, impari a conoscere, e ami e odi... e, seppur fin dall'inizio mi aspettassi un finale positivo per Karou e Akiva, non mi sarei aspettata un finale conquistato in questo modo.


Le recensioni per questo libro sono fioccate, rapidissime, fin dall'uscita. Io ci ho messo tanto e sicuramente non è colpa del libro stesso, ma della mia mancanza di attenzione e di tempo.
Al di là della trama, il modo di scrivere di Laini Taylor è particolare, accattivante, coinvolgente ed è sempre bello ritrovarsi a sorridere con gli occhi lucidi mentre si leggono pagine stampate.
In un primo momento ho temuto di non riuscire a riallacciarmi ai precedenti due libri dopo così tanto tempo, ma mi sono ricreduta: è stato come tornare a casa.
Di solito non sono una simpatizzante dei protagonisti, ma devo dire che Karou e Akiva mi risultano apprezzabili, anche se in questo libro ho rivalutato molto Liraz. Fin dalla sua prima comparsa sono rimasta affascinata da Thiago, e anche il Thiago di questo libro mi è entrato dentro e alla fine ho sorriso. Ho riso e ho pianto con Karou e Liraz per quella borraccia, per quella speranza e sono stata felice di sentire quel rumore di zoccoli alle spalle dell'angelo, la sua goffaggine nel conoscere sensazioni nuove.

Inizialmente mi ero chiesta lo scopo di Eliza, questa voce fuori coro. Pensavo fosse solo un espediente per far avere visione di determinati accadimenti, situazioni, un punto umano, terrestre, per osservare la venuta dei Serafini, ma infine... oh, Eliza serve eccome.
Come all'epoca mi innamorai del passato di Eretz, con Madrigal e Akiva, il ballo, l'amore segreto, anche stavolta i racconti del passato, di Meliz, degli angeli così diversi tra loro, del come Serafini e Chimere si sono trovati a condividere Eretz, sono stati la parte prediletta.
E così come ho amato certi passi e certi personaggi, l'autrice è riuscita a far odiare quei personaggi che meritavano odio. Oh... l'odio che ho provato quando Zuzanna e Mik son stati messi alla porta... l'impotenza e l'odio... e alla fine sono contenta, non tanto per la vendetta espressa tramite desiderio, ma per la condanna eterna che si è presa sulle spalle quella maledetta.

Gli Steliani, misteriosi fin da subito, si presentano in maniera concreta e... quasi aperta in questo volume. Certo, non hanno la mia simpatia, ma posso comprenderli. Il loro modo di essere ha un senso e alla fine, proprio alla fine, mi sono sembrati più umani. Certo, nel capitolo finale, con i doni, mi si è scaldato il cuore, ma il punto dove maggiormente ho sorriso è proprio assieme a Liraz e Karou con quella borraccia, perchè alla fine sì, lo meritava, non poteva finire diversamente!

Infine, se devo scegliere a caldo la scena che più mi è rimasta impressa, è quella di Thiago e Liraz nelle caverne dei Kirin. Quel "non ci hanno ancora presentati" per me resterà una delle cose più belle.

E ora diciamocelo: i diritti cinematografici son stati presi... a quando l'effettiva messa in cantiere? Non lo so e, come già detto, non so se fremere o tremare. Come si può rendere un mondo come Eretz? La vastità delle forme delle Chimere, la bellezza e la luce dei Serafini... Non lo so. Certo, gli effetti speciali, la computer grafica... livelli altissimi ormai, ma quanto tutto ciò sembrerà finto? Attori o completamente animazione? Penso la prima, ormai è una scelta frequente e testata, ma ho comunque una certa paura... paura dell'immane delusione. Dopo Eragon non ho voluto credere più nei film tratti dai libri. Specie dai libri che amo.

Adesso non so, credo che guarderò che altro ha scritto la Taylor. Potrebbe esistere un seguito? Potrebbe ma, sinceramente, spero che non si faccia. E' bello così, con l'apertura verso un domani di ricostruzione e speranza, di lotta e di leggenda perchè, in fondo, il passato e il futuro sono solo confini che abbiamo creato per non perderci nell'infinità del presente.

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