lunedì 15 aprile 2024

Guida del Naturalista di Gerald Durrell

Ultimamente ho una pila di libri infinita, molti naturalistici, accumulata grazie a Vinted. Col trasloco, avevo bisogno di dare via diverse cose e così, approdando sull'app, ho scoperto che potevo convertire quello che non mi serviva più in... libri. La natura credo sia una delle mie grandi passioni da sempre insieme al disegno e alla lettura. Sebbene poi io abbia seguito in questa vita la via dell'arte, potessi rigiocare la partita sceglierei la natura, probabilmente l'etologia.
Negli ultimi mesi, ormai forse un paio d'anni in realtà, mi sono data in maniera più... seria? (se così si può dire) al birdwatching, tenendo un diario, accumulando libri, ma fin da piccola ho osservato la natura, quella più semplice, e mentre leggevo questo libro mi sono detta: la piccola Aurora di molti anni con questo libro avrebbe creduto di più in quello che faceva spinta da semplice curiosità.


Come ho scoperto questo libro? Cercando Konrad Lorenz, autore del mio libro preferito, L'Anello di Re Salomone, complice dell'attitudine della piccola me all'osservazione di animaletti che suscitavano l'orrore di mia mamma. Ce ne sono varie edizioni, quella sopra è la copertina di quello che ho, preso ad un prezzo davvero ottimo rispetto alla media a cui si trova. Potrebbe risultare datato, si penserebbe, in realtà forse si percepiscono i suoi anni solo per alcuni dati e per alcuni materiali citati, ma si rivela comunque di grande utilità e piacevolezza.
Il libro è stato come un ritrovare la me bambina che avrebbe pensato "Allora non sono l'unica a fare queste cose! E non è una cosa da scemi", cosa che adesso so, ovviamente, ma tutt'ora credo che qualcuno mi guardi con perplessità mentre passo minuti ferma davanti al mio laghetto in maturazione felice dei gerridi che pattinano sulla superficie dell'acqua.

Questo bel librone racchiude in sé le esperienze dell'autore, la descrizione dei vari habitat naturali e una guida pratica per osservare e studiare con mezzi comuni la natura che ci circonda. Dalla costruzione di una trappola, al come conservare i propri reperti, catalogarli e farne oggetto di studio per comprendere ciò che ci circonda. Spesso diamo per scontato un mondo che è oltremodo ricco e magari guardiamo documentari che parlano di animali che non vedremo mai se non allo zoo quando poi siamo circondati da un sacco di creaturine che forse non hanno la stessa maestosità, ma che nel loro piccolo sono granelli fondamentali di un'ecosistema più grande.

Certo questo libro magari ha informazioni datate, oppure l'autore ci parlerà di cose comuni in zone che non ci sono altrettanto familiari, ma il metodo che descrive vale per ogni parte del mondo e se magari non potremmo mai esaminare da vicino la tundra, è facile capire che lo "schema" alla base di ogni habitat è lo stesso.
Nella nuova casa dove vivo da non molto, ho deciso di godermi maggiormente l'esterno e ritrovare un po' la me bambina, cosa che mi porta sul terrazzo a leggere col binocolo a fianco, pronta a scorgere gli uccelli che vivono nella zona oppure imbambolata a osservare i miei nuovi medaka che depongono le prime uova e che saranno destinati a popolare il laghetto.

L'autore stesso a un certo punto si rammarica, citando la conversazione con un collega, di come i bambini non passino più il tempo a osservare uno stagno o un fosso, scoprendo poi di universitari che conoscono il comportamento e le abitudini di animali a loro poco familiari piuttosto che quello della fauna "di casa". Lo studio è molto più teorico che pratico e forse ci si dimentica che quello che leggiamo nei libri è frutto dell'osservazione e dello studio di persone che hanno fatto della curiosità la molla che li ha portati a essere poi i fautori di ciò che adesso diamo per assodato.

In me questo libro ha suscitato grande nostalgia e un rinnovato desiderio di osservare, semplicemente osservare con la dovuta calma ed attenzione quello che abbiamo intorno e che, immancabilmente, stiamo sempre di più riducendo. Nella siepe mista sul lato est della casa risiede uno stormo di passerotti, quegli uccelli che la mia generazione tende a dare per scontati senza forse sapere che sono un endemismo, Passer italiae, la Passera d'Italia e che negli ultimi anni la loro popolazione si è ridotta, se ricordo bene, del 67% (o giù di lì). Le nuove generazioni non potranno più darli per scontati e la cosa che mi rattrista è che probabilmente neanche se ne rendono conto... 

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