mercoledì 19 settembre 2018

Il Tesoro del Bigatto di Giuseppe Pederiali

Ormai entrare in libreria è meno frequente di prima perchè so che non posso spendere quanto vorrei e comprare scaffalate di libri, ma ogni tanto cedo alla tentazione e vado a spulciare nel mio reparto preferito: fantasy. Spazio tra fantasy, gothic, ragazzi e dintorni di solito; ci son tante cose interessanti, ma devo farmi convincere solo da ciò che realmente mi attrae e così l'ultimo giretto in libreria mi ha vista uscire con tre libri: uno che cercavo e due casuali scoperte. Questo fa parte degli ultimi due.
Mi ha attirata perchè si ambienta ai tempi di Matilde di Canossa nella zona della bassa e, sentendomi ormai parte del posto (anche se non vivo proprio nei paesi toccati), ho deciso di comprarlo perchè, a parte territorio e periodo, mi ispirava la trama che però, partita bene, mi ha un po' annoiato.




Trama:
Anselmo, l'eremita della Pietra di Bismantova, riceve l'incarico di portare a compimento una delicatissima missione segreta per conto di Matilde di Canossa ma, scoperto il piano e la destinazione finale, il Diavolo in persona decide di ostacolarlo in ogni modo. L'incontro col giovane re Vitige, pronto a partire per una grande avventura nel tentativo di salvare il suo popolo dalla carestia, induce Anselmo a cambiare i propri piani di viaggio, e di conseguenza a confondere il suo rivale... In un'inedita Pianura Padana fantastica dell'Undicesimo Secolo, un manipolo di coraggiosi ma sgangherati eroi affronta una brancaleonesca avventura irta di pericoli lungo il corso del fiume Po, ricco di miti e creature leggendarie della tradizione folclorica italiana.
Parlare di fantasy, per i canoni a cui siamo abituati oggi, forse è un po' fuorviante. E' una lettura di genere fantastico scritta negli anni 80 e usata anche come lettura scolastica (e io avrei voluto leggere questo piuttosto che altre cose noiosissime che mi son capitate...). Wikipedia mi dice che potrebbe essere il secondo di una trilogia, ma in realtà non si sente il bisogno di un primo né di un terzo libro.

La prima parte l'ho trovata carina e divertente (anche se si apprezza a pieno con una conoscenza basilare del dialetto della zona per cui mi sono avvalsa dell'aiuto di amici di qua XD) fino a quando Anselmo s'imbarca sulla Gogamagoga assieme alla sua sgangherata ciurma di personaggi strambi, ma da lì in poi diciamo che è un susseguirsi di eventi e incontri che non portano avanti la trama anche se mostrano creature ed eventi caratteristici della zona. Tutto sommato, comunque, non ho fatto fatica a leggerlo tutto, complice anche il fatto che la scrittura è semplice, scorrevole e i capitoli sono piuttosto brevi.

Il personaggio di Anselmo risulta simpatico, con quella vena che ricorda un po' Don Camillo che, anche se prete, era prima di tutto un cristiano, inteso come uomo terreno. La sua controparte, il Diavolo in persona, è in egual modo apprezzabile nella sua malignità mai troppo marcata per come presentata. Di tutti gli altri personaggi di contorno, sinceramente, non mi sento di spendere apprezzamento o odio particolare per nessuno: sono tutti abbastanza insapori, scarsamente utili come spalla, spesso solo macchie di colore o espedienti per portare avanti gli avvenimenti (e a volte nemmeno quello).

E' un libro da leggere? Se si è della zona, secondo me, lo si può apprezzare, perchè ci si riconosce e si capiscono al volo molte cose. Diversamente, lo trovo un libro un po' di nicchia, leggero, carino, ma che non ti lascia nulla di particolarmente impresso se non alcuni nomi stupendi e arzigogolati che devo appuntarmi da qualche parte per farci personaggi assurdi da giocare magari in qualche campagna breve o one shot di gioco di ruolo da tavolo XD

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